Si concluderà a Milano il 5 marzo il Road Show di presentazione del “Desk Brasile”, il progetto del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili per l’internazionalizzazione delle imprese nel Paese sudamericano, presentato oggi a Roma presso l’ambasciata brasiliana. Dopo la prima tappa odierna nella Capitale, la campagna itinerante toccherà anche Lucca (28/2)Bologna (1/3) e Padova (2/3).

“Il Desk Brasile – ha affermato Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti – serve per promuovere il processo di internazionalizzazione degli studi professionali italiani e delle loro aziende nel Paese sudamericano. Stiamo sviluppando un network interno affinché gli studi vengano a conoscenza dei requisiti per essere inclusi in uno specifico Elenco, che pubblicheremo sul nostro sito internet, a disposizione delle aziende per eventuali contatti. Quando il progetto vedrà la sua completa realizzazione, avremo dei professionisti certificati e garantiti a cui le PMI potranno rivolgersi per investire in Brasile”.

All’evento non poteva mancare Marcio Massao Shimomoto, presidente del SESCON-SP (Sindicato das Empresas de Serviços Contábeis e das Empresas de Assessoramento, Perícias, Informações e Pesquisas) con cui Miani ha sottoscritto, lo scorso anno a San Paolo, un Protocollo d’intesa – di cui il Desk fa parte – per favorire il processo d’internazionalizzazione degli studi professionali. “Desideriamo che i commercialisti italiani e le loro imprese clienti vengano in Brasile senza timori e che abbiano l’opportunità di fare investimenti sicuri nel nostro Paese – ha detto Massao Shimomoto –. La legislazione tributaria brasiliana non è tanto diversa da quella italiana perché entrambe hanno lo stesso grado di complessità burocratica.”

A sottolineare l’importanza dei professionisti contabili per le aziende è stato Antonio de Aguiar Patriota, l’ambasciatore brasiliano in Italia. “Il commercialista – ha detto – è il primo a conoscere il sogno degli imprenditori e a trasformarlo in un progetto concreto, sciogliendo i dubbi in ambito fiscale e commerciale. È lui a guidare il processo decisionale delle aziende, gestendo non solo questioni aride come tasse e scadenze, ma anche valori come etica e lungimiranza”.
Il padrone di casa ha poi snocciolato una serie di numeri che tornano utili per percepire il Brasile, che attualmente ospita mille aziende italiane con circa 150 mila dipendenti diretti, come una vera opportunità. “Lo scorso anno, il valore di scambio commerciale tra i nostri Paesi ha superato il 7% raggiungendo i 7,5 miliardi di dollari dopo tre anni consecutivi di flessione. Per quanto riguarda il PIL ci sono previsioni di crescita al 3% (1, 41% a dicembre 2017, n.d.r.). Un aiuto ulteriore in questo senso arriverà dall’accordo commerciale Mercosur-UE che dovrebbe essere siglato entro la fine dell’anno”.

Il Brasile quindi è un Paese che non solo è tornato a crescere, ma che ha anche grandi prospettive di recupero economico a cui le Istituzioni del nostro Paese guardano con interesse per sostenere le imprese e i loro professionisti.
“Il Brasile è il primo mercato di destinazione dell’export italiano nell’America del centro-sud e rappresenta uno dei mercati prioritari identificati dalla nostra cabina di regia per il 2018 in tutto il Sudamerica”, ha detto Nicola Lener, direttore per l’Internazionalizzazione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri, che ha spiegato le azioni messe in campo con il Sistema Italia anche grazie al rafforzamento del dialogo politico dal 2015 ad oggi.
Ma perché Brasile? “Innanzitutto – ha proseguito Lener – per la dimensione continentale del mercato con oltre 200 milioni di abitanti, poi per la posizione strategica perché il Brasile rappresenta l’hub di ingresso nell’America Latina. Una notevole importanza è rappresentata dalla complementarietà visto che le nostre aziende possono soddisfare il fabbisogno tecnologico del Paese ed infine per la ricchezza di risorse materiali e materie prime”. La Farnesina agisce su due fronti, fornendo alle aziende un sostegno istituzionale nella fase di inserimento nel mercato in occasione di partecipazione a gare, nelle situazioni “patologiche”, negli interventi con le amministrazioni tecniche, nella risoluzione di contenziosi con le autorità locali, nelle azioni a tutela della proprietà intellettuale. Ed un sostegno informativo attraverso la condivisione di informazioni strategiche: orientamento al mercato e “market intelligence” caratterizzato da anticipazioni su programmi e progetti di sviluppo e dalla identificazione degli interlocutori chiave.

“Il Brasile rappresenta un Paese target del Sistema Italia per export e incremento atteso entro il 2020”, ha affermato Giorgio Giovagnoli, della direzione per le Politiche di Internazionalizzazione e la Promozione degli Scambi del Ministero dello Sviluppo Economico. “Fulcro centrale del Sistema Italia – ha detto Giovagnoli – è il Piano straordinario per il Made in Italy che, nel triennio 2015-2017, ha ottenuto 524 milioni di stanziamenti promozionali per realizzare tre macro obiettivi: favorire le PMI nell’accesso ai mercati esteri, espandere la presenza nei Paesi in cui il potenziale è maggiore, attrarre capitali di crescita/buyers e investitori.
Secondo un’analisi Lattanzio-Advisory, gli stanziamenti hanno contribuito in modo significativo alla internazionalizzazione delle imprese nel 67% dei casi e all’aumento del loro fatturato nel 55%. Per questo motivo, nel 2018 si prosegue sulla strada della continuità rispetto a priorità e strategie con un investimento di 175 milioni di fondi.

Agli interventi sul ruolo delle Istituzioni è seguita una tavola rotonda sugli strumenti di sostegno per il commercio estero e l’incoming, moderata da Leonardo Maria Caputo, presidente della commissione “Strumenti per lo sviluppo nazionale e internazionale delle imprese” dell’ODCEC Roma, a cui hanno partecipato Giovanni Mafodda, Ufficio di coordinamento Marketing ICE; Livio Mignano, responsabile Rete Domestica SACE; Carlo De Simone, responsabile Servizio Marketing Territoriale SIMEST; Gaetano Fausto Esposito, segretario generale ASSOCAMERESTERO.

I lavori pomeridiani sono stati caratterizzati da un’analisi su come operare con il Brasile e sugli strumenti di valutazione del rischio Paese curata da Paolo Quercia, direttore associazione CeNASS; la descrizione di SESCON e delle attività dei commercialisti brasiliani con Marcio Massao Shimomoto, presidente di SESCON-SP; la presentazione del “Desk Brasile” con Benedicto David Filho, coordinatore della commissione Progetti Internazionali di SESCON-SP, e Caroline Trimboli, responsabile del “Desk International” di SESCON-SP.
Alessio Gambino e Manuela Stefani, componenti della commissione “Strumenti per lo sviluppo nazionale e internazionale delle imprese” e del “Desk Brasile” dell’ODCEC di Roma, hanno illustrato rispettivamente le opportunità d’investimento in Brasile e le differenze tra i sistemi fiscali e societari dei due Paesi.

A tirare le somme della giornata è stato Giovanni Gerardo Parente, ex consigliere del CNDCEC e presidente della neonata Associazione per la promozione e lo sviluppo dell’Internazionalizzazione delle competenze tecniche dei Commercialisti e degli Esperti Contabili (AICEC). “Siamo soddisfatti per la riuscita dell’evento che ha visto un’alta partecipazione di colleghi – ha detto Parente –. È un chiaro segnale che la direzione intrapresa dal Consiglio nazionale, che ha deciso di investire nel commercialista quale esperto di internazionalizzazione delle imprese, è quella giusta. Per proseguire su questa strada è fondamentale che il commercialista conosca i Paesi target, i mercati europei e quelli mondiali. Ciò deve avvenire anche grazie ad un confronto costruttivo con gli omologhi degli altri Paesi come è avvenuto oggi con i colleghi brasiliani. L’AICEC, che ha collaborato con il CNDCEC alla realizzazione dell’evento – è stata costituita per questo motivo, per specializzare i colleghi nell’ambito dell’internazionalizzazione attraverso varie attività che renderemo note a breve, auspicando la partecipazione di quanti più commercialisti possibili”.

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