“Una vicenda gravissima, l’ennesima dimostrazione della superficialità e della disattenzione con le quali la politica approccia le questioni legate all’universo dei liberi professionisti italiani. E anche la dimostrazione di come finanche in questo frangente drammatico l’Italia soccomba a norme che cambiano nottetempo, farraginose, spesso incomprensibili. Quando l’emergenza sarà finita si dovrà affrontare di petto il tema di una burocrazia eccessiva che imbriglia il Paese, i suoi cittadini e la sua economia ”.

E’ il commento di Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti alla notizia del cambio di requisiti per ottenere il bonus da 600 euro per i professionisti iscritti alle Casse di previdenza previsto dal Cura Italia, a seguito della pubblicazione in nottata in Gazzetta Ufficiale del nuovo decreto governativo. Con la pubblicazione del decreto, si precisa ora che l’indennità spessa agli “iscritti n via esclusiva” alla Casse private “non titolari di trattamento pensionistico“. Una novità che blocca i pagamenti imminenti di parte delle domande di accesso al sussidio, presentate agli Enti dal primo aprile.

“Le Casse – spiega Miani – erano già pronte ad erogare il bonus grazie anche al lavoro svolto nei giorni scorsi da migliaia di nostri colleghi che hanno inviato le richieste per i loro clienti liberi professionisti, facendo i salti mortali per interpretare norme del tutto incerte. Ora tutto si ferma incredibilmente, con un ulteriore allungamento dei tempi per l’erogazione di cifre comunque insufficienti per sostenere concretamente centinaia di migliaia di liberi professionisti che, esattamente come milioni di altri lavoratori italiani, stanno patendo gli effetti dell’emergenza. Avevamo duramente criticato il “Cura Italia” per la clamorosa disparità di trattamento riservata ai professionisti iscritti agli Ordini professionali – conclude – ma quello che succede oggi lascia davvero senza parole”.

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