“Ancora una volta vogliamo sottolineare l’importanza dell’internazionalizzazione, dalla quale oggi è impossibile prescindere. Al governo chiediamo, come commercialisti, di partecipare ai tavoli tecnici sull’internazionalizzazione per il bagaglio di esperienza che abbiamo accumulato in questi anni a sostegno degli imprenditori”.

Lo ha affermato Giovanni Gerardo Parente, presidente di AICEC (Associazione Internazionalizzazione Commercialisti ed Esperti Contabili), durante il webinar svoltosi nei giorni scorsi “Il sostegno alle imprese per l’accesso ai mercati internazionali”, promosso dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili Napoli Nord con l’UNGDCEC (Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) e la stessa AICEC.

Ad aprire i lavori è stato Manlio Di Stefano, sottosegretario di Stato al ministero degli Affari Esteri. “Il governo è al lavoro per favorire l’internazionalizzazione delle imprese – ha sottolineato Di Stefano –. Prima dell’emergenza Covid, abbiamo deciso di portare le competenze per l’internazionalizzazione in un unico ministero: questo oggi fa sì che la casa delle imprese italiane sia in un’unica struttura in grado di rispondere e deliberare in tempo quasi reale”.

“Il Patto per l’Export è frutto proprio di questa semplificazione e del dialogo avviato con le aziende – ha aggiunto il sottosegretario – che ha sancito un accordo che si articola in 6 pilastri: dalla comunicazione, con la creazione di una campagna per riabilitare l’immagine del nostro Paese nel mondo, alla formazione e informazione, dove svolgono un ruolo fondamentale gli intermediari come i dottori commercialisti. Abbiamo, inoltre, raddoppiato il fondo di finanza agevolato, esteso ai Paesi europei senza necessità di garanzie. Ora speriamo che tutti sappiano seguire il governo su questa strada, c’è bisogno che le imprese e anche i commercialisti sappiano innovarsi e stare al passo con i tempi”.

Secondo Antonio Tuccillo, presidente dei commercialisti di Napoli Nord, “in questo grave momento di difficoltà economica le imprese devono guardare all’estero e alla ricerca di nuovi mercati. Il Made in Italy ci viene invidiato in tutto il mondo, ci sono assolute eccellenze che devono necessariamente crescere. Per farlo, crediamo che il mercato degli Emirati Arabi sia il più indicato perché è un trampolino di lancio che può permettere alle imprese di raggiungere centinaia di milioni di persone”.

“La figura del commercialista si è evoluta nel tempo ed è cresciuta nelle competenze. Siamo consulenti di direzione aziendale e manager d’impresa – ha sottolineato Matteo De Lise, presidente UNGDCEC – in grado di affiancare le Pmi interessate concretamente all’internazionalizzazione in maniera efficiente ed efficace. All’estero cerchiamo opportunità di sviluppo per le aziende italiane e per riuscirci abbiamo deciso di costruire l’Unione Internazionale dei giovani dottori commercialisti. Vogliamo che il nostro ruolo non sia più marginale perché nessuno più di noi conosce le esigenze e le difficoltà degli imprenditori”.

Oltre ai rappresentanti dei commercialisti, al forum ha partecipato anche Fahad Al Gergawi, Ceo di Dubai Investment Development Agency che ha spiegato le opportunità di investimento offerte dagli Emirati Arabi. “Dubai è considerato il terzo hub più grande del mondo in termini di logistica, ma il governo degli Emirati Arabi non ha intenzione di fermarsi – ha spiegato il Ceo –. Infatti, anche se ci avviamo verso una semichiusura dell’economia mondiale, sono in atto politiche che mirano ad un’ulteriore crescita. Il nostro obiettivo è quello di agevolare le imprese italiane, supportandole e creando nuove prospettive”.

Giuseppe Buompane, vicepresidente della commissione Bilancio della Camera dei Deputati, dal canto suo ha osservato che “il Patto per l’Export è stato fortemente voluto dal ministro Di Maio. Purtroppo, con la pandemia tutto è cambiato, le imprese italiane hanno dovuto reagire alle nuove sfide e mi sembra che lo stiano facendo con grande energia. Serviranno investimenti, forza e determinazione: gli imprenditori, con il supporto della politica, hanno il dovere di guardare al futuro con fiducia”.

A sottolineare il ruolo fondamentale dei professionisti è stato anche Francesco Corbello, partner strategico di Dubai Fdi. “Noi professionisti – ha detto – dobbiamo supportare le imprese che investono sui nuovi mercati, soprattutto le piccole e piccolissime che rappresentano il 97% dell’ossatura economica. Gli Emirati Arabi hanno una posizione strategica che rappresenta un ottimo punto di partenza. Food, moda, innovazioni: molti settori possono trovare uno sbocco in questo Paese”.

Infine, per l’ambasciatore d’Italia ad Abu Dhabi Nicola Lener “gli Emirati Arabi sono fondamentali per l’Italia perché, a fronte del nostro export negli Emirati che è circa l’1% di quello complessivo, il contributo al surplus commerciale è addirittura del 7%. Si tratta di dati che andranno rivisti dopo la pandemia, ma per l’Italia sarà importante mantenere il posizionamento conquistato nel corso degli anni”.

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