Portale dell’Agenzia delle Entrate a tratti bloccato, farraginoso e di fatto inutilizzabile quando si supera la soglia di un centinaio di clienti e fornitori. File scartati senza che il sistema ne comunichi agli intermediari la motivazione, campi dati non adattabili ai clienti e/o fornitori esteri. Sono alcuni dei perduranti problemi legati allo spesometro segnalati dal Consiglio nazionale dei commercialisti, a meno di due giorni dalla scadenza dell’adempimento, fissata al 5 ottobre.

“Ancora oggi – spiegano i due delegati alla fiscalità del Consiglio nazionale della categoria, Gilberto Gelosa e Maurizio Postal – riceviamo dai colleghi di tutta Italia segnalazioni di difficoltà tecniche riscontrate con il sito delle Entrate. E’ evidente come, a meno di due giorni ormai dalla scadenza dei termini per l’adempimento, la situazione, dopo il caos dei giorni scorsi, sia tutt’altro che ritornata alla normalità. I nostri colleghi – denunciano Gelosa e Postal – lavorano da oltre un mese a questo adempimento in un quadro surreale di incertezza e frustrazione”.

“Con l’approssimarsi della scadenza del 5 ottobre – proseguono i due rappresentanti dei commercialisti – è estremamente probabile che si vada verso un ingorgo del sistema. Proprio in questa prospettiva, appare ogni minuto più incredibile che non sia ancora arrivata una parola chiara e definitiva da parte dell’esecutivo. Ribadiamo quello che chiediamo ininterrottamente da giorni: immediata comunicazione di una proroga lunga dei termini, sospensione delle sanzioni, possibilità di correzione di errori o ritardi. Dopodiché – concludono Gelosa e Postal – questa vicenda, per come è stata gestita, per il caos che ha generato a tutti i livelli, per i costi indotti sul sistema economico probabilmente superiori al gettito che genererà per lo Stato, deve imporre una riflessione seria e oggettiva sull’istituto dello spesometro che, a nostro avviso, non può che essere completamente rivalutato e ripensato, anche a livello politico”.

Proprio prendendo spunto dai problemi verificatisi nei giorni scorsi, il Garante della privacy, Antonello Soro, ha scritto al premier Paolo Gentiloni per lanciare un allarme sulla sicurezza delle banche dati della P.A.. “E’ inderogabile una forte iniziativa”, da parte delle istituzioni coinvolte, scrive Soro, “per una verifica puntuale dello stato di sicurezza delle banche dati pubbliche e dei processi in corso di attuazione dell’Agenda digitale”, riferendosi al recente incidente alla piattaforma Sogei per lo spesometro, in cui sono conservati i dati fiscali di milioni di cittadini.

L’allarme lanciato da Soro è, secondo il presidente dei commercialisti, Massimo Miani, “giusto e opportuno”. Miani sottolinea come sia “estremamente importante che la denuncia del Garante prenda spunto dal recente incidente alla piattaforma Sogei per lo spesometro che noi per primi abbiamo denunciato nei giorni scorsi”.

“La presa di posizione di Soro”, prosegue Miani, “certifica di fatto la gravità della situazione creatasi in queste settimane sul fronte spesometro. Un adempimento sulla cui complessità avevamo immediatamente messo in guardia tutti i nostri interlocutori istituzionali. Quanto accaduto, anche sul fronte della privacy, pone con forza il tema della direzione che si vorrà dare al nostro sistema fiscale. I commercialisti ormai da decenni sono garanti del processo di modernizzazione e informatizzazione della macchina fiscale del nostro Paese e sono pienamente consapevoli che la crescita ulteriore dello scambio telematico dei dati e l’interconnessione delle banche dati pubbliche sia la strada da perseguire. Ma”, conclude Miani, “questo processo deve garantire certezze e tutele per i contribuenti, in un quadro di analisi di costi e benefici e di semplificazione e alleggerimento del peso degli adempimenti per contribuenti e professionisti. Si tratta di una riflessione strategica che la politica non può più rinviare”.

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