I recenti fallimenti e le difficoltà in cui si trovano numerose banche del nostro Paese hanno suscitato preoccupazioni e polemiche in molti cittadini che temono per i loro risparmi e non si sentono responsabili delle scelte operate dagli istituti di credito. Inoltre, con l’entrata in vigore del bail-in, le conseguenze dei fallimenti bancari ricadono anche sui correntisti. Lo sanno bene i risparmiatori della vecchia Cassa di risparmio della provincia di Chieti, uno dei quattro istituti di credito salvati dal fallimento da un decreto governativo dei mesi scorsi. Abbiamo chiesto al presidente dell’Ordine territoriale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Filippo Rosa, che idea si è fatto della vicenda.

«La risoluzione delle crisi bancarie», afferma Rosa, «e dei crediti deteriorati detenuti dalle banche rappresenta una delle sfide di maggiore interesse con cui l’intero sistema istituzionale ed economico europeo è chiamato a confrontarsi. Ed è per questo che la valutazione del processo di ri-regolamentazione di settore, in atto nel nostro Paese, non può prescindere dall’osservazione del più ampio contesto internazionale. Appare chiaro che la scelta operata a livello comunitario, prima ancora che dal nostro governo, di circoscrivere le perdite del sistema ai “soli” soggetti che, a vario titolo, ne sono parte, includendo nel novero anche i correntisti, risponda ad un’esigenza di natura meramente tecnica, volta a circoscrivere gli effetti delle eventuali insolvenze degli istituti bancari, usciti fortemente indebitati e fragili da una crisi economica epocale.

Ma osservando le modalità con le quali il Bank Recovery and Resolution Directive è stato recepito dal nostro Paese, gli strumenti legislativi adottati, i tempi assai contenuti di attuazione, la campagna mediatica in atto e la perdurante, comprensibile sfiducia che ne è derivata, è netta la sensazione che ancora molto bisogna fare, magari superando l’approccio meramente tecnico al problema. In tal senso può essere letta la recentissima risoluzione sull’Unione bancaria adottata dal Parlamento europeo. Passando, invece, alla vicenda Carichieti», continua il presidente Rosa, «essa ben testimonia tutti i limiti di un provvedimento frettoloso e dirompente come quello del cosiddetto salva-banche. Partendo dalle motivazioni del commissariamento, avvenuto circa un anno e mezzo fa, passando per le continue e ripetute rassicurazioni apparse sulla stampa locale e di settore da parte dei commissari sulla solidità e sulla tenuta patrimoniale dell’istituto fino ad arrivare alle presunte disparità di trattamento nei rimborsi in favore degli obbligazionisti, che sembrano essersi manifestate addirittura qualche giorno prima dell’adozione del provvedimento in questione, si evidenzia la specificità della vicenda, certamente non accomunabile a quella degli altri tre istituti coinvolti. Ferme restando le eventuali responsabilità, che saranno accertate nelle opportune sedi, il timore che la “cura” Bankitalia per Carichieti spa sia stata esagerata non sembra essere privo di fondamento: a riguardo si segnala che ad oltre 90 giorni dall’adozione del decreto salva-banche, soci, obbligazionisti e cittadini sono ancora in attesa di conoscere le reali motivazioni ed i numeri alla base del provvedimento, che, di fatto, ha scippato alla Fondazione Carichieti la sua banca locale, e di capire se l’azione intrapresa da Bankitalia rappresenta l’unica e la migliore strada perseguibile».

Per la risoluzione della vicenda relativa al risarcimento dei risparmiatori sottoscrittori di obbligazioni subordinate di Carichieti, Banca Marche, Banca Popolare dell’Etruria e Cassa di Risparmio di Ferrara, il Consiglio nazionale dei commercialisti ha proposto al governo di affidarsi agli Organismi di composizione della crisi per garantire la professionalità e l’indipendenza che la situazione richiede. «Pur condividendo pienamente la proposta del nostro presidente Longobardi», afferma il dottor Rosa, «avanzata in seno all’Assemblea degli ordini territoriali dello scorso dicembre, e ben conoscendo l’attenzione e la pervicacia con cui il consigliere nazionale Felice Ruscetta (iscritto all’Ordine di Chieti, n.d.r.) porta avanti le iniziative della propria area di delega, ritengo che la soluzione di carattere “istituzionale” al problema del risarcimento dei risparmiatori sia, ancora oggi, la più probabile e “compliance” con il processo in atto».
Restando in tema di crisi, gli Ordini di Chieti, Pescara, Lanciano ed Avezzano hanno deliberato di costituire un unico organismo per la gestione di quella da sovraindebitamento. Entro la fine di febbraio, infatti, verrà formalizzata la nascita della struttura con competenza nelle circoscrizioni dei relativi tribunali. «Tale iniziativa», sottolinea Rosa, «rappresenta uno dei primi esempi, se non il primo, a livello nazionale di OCC comune a più Ordini dei commercialisti ed è stata voluta ed attuata dai rispettivi Consigli per ottimizzare l’organizzazione ed il funzionamento dell’Organismo, uniformare le procedure e garantire adeguati livelli di formazione ed assistenza agli operatori, a vantaggio degli utenti e di tutti i cittadini».

Per valorizzare e tutelare la figura del commercialista, l’Ordine di Chieti ha costituito una sua Fondazione, avvalendosi di un proprio centro studi che promuove la ricerca e lo studio in campo economico, giuridico e fiscale. «Alla Fondazione, presieduta da Giuseppe Bernabeo», afferma Rosa, «sono demandati l’organizzazione e lo svolgimento delle iniziative di carattere formativo e di studio in favore dei colleghi e dei praticanti. L’azione è orientata verso iniziative di alta valenza formativa e dal taglio multidisciplinare». Da diversi anni, infatti, l’Ordine e la Fondazione dei commercialisti condividono con la Fondazione e l’Ordine forense di Chieti l’organizzazione di molteplici eventi su temi di comune interesse in materia fiscale, societaria e delle esecuzioni. «In tale ambito», spiega Rosa, «la nostra Fondazione si è fatta promotrice, assieme all’omologa Fondazione forense, dell’istituzione dell’Osservatorio sulle procedure fallimentari e di vendita delegata presso il tribunale di Chieti, avente ad oggetto la definizione e la divulgazione delle best practices relative alle procedure medesime. Lo scorso maggio, tra le iniziative di carattere straordinario, la Fondazione si è occupata anche dell’organizzazione del convegno nazionale “I Commercialisti leader nella gestione delle crisi da sovraindebitamento”, tenutosi a Chieti». E proprio per valorizzare i lavori delle realtà locali, la Fondazione nazionale dei commercialisti ha realizzato il progetto “La Rete delle conoscenze” attraverso cui le Fondazioni dei singoli Ordini possono mettere in comune i propri lavori. «Il progetto rappresenta, per l’Ordine di Chieti e la sua Fondazione, un tassello importante del sistema di formazione ed aggiornamento a disposizione degli iscritti, che si affianca alle circolari giornaliere di attualità ed alle altre circolari periodiche. Purtroppo non riusciamo a garantire la regolare produzione di contributi da condividere nella Rete, ma è innegabile la valenza dello strumento, anche in termini di visibilità, per tutta la categoria».

Un importante riferimento per gli iscritti all’Ordine di Chieti è certamente il consigliere nazionale Felice Ruscetta, che è anche presidente del comitato direttivo della Fondazione nazionale ADR commercialisti . «Il consigliere Ruscetta rappresenta un riferimento per gli Ordini abruzzesi e delle regioni limitrofe: numerosi sono gli spunti ed i suggerimenti che, in occasione delle riunioni della Federazione degli Ordini di Abruzzo e del Molise, è solito fornire, con particolare attenzione alle novità di maggiore interesse per la categoria. Così è stato, qualche anno fa, per la costituzione dell’Organismo di mediazione dell’Ordine di Chieti e, oggi, per la nascita dell’Organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento degli Ordini di Chieti, Pescara, Lanciano ed Avezzano».

A Chieti, secondo il Rapporto 2015 sull’Albo dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, è aumentato il numero sia dei commercialisti iscritti all’Albo (2,9%) sia quello dei praticanti (10%). La professione è ancora attrattiva? «Uno dei principali obiettivi di mandato del Consiglio che presiedo», risponde Rosa, «è rappresentato dall’attenzione e dalla vicinanza agli iscritti più giovani ed ai praticanti. In tale ambito, numerose sono state le iniziative poste in essere: dalla riduzione delle quote contributive al periodico incontro con i colleghi, passando dalla proposizione di eventi formativi dedicati alla pratica professionale di base ed alla preparazione alla professione. Penso, pertanto, che i confortanti dati relativi al numero di iscrizioni possano essere ascritti anche a queste scelte, oltre che alla innegabile attrattiva che la professione continua ad esercitare sui giovani laureati». La crescita degli iscritti, però, non scongiura gli effetti negativi causati dalla crisi economica degli ultimi anni visto che, a livello nazionale, i redditi professionali dei commercialisti sono in calo per il secondo anno consecutivo. «L’effetto della duratura crisi congiunturale», commenta il presidente Rosa, «ha prodotto una contrazione del trend di crescita dei redditi professionali anche nella nostra realtà, così come ha portato numerosi colleghi a ripensare l’organizzazione del lavoro ed ampliare e diversificare gli ambiti di azione. E grazie a tali iniziative la categoria è riuscita a mantenere redditi tendenzialmente stabili anche in un periodo in cui altre professioni hanno subito contrazioni talvolta significative».

Parliamo di economia. Secondo Confindustria Abruzzo, malgrado vi sia stato un incremento delle assunzioni a tempo indeterminato (19,2%) e delle trasformazioni a tempo indeterminato dei contratti a termine (8%), la ripresa, almeno per quanto riguarda i principali indicatori di produzione, tarda ad arrivare. In tale clima, emerge il dato drammatico relativo agli investimenti, previsti solo dal 10% delle imprese. «Non vorrei sembrare disfattista», commenta il presidente dei commercialisti di Chieti, «ma dei trionfalistici proclami sulla ripresa in atto da parte del governo e di alcune associazioni, peraltro recentemente smentite dalle medesime fonti ufficiali, non si rintracciano segni evidenti dalle nostre parti. Eccezion fatta per alcune realtà, operanti in ambiti di nicchia o di eccellenza, l’economia regionale sembra essere ancora al palo». A favore del Sud, però, la Giunta regionale ha approvato lo scorso dicembre il Masterplan Abruzzo, che prevede interventi per la realizzazione e ristrutturazione di infrastrutture e la promozione di una politica di sviluppo eco-compatibile ed eco-sostenibile a favore dell’ambiente e dei territori. «Certamente il Masterplan 2014-2020», conclude Rosa, «può costituire un formidabile strumento di sviluppo e di crescita per l’intera Regione, e la nostra categoria, anche attraverso la Federazione degli Ordini territoriali, ha fornito e fornirà un prezioso supporto professionale alla concreta realizzazione delle misure previste».

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