Duecento partecipanti, tra commercialisti (oltre centotrenta), imprenditori loro clienti e collaboratori di studio. Sono i numeri della missione istituzionale promossa dal Consiglio nazionale dei commercialisti negli Emirati Arabi Uniti dal 3 al 6 novembre. Obiettivo: internazionalizzazione concreta e sul campo, attraverso un raccordo con tutte le istituzioni, le agenzie e gli operatori. Un intenso programma di tre giornate ricche di incontri tenuti con le rappresentanze locali di istituzioni, imprenditori, investitori ed autorità governative. Un percorso attraverso il quale i partecipanti hanno potuto tenere contatti direttamente con gli operatori e conoscere tutti i necessari passaggi per realizzare una presenza operativa in loco.

L’ambizioso progetto strategico del Consiglio nazionale per l’internazionalizzazione – centrale già nel programma di mandato – ha come fulcro quello di dare una tempestiva risposta alla fondamentale esigenza di qualificare il ruolo del commercialista, partendo dalle sue competenze precipue e riconosciute per applicarle pienamente, operando come consulente globale delle imprese, in grado di porsi al loro fianco, agevolando il compito (non semplice) di affrontare i mercati esteri. Obiettivo del Consiglio nazionale è dunque quello di favorire un processo di cambiamento anche – o forse soprattutto – culturale, attraverso il quale si possa “vivere” e non “subire” il fenomeno della globalizzazione e del sempre più intenso confronto con realtà professionali ed imprenditoriali che nascono e si sviluppano in contesti geografici, politici e sociali remoti e fino a ieri sconosciuti.

L’iniziativa della missione negli Emirati Arabi Uniti rientra, peraltro, tra gli obiettivi del piano d’area della Commissione internazionalizzazione delle imprese del Consiglio nazionale che si è insediata solo all’inizio di quest’anno ma che ha già avuto modo di contribuire alla realizzazione di una analoga missione in Marocco, promossa dall’Associazione VICINA nei mesi scorsi e che prevede l’attuazione di un piano di iniziative di scouting all’estero per il prossimo anno, volto a favorire la conoscenza diretta dei mercati internazionali dei commercialisti e per loro tramite delle imprese, stabilendo relazioni con interlocutori istituzionali e favorendo la nascita di partnership con soggetti pubblici e privati.

La missione negli Emirati ha preso il via il 3 novembre con una formale cerimonia di consegna al nuovo Ambasciatore Italiano, Liborio Stellino, del volume curato dal Consiglio Nazionale e dalla Fondazione Nazionale Commercialisti dedicato alla presenza del Made in Italy negli EAU. Una pubblicazione che suggella la cooperazione tra il Consiglio nazionale e la Farnesina per la promozione dei processi di internazionalizzazione con il supporto dei Commercialisti.

Nel pomeriggio del 3 si sono poi aperti i lavori con un seminario dedicato all’approfondimento delle caratteristiche economiche, finanziarie, fiscali e legali degli Emirati Arabi (tutte le presentazioni sono disponibili sul sito). Colpisce, specialmente noi italiani, il concetto di zero tassazione sia per le persone fisiche che per le persone giuridiche, per noi inafferrabile e forse invidiabile. E’ intorno a questo aspetto, abbinato alla struttura dei costi industriali, che si articolano tutti i piani di investimento e le considerazioni di convenienza economica. In qualsiasi parte del Paese si è testimoni di un intenso sviluppo. Ovunque ci sono cantieri di complessi immobiliari destinati ad abitazioni, uffici, strutture di accoglienza ed infrastruttura urbanistica. La missione è partita all’indomani della chiusura di Expo di Milano, considerata un successo storico ed una grande opportunità per il nostro Paese e ci siamo immersi in un nuovo cantiere Expo, quello di Dubai 2020, dedicato al tema “Connecting Minds, Creating the Future”. Tutti i più importanti progetti e piani di sviluppo sono sincronizzati su questo obiettivo.

La seconda giornata della missione è stata caratterizzata da incontri presso le free zones di Sharjah e di Dubai South, presso le quali i partecipati hanno potuto visitare i complessi destinati ad uffici e fabbriche e la logistica connessa alla vicinanza alle aree portuali. Il terzo giorno la Missione si è recata ad Abu Dabi per un incontro presso la nuova sede dell’Autorità per la vigilanza e la regolamentazione del Mercato finanziario, la Abu Dhabi Global Market, nell’ambito della quale opera la “Consob” di Abu Dhabi. Nell’accogliere la delegazione Italia ci è stato condiviso un messaggio fondamentale: il ruolo di un’Autorità nazionale non è solo quello di controllare e di agire da ispettore ma anche quello di favorire e promuovere lo sviluppo locale e, quindi, di adoperarsi per facilitare e rendere percorribile l’avvio di un’attività finanziaria. Un approccio definibile come “Friendly user”, ancora estraneo alla cultura europea e statunitense.

Da tutti gli interventi e gli incontri che si sono succeduti nel corso di queste intense giornate è emersa una chiara individuazione di Dubai, in particolare, e degli Emirati in generale, quale hub internazionale di scambi ed investimenti in qualsiasi settore, da quelli più noti dell’industria petrolchimica, all’architettura ed alla finanza, fino alla creazione di poli di eccellenza sanitaria, di ricerca scientifica, studi universitari e complessi museali quali il Louvre ed il Guggenheim. Chiari alcuni messaggi: gli Emirati Arabi puntano con forza sulla diversificazione per rafforzare e consolidare il proprio sviluppo. Oltre all’industria petrolchimica, che naturalmente resta di primaria importanza, si investe e si punta su settori di nuova tendenza ed innovazione, quali il turismo, le energie alternative, l’architettura verde, il lusso. Non c’è spazio per l’improvvisazione e l’approssimazione. Per potersi accreditare e per operare come investitore estero è necessario il superamento di una rigorosa selezione ed il massimo rispetto delle normative locali in materia monetaria e finanziaria. Rigore sia nella selezione dei beni ed i servizi di maggior pregio e qualità sia nel monitoraggio dei comportamenti e della compliance con le regole locali.

Interessante in tal senso l’intreccio tra norme tradizionali – la sharia, lo sviluppo di normative settoriali basate sul common law (specialmente nel settore finanzario) – e l’adozione di standard internazionali per quanto riguarda la normativa contabile e la revisione.

La missione si è potuta realizzare grazie alla preziosa collaborazione con tutte le Istituzioni ed Agenzie di riferimento con le quali il Consiglio nazionale dei commercialisti ha sottoscritto accordi di cooperazione. In particolare ICE, SACE, Camera di Commercio Italiana negli EAU e, chiaramente, la nostra Ambasciata e rappresentanza Consolare. A tutti i loro rappresentanti va il nostro ringraziamento per la disponibilità, la dedizione e l’accoglienza riservata alla delegazione italiana.

“Impressionante”, “Incredibile”, “qui è il futuro”, “quanti giovani” sono le affermazioni più frequenti riferite alla realtà emiratina, raccolte in questo breve ed intenso viaggio tra tutti i colleghi partecipanti. Il nostro auspicio è che attraverso una maggiore consapevolezza ed intraprendendo un serio e profondo processo di modernizzazione del nostro Paese, attivandoci noi per primi a guidare l’internazionalizzazione delle nostre imprese, si possa, entro il 2020 anche per la nostra realtà nazionale, usare questi termini e rilanciare lo sviluppo e la crescita pure dell’azienda Italia.
Ci dobbiamo ora adoperare per consolidare questa esperienza e completare, con la realizzazione di nuove missioni, la conoscenza delle altre destinazioni ed aree nelle quali si presentano opportunità di internazionalizzazione che dobbiamo saper cogliere.

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