Un protocollo bilaterale di cooperazione che punti ad agevolare le iniziative di internazionalizzazione delle imprese. È il progetto al quale lavoreranno nei prossimi mesi i commercialisti italiani e quelli marocchini, che è stato al centro degli incontri tra il presidente nazionale degli Experts Comptables del Paese nordafricano, Abdellatif El Qortobi, e una delegazione del Consiglio nazionale dei commercialisti italiani, guidata da Giovanni Gerardo Parente. Le riunioni di lavoro tra i rappresentanti delle professioni economiche dei due Paesi si sono tenute nell’ambito di una missione di studio dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, che ha toccato i più importanti centri economici e finanziari del Marocco, con tappe nella capitale Rabat e a Casablanca. La missione ha consentito alla delegazione italiana di avviare proficui contatti con Istituzioni locali e con operatori finanziari, oltre che con le nostre Istituzioni diplomatiche in Marocco.
Come spiega Filippo Maria Invitti, chairman di un workshop svoltosi a Casablanca, coordinatore nazionale della commissione Internazionalizzazione delle imprese e Presidente di Vicina, l’associazione promotrice della missione, «le prospettive di sviluppo dell’export italiano trovano nel Marocco un partner commerciale strategico, sia per la contiguità geografica e sia per le opportunità quale mercato di sbocco, stante la crescita economica rilevante nonché la accertata stabilità politica».
Invitti sottolinea anche come «il rinnovato ruolo dei commercialisti italiani nell’affiancare gli imprenditori delle imprese piccole e medie nei progetti di sviluppo internazionale, garantisce a questi ultimi un apporto di informazioni, relazioni e competenze che agevolano l’implementazione delle attività imprenditoriali sui mercati esteri».
Apprezzati gli interventi nel workshop di Giovanni Bifulco, direttore dell’Ufficio Ice di Casablanca, che ha illustrato lo scenario economico locale e le opportunità di investimento, e di Luca Pezzani, responsabile della Camera di commercio italiana in Marocco, che si è soffermato sull’attività del sistema camerale all’estero, oltre che di Mario Di Vito, dell’Ufficio locale di rappresentanza del Monte dei Paschi di Siena, che ha presentato le caratteristiche del sistema bancario marocchino, e di Aziz Chabib, commercialista, che ha descritto il sistema contabile e fiscale del Marocco.

La Professione in Marocco

Ad accompagnare e sostenere le imprese, in questo mercato sempre più dinamico, sono i commercialisti e in particolare gli Experts-Comptables – professione ordinistica e altamente regolamentata – ieri pienamente ispirati al modello francese, oggi proiettati sul più ampio e attento recepimento degli standard internazionali emanati da Ifac e Iasb.
Nell’Ordinamento nazionale, l’Ordre des Experts Compable du Royaum du Maroc, è l’ente preposto alla rappresentanza e alla diretta regolamentazione dell’attività professionale. L’Ordine ha dunque le funzioni di statuire i principi di revisione e di regolamentare, organizzare e gestire il controllo di qualità delle revisioni legali, definire gli standard in materia di formazione continua, deontologia e disciplinare.
Per abilitarsi alla professione è necessaria una formazione universitaria, un triennio di pratica e il superamento di esami organizzati dall’Ordine. A differenza di molti altri Paesi, in Marocco vi è un solo istituto al quale appartengono sia gli esperti in materia contabile sia i revisori legali.
I principi contabili del settore pubblico sono emanati da un apposito organismo – Conseil National de la Comptabilitè (Cnc) – al quale partecipano di diritto tre rappresentanti su sette dell’Ordre stesso – e orientando gli standard nazionali sugli Ipsas (International Public Sector Accounting Standards). Nel settore privato lo stesso Cnc condivide la competenza con l’Autoritè di vigilanza su borsa e mercati – Moroccan Stock Exchange Commission – e anche in questo caso avviandosi all’adozione degli Ifrs come standard di riferimento.

Dati economico – finanziari (fonte Sace spa 2014)
Per sostenere l’implementazione delle riforme economiche necessarie e promuovere la crescita, oltre a mitigare l’impatto derivante da shock esogeni, il Fmi ha approvato una “linea di liquidità precauzionale” del valore di circa 5 miliardi di dollari.
Settori in rapida espansione: il governo locale incoraggia gli investimenti nel settore automobilistico, oltre a quelli già realizzati da parte della Renault (1,3 miliardi di dollari) relativi a dei nuovi impianti di assemblaggio. In rapida espansione anche l’industria aerospaziale e i servizi di logistica, trainati dai recenti investimenti volti al consolidamento infrastrutturale del porto Tanger Med. Si segnala inoltre il coinvolgimento di banche regionali e di sviluppo, attive nel Paese, con riflessi positivi su progetti infrastrutturali.
L’interscambio commerciale tra il Marocco e l’Italia resta positivo per quest’ultima. Nel 2013 il saldo commerciale ha registrato un rialzo dopo un trend in discesa perdurante dal 2008. L’export italiano è cresciuto del 12%, superando gli 1,5 miliardi di euro. Le nostre importazioni hanno registrato una crescita in pratica equivalente alle esportazioni, attestandosi a 657 milioni di dollari. Settori di maggior rilevanza restano quelli della meccanica strumentale (21,7%), della moda (20,7%), della manifattura (8,9%) e della metallurgia (8,6%).
L’Italia si colloca all’undicesimo posto per investimenti nel Paese, in miglioramento rispetto agli anni passati. Considerevoli investimenti italiani sono inoltre presenti nel settore della logistica, del trasporto passeggeri e dei servizi. Nel 2013 è stata sottoscritta una partnership Ue-Marocco sul tema immigrazione, la prima di questo tipo a coinvolgere l’Europa e un Paese della sponda sud del Mediterraneo. L’obiettivo è di contenere l’immigrazione irregolare facilitando il rilascio di visti per studenti, ricercatori e imprenditori, anche tramite il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali e dei diplomi universitari. L’intesa rappresenta un’opportunità per il nostro business (nel Paese operano più di 150 imprese italiane, attive soprattutto nei settori delle apparecchiature industriali, dell’edilizia, del turismo e alimentare) e andrà a rafforzare i rapporti commerciali: nel 2012 l’export italiano in Marocco ha raggiunto un valore di 1.4 miliardi di euro, con un surplus commerciale pari a 780 mila euro.
Sempre nel 2013 è stato siglato l’accordo per il quarto pacchetto di conversione di una quota del debito marocchino verso l’Italia, pari a 15 milioni di euro. Nell’ambito dell’intesa, la cancellazione del debito corrisponde al finanziamento, per lo stesso importo, di iniziative nei settori dello sviluppo umano, dell’archeologia e della sanità. Il primo pacchetto di conversione del debito marocchino verso l’Italia risale al 2000, per un importo pari a circa 100 milioni di dollari.

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