Una giornata formativa strutturata in due parti rivolta ai presidenti degli Ordini dei commercialisti che non hanno ancora costituito un Organismo di composizione della crisi, ma soprattutto ai referenti già nominati che hanno illustrato la loro esperienza sul territorio. Parliamo della convention della Fondazione ADR Commercialisti, giunta alla sua V edizione, l’ultima dell’attuale direttivo. Il presidente Felice Ruscetta, intervenendo in apertura, ha rimesso anticipatamente il mandato del direttivo nelle mani del nuovo Consiglio nazionale affinché le attività della Fondazione ADR siano coordinate con quelle che verranno realizzate dal CN nei prossimi quattro anni.
Subito dopo ha preso la parola il vicepresidente del CNDCEC, Davide Di Russo, che oltre a portare i saluti istituzionali del nuovo e del vecchio Consiglio nazionale, ha confermato – anche a nome del neo presidente Massimo Miani – la fiducia nel progetto portato avanti da Ruscetta nel corso degli ultimi anni.
“Dal 2012 ad oggi – ha affermato Di Russo – sono stati fatti grandi passi avanti in tema di OCC. C’è stata una grande attenzione da parte del CNDCEC a questi strumenti alternativi. I commercialisti hanno dedicato grande attenzione a queste materie che rientrano nel nostro programma per migliorare e semplificare con efficacia il Paese. Crediamo molto in ADR ed i commercialisti sono protagonisti di questo sistema. Un ringraziamento alla Fondazione presieduta da Ruscetta per tutto quello che ha fatto”.

Ruscetta ha poi fatto un resoconto sull’attività svolta da ADR dalla sua costituzione nel 2010 ad oggi, creando un network di supporto alla collettività. Nel corso di questi anni, infatti, la Fondazione ha partecipato a tavoli istituzionali, proposto approfondimenti, supportato gli Ordini sotto il profilo tecnico e burocratico, creato occasioni di formazione e confronto.
“Dal 2010 – ha spiegato il presidente – abbiamo creato decine di centri di eccellenza in ADR che prevedono organismi di mediazione, negoziazione, arbitrato e sovraindebitamento e messo in campo strumenti come campagne istituzionali, sito internet, social network ed una struttura nel CNDCEC”. Ma quali sono le prospettive per i prossimi anni? “Per la mediazione è previsto un potenziamento degli organismi ed un’apertura internazionale, per la negoziazione l’organizzazione di convegni e corsi di formazione sulle tecniche negoziali, la creazione di camere arbitrali da affiancare agli organismi di mediazione, una rete di OCC presso gli Ordini territoriali”. Nel frattempo gli obiettivi del 2016 sono stati ampiamente superati con 53 organismi istituiti presso gli Odcec e 89 totali (con avvocati, camere di commercio e comuni), senza dimenticare che oltre il 90% dei 2.663 gestori della crisi iscritti al Registro del Ministero della Giustizia è rappresentato da commercialisti.
“Nelle prossime settimane – ha continuato Ruscetta – stileremo un programma da condividere con il Consiglio nazionale in cui inseriremo due punti molto importanti: allargare l’attività alla conciliazione in materia di lavoro e organismi di mediazione specializzati per materia, e creare sezioni specializzate negli OCC per le misure di allerta”.

Ma la vera novità riguarda la possibilità per i commercialisti che vogliono formarsi per svolgere il ruolo di compositore della crisi da sovraindebitamento di frequentare i corsi obbligatori di almeno 40 ore direttamente presso i propri Ordini territoriali e non più presso le Università.
Bisognerà solo attendere l’approvazione del nuovo Regolamento per la formazione professionale continua, attualmente al vaglio del Ministero della Giustizia.

A portare due testimonianze molto importanti sono state Marisa Acagnino, presidente della VI sezione civile del tribunale di Catania, e Laura Messina, magistrato dello stesso tribunale che è all’avanguardia in Italia per le molteplici sentenze innovative emanate in materia di OCC.
Marisa Acagnino è intervenuta sulle sinergie tra tribunale e organismi di composizione della crisi. “Uno dei problemi nell’applicazione della legge – ha detto il presidente della VI sezione civile – è la mancanza di sinergia tra i suoi operatori. Soprattutto perché il legislatore ha lasciato troppe lacune che danno adito ad interpretazioni spesso divergenti”. Soprattutto per questo motivo, quindi, i rapporti sono improntati alla fiducia assoluta e allo scambio di informazioni.
A Catania la procedura più utilizzata è quella del Piano del consumatore visto che al Sud quattro famiglie su dieci sono in condizioni di povertà. Il magistrato Laura Messina ha illustrato le difficoltà che si incontrano nell’analizzare i Piani per verificarne la fattibilità. “Le due cause di rigetto più frequenti – ha detto – sono la carenza di liquidità disponibile (al di sotto della soglia minima di sostentamento) e la meritevolezza. Le ipotesi da manuale che costringono a presentare il Piano sono soprattutto il licenziamento e la malattia, seguite dalla separazione tra coniugi e dalle spese condominiali impreviste”.

Ma il sovraindebitamento è anche un problema sociale. Marcella Caradonna, membro del direttivo ADR Commercialisti e neo presidente dell’Ordine di Milano, è così intervenuta sul ruolo che un Ordine deve avere nel gestire un OCC. “Propositivo e reattivo come volano di crescita per il territorio in cui è inserito perché il debito è un danno sociale che produce giovani che non studiano, anziani che non vengono assistiti, separazioni tra coniugi per contrasti dovuti a problemi economici. La nostra categoria è formata per svolgere al meglio il ruolo che ci ha assegnato il legislatore”.
Per scongiurare il numero dei suicidi, l’Ordine deve: creare un collegamento sia con la ASL per fornire supporto psicologico al sovraindebitato e alla sua famiglia, sia con le società di lavoro interinale per il reinserimento professionale; costruire percorsi formativi per assolvere alle domande di lavoro; coinvolgere nel percorso di recupero le associazioni di volontariato che aiutino il sovraindebitato fino a quando non farà di nuovo ingresso nel mondo del lavoro.
“Senza dimenticare – ha concluso Caradonna – la sensibilizzazione nei confronti dei colleghi commercialisti che non svolgono il ruolo di gestori, ma che da semplici segnali potrebbero intercettare chi è in difficoltà prima che ricorra agli usurai. Anche per questo, l’Ordine di Milano promuoverà un corso di educazione finanziaria”.

La prima parte della convention si è conclusa con l’intervento di Maria Carla Giorgettidell’Università degli studi di Bergamo sulla costituzione degli OCC composti e su come essi risultino utili perché raccolgono sensibilità professionali e territoriali diverse.
Esperienze di OCC multidisciplinari ci sono, per esempio, a Firenze e Varese dove commercialisti e avvocati hanno costituito un unico organismo oppure Ordini di commercialisti che hanno unito le loro forze a livello regionale per realizzare un organismo meglio strutturato come in Abruzzo e in Emilia Romagna.

I lavori sono ripresi nel pomeriggio con gli interventi dei referenti degli OCC dei commercialisti. A moderare è stato Alfio Pulvirenti del direttivo ADR Commercialisti e referente dell’OCC di Siracusa.
Anche Pulvirenti ha sottolineato “come la legge 3 del 2012, monca del suo decreto attuativo per quasi tre anni, ha snaturato compito e funzione dell’OCC strutturato presso gli Ordini. Ai referenti il compito arduo di navigare in un mare di incertezze”.
Ad intervenire sono stati i rappresentanti di Bari, Trapani, Palermo, Catania, Napoli, Firenze, Roma, Trani, Crotone, Verona e Macerata che hanno condiviso prassi ed esperienze maturate sui diversi territori, cercando di trovare soluzioni condivise e proposte operative che confluiranno in un documento da sottoporre al nuovo Consiglio nazionale. Tra le criticità riscontrate: la mancanza di termini da assegnare ai debitori e ai gestori della crisi; l’iscrizione dei gestori provenienti da altri Ordini professionali; la possibilità di iscrizione a più Organismi.
Senza dimenticare il compenso del referente perché resta ancora da decidere se sia completamente a carico dell’OCC o se una parte sia a carico anche dell’Ordine di competenza.

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