Il tema del passaggio generazionale rimane, anche ai tempi del Covid-19, una delle grandi questioni da affrontare nelle piccole, medie e grandi aziende a controllo familiare. Per questo motivo, Italian Family Business (AIDAF), Consiglio nazionale commercialisti e Università Commerciale “Luigi Bocconi” hanno organizzato il ciclo di quattro seminari “Il passaggio generazionale nella aziende familiari: regole e strumenti” – che si svolgerà il 7, 9, 14 e 16 luglio (ore 18:00-19:15) – per proporre ai professionisti che affiancano le famiglie imprenditoriali le regole e gli strumenti che possono favorire processi tempestivi, ordinati ed efficienti.

Il tema verrà sviluppato da varie prospettive: economico-aziendale, professionale, fiscale, legale. I seminari sono aperti anche ai membri delle stesse famiglie imprenditoriali. Gli incontri sono dedicati a “Le aziende familiari: numeri e regole per il passaggio generazionale” (7 luglio), “Holding e statuti societari” (9 luglio), “Trust, patti di famiglia, testamenti” (14 luglio) e “La dimensione fiscale nei passaggi generazionali” (16 luglio). Per il Consiglio nazionale dei commercialisti parteciperanno i consiglieri Maurizio Grosso, Massimo Scotton e Raffaele Marcello.

Le imprese familiari costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana. L’ultima edizione dell’Osservatorio AUB restituisce infatti la fotografia di un’economia in cui le imprese familiari con un fatturato superiore a 20 milioni di euro rappresentano il 65% del totale delle imprese italiane, consolidando un fatturato complessivo di oltre 730 miliardi di euro ed impiegando circa 2,4 milioni di lavoratori. Allargando la visuale alle imprese con un fatturato inferiore a 20 milioni di euro, si stima che la percentuale aumenti attorno all’85%.

I dati dell’Osservatorio confermano inoltre come le imprese a proprietà familiare creano occupazione (+20,1% negli ultimi sei anni, seguito dal +14,4% delle cooperative e consorzi, il +5,7% delle filiali di imprese estere, il +1,4% delle coalizioni, il –8,7% delle imprese controllate da fondi e il –12,3% delle imprese ed enti statali), crescono più delle altre tipologie di aziende (+47,2% negli ultimi dieci anni, contro il 37,8% delle altre imprese), registrano una redditività più alta (ROI del 2016 al 9,1% contro il 7,9% di altre forme societarie) e hanno un rapporto di indebitamento più basso.

Sotto il profilo della incidenza delle aziende familiari, il contesto italiano risulta essere in linea con quello delle principali economie europee quali Francia (80%), Germania (90%), Spagna (83%) e UK (80%) mentre l’elemento differenziante rispetto a questi paesi è rappresentato dal minor ricorso a manager esterni da parte delle famiglie imprenditoriali: il 66% delle aziende familiari italiane ha l’intero management composto da componenti della famiglia mentre in Francia questa situazione si riscontra nel 26% delle aziende familiari e in UK solo nel 10%.

Le aziende familiari italiane si distinguono anche per la longevità: tra le prime 100 aziende più antiche al mondo 15 sono italiane e, tra queste, cinque – Fonderie Pontificie Marinelli (anno di fondazione 1000), Barone Ricasoli (1141), Barovier & Toso (1295), Torrini (1369) e Marchesi Antinori (1385) – sono tra le dieci aziende familiari più antiche tuttora in esercizio.

Le aziende familiari rappresentano numericamente circa quasi il 60% del mercato azionario italiano (che vede quotate complessivamente circa 290 aziende) e pesano per oltre il 25% della sua capitalizzazione.

La partecipazione ai webinar dà diritto al riconoscimento dei crediti formativi per gli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Al termine dell’iscrizione si riceverà una e-mail di conferma con le indicazioni per la partecipazione.

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