Arriverà entro maggio l’atteso decreto sulle semplificazioni fiscali. Ad annunciarlo, nel corso di un convegno promosso dal Consiglio nazionale dei commercialisti svoltosi oggi a Roma nei locali della Fondazione di categoria, è stato il Viceministro dell’Economia Luigi Casero, il quale ha invece rimandato alla legge di stabilità 2017 l’ipotesi di abolizione degli studi di settore per gli autonomi, una più puntuale definizione di autonoma organizzazione ai fini dell’esenzione Irap e la proroga automatica di sessanta giorni dei termini per dichiarazioni e versamenti. Misure che necessitano di coperture importanti e sulle quali il governo è costretto quindi a prendere tempo.

Maggiori certezze invece sulle norme che dovrebbero giungere entro la fine del mese: si va dalla sospensione feriale dei termini amministrativi a carico del contribuente all’abrogazione della comunicazione dei beni aziendali in godimento per i soci, dal ripristino dell’F24 cartaceo per i soggetti privi di partita Iva alla soppressione del registro delle dichiarazioni d’intento fino all’irrilevanza per il professionista delle spese di viaggio e trasporto anticipate dal committente. Tutte norme chieste nei mesi scorsi dal Consiglio nazionale dei commercialisti e che, grazie ad un proficuo lavoro di interlocuzione con Mef e Agenzia delle Entrate, si apprestano a vedere la luce, secondo quanto affermato da Casero, in un apposito decreto correttivo alla delega fiscale oppure nel decreto legge su crescita e competitività anticipato nei giorni scorsi dal Ministro Padoan. Un’interlocuzione che, come sottolineato dallo stesso Viceminsitro, ha visto in questi mesi commercialisti e governo impegnati assieme per un «fisco amico» che superi quelli che il Viceministro ha definito «i suoi tre punti deboli», vale a dire «eccesiva complessità, poca certezza e pressione fiscale troppo alta». Il tutto inquadrato nell’ottica di un «rapporto diverso tra erario e contribuenti, maggiormente basato sulla fiducia e più efficace nel contrasto all’evasione, così come delineato di recente dall’importante circolare delle Entrate sulla compliance».

Proprio sui consistenti frutti del lungo lavoro di confronto con Mef ed Entrate svolto dal Consiglio nazionale dal suo insediamento ad oggi, ha molto insistito nel suo intervento il presidente nazionale della categoria, Gerardo Longobardi. Nel capitalizzare i risultati già raggiunti nella legge di stabilità 2016, come anche quelli su voluntary disclosure e 730 precompilato, Longobardi ha però sottolineato come ci siano altre importanti questioni che, se non dovessero rientrare, come sembra ormai certo, nel decreto annunciato per maggio, potrebbero trovare posto nella legge di stabilità 2017, tracciando così un percorso in sintonia con quello delineato da Casero. Il riferimento del presidente dei commercialisti è innanzitutto «alla vexata quaestio del contraddittorio preventivo, sulla cui centralità si è recentemente pronunciata la stessa Agenzia delle Entrate nella circolare sui controlli». «Un’attività di controllo sistematicamente incentrata sul contraddittorio preventivo con il contribuente», affermano le Entrate, «da un lato rende la pretesa tributaria più credibile e sostenibile, dall’altro scongiura l’effettuazione di recuperi non adeguatamente motivati perché non preceduti da un effettivo confronto». Per Longobardi è arrivato quindi il momento di «risolvere una volta per tutte in via normativa la questione della necessità del “contraddittorio” preventivo ai fini della validità dell’atto di accertamento».

Il leader dei commercialisti ha poi sottolineato l’importanza di una legge che «introduca nel nostro ordinamento la proroga automatica dei termini per la presentazione di dichiarazioni e l’effettuazione dei versamenti al verificarsi di ritardi nella pubblicazione dei provvedimenti attuativi o dei software applicativi». Si tratterebbe «di un importante segno di civiltà: una sorta di clausola di salvaguardia contro i potenziali “abusi” di un sistema fiscale “disattento” nei confronti dei cittadini/contribuenti, che sia in grado di assicurare tempi certi e congrui per l’effettuazione degli adempimenti fiscali». Per evitare che possano configurarsi reati di omesso versamento a carico del contribuente che sia creditore della Pubblica Amministrazione, Longobardi ha poi chiesto «una disposizione di legge per depenalizzare gli omessi versamenti fino a concorrenza dei crediti certificati dallo stesso vantati nei confronti della P.A.». Il presidente dei commercialisti ha infine criticato le modifiche apportate dalla legge di stabilità del 2016 ai termini di accertamento, che a suo dire, «ferma restando l’abrogazione del raddoppio dei termini per le fattispecie penalmente rilevanti, andrebbero riportati alla vecchia disciplina, sicuramente più in linea con la finalità della maggiore certezza del diritto perseguita dal legislatore anche con la recente riforma fiscale».

Alle richieste di Longobardi si sono poi aggiunte anche quelle formulate da Luigi Mandolesi. Il Consigliere nazionale dei commercialisti con delega alla fiscalità ha messo insieme quella che lui stesso ha definito una «lista della spesa», di cui fanno parte l’abrogazione della presunzione legale di maggiori compensi per versamenti non giustificati sui conti correnti bancari, la deducibilità integrale delle spese di aggiornamento professionale (comprese quelle per vitto, alloggio e viaggio), la revisione della nozione di “omessa dichiarazione”, prevedendo la possibilità di avvalersi del ravvedimento operoso, prima dell’avvio dei controlli, entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo, in conformità peraltro alle nuove ipotesi di riduzione delle sanzioni sia penali che amministrative previste in casi analoghi. Richieste alle quale Mandolesi ha affiancato anche la proposta di una complessiva sistemazione della determinazione dei redditi di lavoro autonomo.

A margine del convengno, infine, Casero ha anunciato che non ci sarà alcuna proroga per Unico, dal momento che l’Amministrazione finanziaria ha quest’anno rilasciato per tempo Gerico, il software per gli studi di settore.

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