“Le attività imprenditoriali della Sanità privata – ospedali accreditati, cliniche e farmacie – sono state direttamente ed indirettamente colpite dalle restrizioni dai vari decreti emanati dal Governo durante la fase emergenziale. Tutte queste azioni hanno avuto come riflesso una contrazione dei ricavi nel primo semestre 2020. Ora che il Decreto Ristori Bis affronta questo problema è opportuno creare le condizioni perché non ci siano difformità di trattamento tra le strutture delle diverse realtà regionali”. E’ quanto afferma il Segretario del Consiglio nazionale dei commercialisti, Achille Coppola.

“In relazione alla rendicontazione dei costi sostenuti durante l’emergenza Covid di primavera e della seconda ondata di autunno – spiega Coppola –  il legislatore nel decreto legge n.149,  c.d. ristori bis, ha evidenziato all’articolo 9 che le regioni possono riconoscere “ un contributo una tantum legato all’emergenza in corso ed erogato dalle regioni e province autonome su cui insiste la struttura destinataria di budget, a ristoro dei soli costi fissi comunque sostenuti dalla struttura privata accreditata e rendicontati dalla stessa struttura che, sulla base di uno specifico provvedimento regionale, ha sospeso le attività  previste dai relativi accordi e contratti stipulati per l’anno 2020.”.

“Ne emerge – prosegue Coppola  – come  l’individuazione dei costi fissi  per natura di ogni singola struttura accreditata del territorio nazionale, soggetta al  contributo di ristoro, dovrebbe uniformarsi a criteri e principi contabili omogenei di rendicontazione, al fine di evitare difformità di trattamento ed interpretazione di classificazione diversa fra le regioni”.

Per questo il gruppo di lavoro Cluster service economy – Sanità che opera all’interno del progetto “Attività d’impresa” del Consiglio nazionale dei commercialisti, avrà come priorità, anticipa Gianluigi Longhi, referente del gruppo di lavoro, “la predisposizione nelle prossime settimane di un documento avente come obiettivo l’ identificazione delle linee guida di indirizzo per una rendicontazione omogenea dei costi fissi sostenuti dalle varie strutture sanitarie rientranti nella fattispecie prevista dal Ristori bis”. Coppola aggiunge che “saranno individuati anche i criteri omogeni di rendicontazione dei costi di natura straordinaria inerenti alla realizzazione in urgenza dei reparti covid nelle strutture a supporto della domanda di assistenza emergenziale richiesti o precettati dai competenti enti”.

 

 

 

 

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