Valentina Vezzali, campionessa olimpionica di scherma e portabandiera italiana alle Olimpiadi di Londra 2012, è stata eletta alla Camera dei Deputati con Scelta Civica nel 2013. Da sempre, si batte per sostenere lo sport dilettantistico nelle piccole realtà sportive di provincia.

L’Enna Calcio ha messo in campo la prima forma di azionariato diffuso in ambito dilettantistico in Italia grazie all’Ordine dei commercialisti di Enna, con l’introduzione di uno strumento che permette di partecipare attivamente alla gestione societaria con un investimento minimo di 100 euro. Anche lei ha sottoscritto una quota societaria. Cosa l’ha spinta?
Ho sottoscritto una quota societaria perché aderisco volentieri ad iniziative come queste che rappresentano una nuova forma di sostegno allo sport, soprattutto quando, in ambito locale, esso diventa punto di riferimento e polo gravitazionale per tanti giovani.
Il periodo socio-economico che stiamo attraversando, ovviamente, sta condizionando molto il mondo dello sport. Diverse società sono in difficoltà e tante altre realtà sportive sono scomparse. A scomparire non è solo un patrimonio di valori, ma anche vere occasioni di crescita sociale per ragazzi e giovani.
Il ruolo dello sport nella società è stato per tanto tempo sottovalutato. Adesso va riscoperto e, per farlo, serve anche un sostegno reale a tante iniziative quali quella dell’azionariato popolare, che ad Enna è diventato realtà. Non solo condivido l’iniziativa, ma anzi mi auguro essa possa essere presa ad esempio in altri contesti su tutto il territorio italiano.

Lei ha affermato di voler utilizzare questo progetto pilota per promuovere una proposta di legge a favore dello sport dilettantistico. Può spiegarci di cosa si tratta? Che tempi prevede?
L’esperienza di Enna mi ha spinto ad approfondire ancora di più questa tematica. Ho vissuto in prima persona le difficoltà delle piccole realtà sportive di provincia, che però rappresentano il cuore pulsante dello sport italiano. Ecco perché, a mio avviso, non si può trascurare il settore ed è necessaria anche una normativa capace di sostenere queste realtà!
Per questa ragione ho presentato una proposta di legge che ha lo scopo di estendere anche alle società sportive dilettantistiche i benefici del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 2 aprile 2009, che ammette le associazioni sportive dilettantistiche (ASD) al riparto del 5 per mille dell’IRPEF.
Questa richiesta è supportata dall’art. 90 della legge n. 289 del 27 dicembre 2002, che prevede che “le disposizioni della legge 16 dicembre 1991, n. 398 e successive modificazioni, e le altre disposizioni tributarie riguardanti le associazioni sportive dilettantistiche si applicano anche alle Società Sportive Dilettantistiche costituite in società di capitali senza fine di lucro”. Questa misura ha di fatto equiparato le agevolazioni a favore delle Associazioni Sportive Dilettantistiche anche alle Società Sportive Dilettantistiche, a patto che rispettino la limitazione del divieto di lucro.
Sono convinta che questo può essere uno strumento importante di sostegno al dilettantismo sportivo, a vario livello.

È allo studio una proposta di legge sulla promozione ed il riconoscimento della funzione sociale dello sport. In questa prospettiva, è ipotizzabile una norma che potrebbe agevolare l’organizzazione delle attività sportive dilettantistiche e la partecipazione a manifestazioni e gare di discipline sportive?
Sin dall’inizio del mio impegno politico, ho cercato di sviluppare iniziative parlamentari a supporto dello sport che è stato e continua ad essere il mio mondo. Ho seguito con particolare interesse, sin dall’inizio del suo iter, la proposta di legge sulla “promozione ed il riconoscimento della funzione sociale dello sport”, che ha raccolto anche alcuni miei contributi.
Sono profondamente convinta che si tratterà di un testo che permetterà allo sport dilettantistico di avere benefici immediati, innanzitutto regolamentando un settore che ha oggi necessità di alcuni interventi. Credo che quanto prevede la proposta di legge in merito alla gestione degli impianti sportivi pubblici o sul riconoscimento del volontariato sportivo, così come le politiche di detrazioni fiscali per le iscrizioni a società o ad associazioni sportive, o anche le disposizioni tributarie in materia di associazioni sportive dilettantistiche, possano realmente rappresentare importanti volani di sviluppo per lo sport di base in Italia.

Nel mondo dello sport dilettantistico, i commercialisti sono molto spesso i referenti specializzati in materia fiscale. Quali sono il suo giudizio e la sua esperienza in merito?
Non posso che esprimere giudizi positivi per l’azione che i commercialisti svolgono nell’ambito fiscale sportivo. Non ho vissuto su Marte, ma nella quotidianità di piccole realtà sportive di provincia che, senza un supporto valido, non avrebbero modo di districarsi nella fitta ed a volte incomprensibile rete della fiscalità applicata alle società, sportive e non.
Ecco perché mi sento di ringraziare quanti prestano la propria opera e la propria professionalità nell’ambito dello sport. Spesso guidati dalla passione, così come la maggior parte dei dirigenti sportivi italiani, svolgono un ruolo fondamentale. Sono grata loro, in prima persona, ma credo che tutto il mondo dello sport italiano debba tributare loro un plauso.

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