Il Consiglio nazionale dei commercialisti ha pubblicato il documento “Sostenibilità aziendale e sviluppo professionale. Corporate governance e risk management”, a cura del Gruppo di lavoro “Sostenibilità e informazione non finanziaria”, che presidia argomenti trasversali alle aree “Diritto societario” e “Sistema di amministrazione e controllo”. Principale obiettivo del documento è illustrare alcuni sostanziali cambiamenti intervenuti nelle attività professionali connesse ai processi di disclosure aziendale (in specie nelle attività di rendicontazione e di controllo) e, più in generale, nelle funzioni di amministrazione nella valutazione delle variabili dell’economia della sostenibilità.

Con riguardo agli ambiti del reporting e del controllo, modifiche nei contenuti delle attività professionali derivano immediatamente della nuova cornice normativa, in particolare, dalle disposizioni introdotte prima dal d.lgs. n. 254/2016 e poi dalla riforma del Terzo settore. Con riferimento al “secondo settore”, e, nello specifico, agli “enti di interesse pubblico” di grandi dimensioni (ma anche alle imprese qualificatesi come imprese sociali o società benefit, altresì destinatarie di specifici obblighi in materia di rendicontazione non finanziaria), le opportunità di crescita delle attività professionali non si limitano alle fattispecie di adempimento da parte degli enti obbligati dalla direttiva di disclosure non finanziaria, ma si estendono anche alla consulenza per l’implementazione del non-financial reporting nelle imprese di medie e piccole dimensioni che intendano intraprendere o perfezionare il sustainability reporting per ragioni reputazionali o strategiche. Il cambio di passo ha coinvolto anche il settore non profit, in specie tutte quelle organizzazioni che, per volontà o per legge, rientrano o rientreranno nel nuovo quadro normativo sviluppato nell’ambito della Riforma del “Terzo settore”: la recente approvazione del decreto (di cui si è solo in attesa di pubblicazione in Gazzetta) del Ministro del Lavoro e delle politiche sociali recante “Linee guida per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo settore ai sensi dell’art. 14, co. 1, del d.lgs. 117/2017 e, con riferimento alle imprese sociali, dell’art. 9, co. 2, del d.lgs. 112/2017” dà finalmente attuazione alle disposizioni contenute nei decreti legislativi di attuazione della legge delega n. 106/2016, disciplinando gli obblighi di redazione, deposito e pubblicazione del bilancio sociale da parte di un’ampia cerchia di enti non profit, con riguardo alla tempistica, alla modalità di predisposizione e pubblicazione dei documenti rendicontativi e alla realizzazione dei processi di reporting e di controllo di conformità.

“Oltre che sulle attività professionali – afferma il presidente del consiglio nazionale, Massimo Miani –  l’evoluzione normativa e la percezione sociale delle tematiche inerenti alla sostenibilità economico-produttiva generano conseguenze non trascurabili sull’esercizio delle funzioni proprie del consiglio di amministrazione, che ha un ruolo nel governo della sostenibilità sotto diversi profili, tra i quali la formulazione delle strategie aziendali; la predisposizione dei presidi ai fini della gestione di svariate tipologie di rischi; l’articolazione del sistema di remunerazione in rapporto agli obiettivi strategici dell’impresa e, dunque, anche a quelli di sostenibilità”.

Il documento è articolato in due parti. Nella prima sono riportati dati idonei a percepire la diffusione dei fenomeni di rendicontazione di corporate responsibility (CR) e di asseverazione e il valore loro attribuito dalle aziende e dal sistema economico in ambito nazionale; successivamente, sono delineati i tratti principali delle “recenti” modifiche intervenute nella cornice normativa nazionale negli ambiti delle imprese commerciali di grandi dimensioni e del Terzo settore.

“Il cuore del documento – spiega il consigliere nazionale delegato all’area del Diritto societario, Massimo Scotton – è la sua seconda parte, nella quale è illustrato l’impatto dell’evoluzione delle tematiche inerenti alla sostenibilità economico-produttiva e della sustainability disclosure su diverse tipologie di attività professionali e aziendali. In questa parte, prima si distinguono e si approfondiscono le attività dei professionisti nell’esercizio delle funzioni di sindaco (alla luce delle disposizioni del d.lgs. 254/2016 e delle indicazioni fornite dal CNDCEC nel documento “L’autovalutazione del Collegio Sindacale” del maggio 2019), di attestatore e asseveratore di report CR (anche in funzione delle previsioni di cui al Regolamento CONSOB del 18 gennaio 2018 emanato ai sensi dell’art. 9 del d.lgs. n. 254/2016) e di consulente nella predisposizione di report CR (sotto la lente delle varie normative che impongono la valutazione dei rischi non finanziari, dei rischi di sostenibilità e delle politiche ESG adottate dall’organizzazione). Si evidenziano quindi le fondamentali implicazioni che la considerazione delle variabili di sostenibilità aziendale genera per gli amministratori nella gestione dell’azienda (in funzione dei tre ambiti “Strategia”, “Organizzazione” e “Remunerazione”). Quindi, il documento analizza, in un paragrafo dedicato, anche le responsabilità civili e penali, rispettivamente, dell’organo di controllo e degli amministratori. Nelle conclusioni viene infine formulata una raccomandazione di indirizzo agli organi di governance affinché siano implementate, in concreto, le azioni volte ad accrescere sempre di più la “sostenibilità” delle imprese e delle organizzazioni nel contesto dei mercati nazionali e internazionali”.

 

 

 

 

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