Il cluster marittimo, i porti e i loro scenari di sviluppo, la ZES e la blue economy sono stati i temi al centro della tavola rotonda che ha concluso la 1ª Giornata del Triveneto organizzata dall’Associazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Tre Venezie (ADCEC Tre Venezie), dal titolo L’oro blu. L’economia dell’acqua che nutre, trasporta, produce che si è tenuta l’11 ottobre a Venezia e a cui hanno partecipato 400 professionisti da tutto il Nordest.

Alla tavola rotonda a cui hanno preso parte Achille Coppola, consigliere segretario del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, Vincenzo Marinese, presidente Confindustria Venezia – Area Metropolitana di Venezia e Rovigo, e Stefano Nava, Ufficio di Presidenza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, si è discusso  degli aspetti legati all’economia del mare, agli strumenti e alle politiche da mettere in campo per valorizzare l’oro blu come strumento per lo sviluppo dell’economia italiana e come vantaggio competitivo per le imprese del settore marittimo.

Il convegno ha posto opportunamente l’accento sull’acqua come risorsa fondamentale per l’equilibrio del pianeta e per l’economia – ha dichiarato Achille Coppola, segretario del Consiglio nazionale dei commercialistiSi tratta di un tema sul quale il Consiglio nazionale sta da tempo lavorando. Il nostro progetto Attività d’impresa pone l’economia del mare al centro delle strategie di crescita del Paese, sottolineando le importanti opportunità che il settore riveste anche per la categoria. L’obiettivo è quello di portare il tema all’attenzione di un pubblico di professionisti sempre più vasto e, nello stesso tempo, rafforzare il ruolo della professione nell’analisi del settore. Nonostante la piena consapevolezza, a tutti i livelli, della valenza strategica della risorsa mare come volano per la crescita economica, permangono alcuni elementi di criticità per lo sviluppo di una politica infrastrutturale che consenta un adeguato sfruttamento delle opportunità offerte dal cluster marittimo”.

Un focus particolare ha avuto l’approfondimento del progetto del Consiglio Nazionale dei Commercialisti “Il Cluster Marittimo e le opportunità professionali per la categoria” che ha l’obiettivo di riportare in primo piano il ruolo di un settore di rilevanza strategica per l’economia italiana con ampie potenzialità di crescita e di sviluppo. Il “cluster marittimo” dei commercialisti, superando il vecchio concetto di distretto industriale, analizza l’insieme di imprese, fornitori e istituzioni all’interno del sistema dell’economia del mare.

Un recente lavoro di ricerca avviato a livello nazionale dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti nell’ambito dell’Osservatorio sui bilanci delle società di capitali del cluster marittimo (che comprendono aziende del trasporto marittimo, cantieristica, portualità, diporto nautico, magazzinaggio, spedizionieri, agenzie marittime e servizi nautici) per gli anni 2016-2017 ha messo in luce che nel 2017 le società del cluster marittimo hanno registrato un ritmo di crescita sostenuto che si esprime in un aumento dell’occupazione pari all’1,3% e dei ricavi pari al 12,6% rispetto al 2016. I bilanci 2017 certificano, inoltre, l’avvenuto recupero dei livelli pre-crisi con l’occupazione aumentata dell’11,3% e i ricavi del 12,6% rispetto al 2008.

I relatori si sono confrontati su come sostenere lo sviluppo del cluster a livello nazionale e territoriale, evidenziando la necessità di fare rete e di predisporre le infrastrutture materiali e immateriali indispensabili per integrare il business dell’acqua (porti, armatori, cantieristica, pesca) nel sistema economico territoriale di riferimento.

Un convegno interessante, dal titolo estremamente suggestivo – ha commentato Vincenzo Marinese, Presidente Confindustria Venezia – Area Metropolitana di Venezia e RovigoL’acqua è un elemento essenziale della nostra vita ed è veicolo di interessi, attraverso lo scambio delle merci. Confindustria ha ideato un progetto, per l’istituzione di una Zona economica Speciale, che permette di valorizzare il sistema portuale, di intercettare i traffici della via della seta e di diventare un hub di riferimento per la trasformazione dei prodotti. Siamo il secondo Paese manifatturiero d’Europa e dobbiamo cercare di raggiungere il primato. Nella nostra indole, infatti, c’è una forte vocazione industriale, c’è inventiva e capacità di produrre. Made in Italy, per me, significa ‘fatto bene’. Il mare e i porti ci possono aiutare a implementare sempre più questa nostra grande capacità creativa e di fare impresa”.

Come ha ricordato il presidente dell’Associazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili delle Tre Venezie, Fabio Marchetto: “Il cluster marittimo rappresenta un comparto di assoluto rilievo per l’economia nazionale e territoriale. È importante capire in che modo si possano creare sinergie e sviluppi per il territorio e per questo lanciamo un invito a fare rete tra mondo produttivo-imprenditoriale, istituzioni e professionisti per lo sviluppo del cluster del mare. I professionisti possono mettere a disposizione tutto il loro know how specialistico e per questo anche come Associazione che lavora per fornire ai colleghi competenze sempre nuove e aggiornate, vogliamo creare percorsi formativi ad hoc per approfondire le particolari dinamiche normative, economiche e fiscali della blue economy. Questa tematica, di assoluto rilievo, ci spinge inoltre a una riflessione più allargata sull’importanza dell’acqua come risorsa da preservare per cui è necessario mettere in campo scelte politiche e investimenti che consentano, da un lato, un passo verso l’utilizzo più equo e sostenibile di questa risorsa e, dall’altro, favoriscano la creazione di un ecosistema favorevole allo sviluppo della blue economy come asset di sviluppo strategico per l’economia italiana e del nostro territorio.”

Accanto all’approfondimento sul cluster marittimo e sull’acqua come elemento propulsore di un sistema economico rappresentato dai trasporti e dalle attività marittime e portuali, infatti, la Giornata ha approfondito tematiche quali lo spreco d’acqua, la valorizzazione economica delle risorse idriche e le politiche per promuoverla.

Ha aperto i lavori Richard Damania, economista responsabile del dipartimento Economia dell’Acqua della Banca Mondiale, con una relazione sull’impatto macroeconomico della scarsità di risorse idriche, seguito dagli interventi di Roberto Roson, Professore Associato in Politica Economica all’Università Cà Foscari di Venezia, sulle politiche fiscali e la valorizzazione economica delle risorse idriche, Francesca Greco, Esperta di politiche idriche internazionali per Unesco e Fao, con una relazione sull’impronta idrica e il commercio di acqua virtuale. La prima parte dei lavori si poi conclusa con l’intervento di Andrea Segrè, Professore di Politica Agraria internazionale e Comparata all’Università di Bologna e Presidente della Fondazione FICO incentrato sul tema del “peso” dell’acqua e il suo rapporto con lo spreco di cibo.

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