“Un confronto costruttivo, nel corso del quale è emersa la volontà dell’Istituto di porre mano ai problemi da noi segnalati, nell’ottica di una velocizzazione dell’erogazione della cassa integrazione. Si sono poste le basi per una fattiva collaborazione inter istituzionale e si è riconosciuto il grande impegno reciproco profuso per la gestione dell’emergenza occupazionale orientata alla maggiore tutela dei lavoratori”. E’ quanto afferma il Consigliere nazionale dei commercialisti delegato alla materia del lavoro, Roberto Cunsolo, a proposito dell’incontro avuto oggi con il presidente dell’INPS, Pasquale Tridico. “Per noi”, aggiunge Cunsolo, “è fondamentale individuare soluzioni di ampio respiro per una semplificazione delle procedure amministrative relative alla concessione e alla gestione dei trattamenti di integrazione salariale”.  

L’incontro era stato chiesto nei giorni scorsi dalla categoria per rappresentare all’Istituto alcune criticità legate in particolare ai “termini decadenziali troppo stringenti per il modelli SR41”. Sul tema i commercialisti avevano recentemente scritto anche al Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. La richiesta dei commercialisti è quella di “prevedere una moratoria generale atta a consentire il differimento o la proroga delle scadenze, in modo da permettere ai datori di lavoro e agli intermediari abilitati di provvedere agli adempimenti richiesti nell’anno passato o, in subordine, una sanatoria dei modelli “SR41” già inviati all’INPS ma oltre i termini di legge”. In questa direzione, annuncia Cunsolo, vanno alcuni emendamenti presentati al Milleproroghe da noi sollecitati”.  

“Le nuove disposizioni emanate in materia di ammortizzatori sociali”, spiega Cunsolo, “non hanno apportato modifiche all’articolo 1, comma 6, del d.l. n. 104/2020, in materia di pagamento diretto dei trattamenti di integrazione salariale da parte dell’INPS, e ne vedono riproposto il contenuto nella legge di Bilancio per il 2021 (v. art.1, comma 302, l. n. 178/2020). I datori di lavoro anche per il tramite dei loro intermediari sono obbligati ad inviare all’Istituto previdenziale, tramite i modelli “SR41”, tutti i dati necessari per il pagamento o per il saldo delle integrazioni salariali entro la fine del mese successivo a quello in cui è collocato il periodo di integrazione salariale, ovvero, se posteriore, entro il termine di trenta giorni dall’adozione del provvedimento di concessione da parte dell’INPS. Trascorsi inutilmente tali termini, il pagamento dei trattamenti di cui sopra e gli oneri ad essa connessi rimangono a carico del datore di lavoro “inadempiente”.  

Secondo Cunsolo “la scelta di introdurre termini decadenziali così stringenti, oltre che per l’inoltro delle domande di trattamento, anche per l’invio dei citati modelli “SR41” è irragionevole in considerazione della miriade di nuovi adempimenti che recano tempistiche e scadenze incalzanti, non commisurate alla complessità del lavoro da svolgere. Il mancato adempimento, peraltro, espone a responsabilità inique i datori lavoro e conseguentemente – in misura preponderante – i professionisti delegati all’amministrazione del personale, obbligati a confrontarsi con la complessità del contesto normativo, con le criticità dei portali telematici istituzionali deputati al flusso informativo e con le emergenze aziendali conseguenti alla pandemia”.  Cunsolo denuncia “l’abnormità delle conseguenze del mancato rispetto dei termini decadenziali, anche in considerazione dell’attuale contesto emergenziale. Si impone un’attenta riflessione al fine di ripristinare una fisiologica gestione degli ammortizzatori sociali e a prevenire ulteriori criticità sociali connesse alla mancata percezione dei trattamenti di integrazione salariale”. Da qui la richiesta dei commercialisti di una moratoria generale che consenta il differimento o la proroga delle scadenze”. 

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