Maria Cristina Piovesana è stata eletta per la prima volta nel consiglio direttivo di Unindustria Treviso nel 2000. Dal 2004 al 2008 ha fatto parte della giunta dell’associazione con delega alle Politiche fiscali. Nel 2008 è stata eletta vicepresidente (fino al 2012 con delega alla Finanza e dal 2012 a Tesoreria, Piccole imprese, Merceologie e Semplificazioni burocratiche). Nel 2014 diventa il primo presidente donna di Unindustria Treviso.

Secondo la camera di commercio di Treviso, il 2015 è stato per l’economia locale l’anno della ripartenza. Concorda? Qual è il trend per il 2016?
Nel 2015 vi sono stati indubbiamente dei segnali positivi, anche se forse inferiori rispetto alle attese. E’ cresciuta la produzione manifatturiera, l’export ha confermato ed aumentato i livelli già elevati; anche i consumi e l’edilizia hanno segnato, dopo molti anni, un lieve incremento. L’inizio del 2016 indica una stabilizzazione dell’economia su tutti i principali indicatori, pur permanendo una situazione dei mercati spesso volatile.

Le imprese attive in provincia di Treviso hanno chiuso il 2015 con circa 700 unità in meno rispetto al 2014, ma è un calo più contenuto di quello registrato l’anno precedente (-825). Si poteva fare di più?
La dinamica di apertura di nuove aziende è stata indubbiamente condizionata dalla recessione degli anni scorsi, anche in un territorio come Treviso, che è sempre stato caratterizzato da una forte imprenditorialità. Occorre creare le condizioni, nel territorio e nel Paese, per far nascere e crescere le iniziative imprenditoriali, dando valore al loro impegno non solo in termini economici, ma anche quale contributo fondamentale al benessere collettivo, alla coesione sociale ed alla democrazia.

Qual è la tendenza dei fallimenti e delle altre procedure concorsuali?
Si è registrato nel 2015 un calo del 18,9% delle procedure concorsuali in provincia rispetto al 2014. È un indizio che l’economia sta migliorando, anche se si segnala una crescita del numero di aperture di scioglimenti e liquidazioni d’imprese. Insieme all’Ordine dei commercialisti ed al Tribunale di Treviso, abbiamo promosso una Rete di supporto alle crisi d’impresa per trovare le migliori soluzioni a supporto delle aziende che attraversano situazioni di difficoltà.

Come sta influendo il Jobs Act sulle aziende della provincia?
L’occupazione sta lentamente migliorando e crediamo sia effetto, oltre che di un clima economico più positivo, anche dei provvedimenti del governo che hanno finalmente reso più flessibile il mercato del lavoro e ne hanno abbassato il costo. L’augurio è che la tendenza prosegua anche nel 2016 e che si crei strutturalmente nuova occupazione qualificata.

Treviso, con un export in aumento di oltre il 5% nel 2015, è la settima provincia in Italia sia per ammontare complessivo delle esportazioni (12 miliardi di euro) sia per contributo alla crescita del commercio estero nazionale. A che punto è il processo di internazionalizzazione delle pmi?
Pur partendo da alti livelli di esportazione e di presenza internazionale delle nostre imprese, anche nell’internazionalizzazione è possibile migliorare, imparando ad esempio a fare rete per aumentare la nostra forza di penetrazione in mercati nuovi o per partecipare a progetti di grandi dimensioni che la singola impresa non riesce ad affrontare. Anche in questo il sistema associativo può essere di grande aiuto, come pure nell’assistere le imprese negli adempimenti, spesso complessi, legati al commercio internazionale. Recentemente, Unindustria Treviso ha siglato un accordo innovativo con l’Agenzia delle Dogane per agevolare, anche nei tempi, le procedure a carico delle imprese.

Qual è il valore aggiunto del commercialista nel vostro contesto? In che modo contribuisce allo sviluppo del territorio e delle attività produttive?
Il commercialista ha un rapporto che è tradizionalmente stretto nelle aziende, fatto di condivisione e collaborazione. Questo si è tradotto in un dialogo costante tra la nostra Associazione e l’Ordine dei commercialisti di Treviso. Accanto alle materie di carattere professionale, abbiamo sviluppato insieme interessanti tavoli di lavoro, come la già citata Rete di supporto alle crisi d’impresa e Proetica, associazione fondata nel 2004 e dedicata alla promozione della cultura della responsabilità sociale d’impresa.

In Europa si assiste ad una crescente spinta verso la pari rappresentanza delle donne nei processi decisionali, ma in Italia si continua a registrare un persistente divario di genere nell’occupazione, nei salari e nelle carriere professionali. Qual è stata la sua esperienza tra gli industriali?
Unindustria Treviso, prima in Italia, prevede da molti anni nel proprio statuto che vi sia almeno il 30% di candidature femminili nell’elezione degli organi associativi. Ha inoltre promosso un corso, in collaborazione con la Fondazione Bellisario, per formare le donne alla leadership. La mia esperienza si è quindi svolta in un ambiente favorevole, dove sono cresciuta dal punto di vista umano ed associativo insieme a tanti colleghi, uomini e donne, che mi hanno dato fiducia e sostegno fino all’elezione quale prima presidente donna degli industriali di Treviso. L’organizzazione di Confindustria si dimostra particolarmente aperta ed è di esempio per altri sistemi di rappresentanza e per le imprese, dove sempre più donne assumono ruoli di responsabilità.

Vincenzo Boccia è il nuovo presidente di Confindustria, ma voi vi eravate schierati a sostegno della candidatura di Alberto Vacchi. I nove voti di differenza tra i due sono la rappresentazione di una Confindustria divisa? Un commento ed un auspicio.
Abbiamo avuto modo di conoscere entrambi i candidati, li consideriamo di grande valore e ne apprezziamo lo spirito di servizio a favore delle imprese italiane e di Confindustria. Unindustria Treviso ha appoggiato Alberto Vacchi, che abbiamo ritenuto più idoneo ad interpretare l’esigenza di discontinuità di cui il nostro sistema ha bisogno, per promuovere e rafforzare i processi di innovazione e crescita delle imprese italiane. Nell’assoluto rispetto delle regole della democrazia associativa, che hanno portato alla designazione di Vincenzo Boccia, consideriamo ancora valide le ragioni alla base della nostra scelta e attendiamo ora di conoscere la composizione della squadra del presidente designato per esprimere un giudizio definitivo in occasione dell’Assemblea.

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