“Le dichiarazioni rilasciate dal Viceministro Enrico Zanetti e dal direttore delle Entrate Rossella Orlandi sullo spesometro trimestrale sono a dir poco sorprendenti”. E’ quanto afferma il presidente dei commercialisti italiani, Gerardo Longobardi. Se Zanetti, a margine dei lavori della commissione Finanze della Camera, ha sostenuto che sulla nuova tempistica delle dichiarazioni Iva “il tema non è mettere in discussione la cadenza trimestrale ma le parallele semplificazioni promesse e che devono trovare spazio”, la Orlandi, nel corso di un’audizione parlamentare sul decreto fiscale, si è spinta fino a sostenere che la comunicazione trimestrale delle fatture emesse e ricevute “non crea un onere particolarmente pesante” e che anzi, nel giro di qualche mese, “può portare ad un alleggerimento degli adempimenti” se accompagnato dalla cancellazione di altri flussi di comunicazioni. Per il direttore delle Entrate, dunque, lo spesometro trimestrale è “assolutamente sopportabile” perché si tratta di “dati che tutte le aziende elaborano già nei loro sistemi gestionali”.

“Affermare che esso non crei oneri particolarmente pesanti”, è la replica di Longobardi, “appare una dichiarazione sinceramente irrispettosa del lavoro di chi, come i commercialisti italiani, è vittima di un fisco ben lungi dall’essere semplificato”. “Ribadiamo”, continua il presidente dei commercialisti, “quanto già detto in audizione alla Camera: lo spesometro trimestrale, a prescindere dalla pur auspicabile approvazione del pacchetto di semplificazioni, è un unicumnelle realtà fiscali delle economie avanzate che genera una moltiplicazione di adempimenti inutile e incredibile per autonomi e imprese. Chiudere, come sembrano fare Zanetti e Orlandi, anche rispetto alla ventilata ipotesi di renderlo almeno semestrale, sembra una vera e propria provocazione”.

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