Il Consiglio e la Fondazione nazionali dei commercialisti hanno pubblicato l’informativa periodica “Attività Internazionale”, area di delega del consigliere Alessandro Solidoro, una ricognizione sulle novità e sugli sviluppi in ambito internazionale su cui si è focalizzata maggiormente l’attenzione e l’analisi della categoria. Sotto i riflettori l’aggiornamento sulle diverse misure adottate dalle istituzioni internazionali per contrastare l’emergenza coronavirus e i conseguenti  risvolti negativi e strascichi per le imprese e l’economia globale. 

La riunione dei ministri delle Finanze della zona euro si è appena conclusa dopo un lunghissimo negoziato con un rinvio a domani. Si sta trattando un pacchetto di misure urgenti per 500 miliardi di euro per ridurre l’impatto della pandemia sulle economie europee mentre la convergenza tra le posizioni molto distanti di Austria, Olanda, Finlandia e Danimarca, da una parte, e l’Italia, appoggiata in parte da Francia e Spagna, dall’altra non appare affatto facile.

Intanto, nei primi cinque giorni di vita del ‘Pepp’, il programma di acquisto titoli per l’emergenza pandemica, la BCE ha comprato 30,2 miliardi di euro di bond, dimostrando di voler agire energicamente anticipando la potenza di fuoco del programma da 750 miliardi di euro, mentre sul fronte delle banche sono in arrivo altri 8 miliardi di euro dalla UE destinati alle PMI. La Commissione europea ha infatti sbloccato un miliardo di euro dal Fondo europeo per gli investimenti strategici come garanzia per il Fondo europeo per gli investimenti, che emetterà garanzie speciali per 8 miliardi di euro per incentivare banche e finanziatori a fornire liquidità alle PMI europee. 

Tra le nuove misure analizzate ci sono il SURE, il nuovo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi della disoccupazione lanciato dalla Commissione europea, e il CRII plus, l’integrazione dell’originario pacchetto di investimenti che si arricchisce con ulteriori misure che prevedono una flessibilità straordinaria per mobilitare i fondi strutturali e di investimento europei ancora non utilizzati. 

In particolare, nel SURE l’idea è quella di un fondo europeo che finanzi strumenti di sostegno all’impiego, quali la cassa integrazione, mobilitando risorse per circa 100 miliardi di euro per difendere lavoratori e imprese soprattutto nei paesi maggiormente colpiti, Italia e Spagna in primis.  L’assistenza finanziaria sarà erogata sotto forma di prestiti, concessi dall’UE agli Stati membri a condizioni favorevoli per supportare l’aumento repentino della spesa pubblica che deve farsi carico di mantenere l’occupazione.

La misura prevede il c.d. “State sUpported shoRt timE work- SURE”, ossia lavoro ridotto supportato dallo Stato: meno ore di lavoro, diminuzione della produzione, ma tutela dei posti di lavoro per scongiurare licenziamenti e tornare al lavoro una volta che il lockdown sarà terminato e la domanda tornerà a crescere. Insomma, uno strumento cruciale per riavviare velocemente il motore economico europeo una volta che la crisi sanitaria sarà superata. 

Presentata in questi giorni anche la proposta della Commissione europea per consentire all’Italia di continuare ad applicare fino al 2024 la deroga fiscale per l’esenzione dall’IVA per le microimprese.

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