Nel 2017, in linea con il miglioramento dei bilanci delle imprese italiane, le società del cluster marittimo hanno registrato un ritmo di crescita sostenuto che si esprime in un aumento dell’occupazione pari all’1,3% e dei ricavi pari al 12,6% rispetto al 2016. Oltre ad un recupero dei livelli precrisi con l’occupazione aumentata dell’11,3% e i ricavi del 12,6% rispetto al 2008.
Sono i risultati del lavoro di ricerca del Consiglio nazionale dei commercialisti, avviato dalla sua Fondazione, nell’ambito dell’Osservatorio sui bilanci delle società di capitali del cluster marittimo, realizzato all’interno del progetto “Attività di impresa”, che il CNDCEC ha istituito per rafforzare i contenuti della professione.
I risultati sono stati presentati all’interno del 6° Rapporto annuale Italian Maritime Economy dal titolo “Nuovi scenari nel Mediterraneo: Suez e la Cina, le strategie dei grandi carrier, le nuove tecnologie e le rotte dell’energia”, realizzato dal Centro studi e ricerche per il Mezzogiorno del Gruppo Intesa San Paolo (SRM) a cui il Consiglio nazionale dei commercialisti ha dato il proprio contributo tecnico e scientifico. Il Rapporto, che rientra nell’ambito della più ampia collaborazione avviata dal CNDCEC e dalla FNC con il Centro studi e ricerche per il Mezzogiorno, ha l’obiettivo di monitorare e analizzare le dinamiche e l’impatto economico del settore sull’economia del Paese in una visione europea e mediterranea.
“Il Rapporto – afferma Paolo Scudieri, presidente di SRM – offre alle imprese ed agli operatori una visione analitica dei fenomeni marittimi che stanno caratterizzando il panorama mondiale ed italiano; considerando che il 70% dell’import export globale viaggia via mare, solo questo numero deve dare impressione di quanto sia importante avere un Osservatorio che monitora costantemente le dinamiche e la struttura del nostro shipping e della nostra portualità”.
Secondo l’Osservatorio dei commercialisti, anche la redditività del cluster marittimo nel 2017 si presenta mediamente più elevata, oltre che significativamente in crescita rispetto al 2016. Il Roe, infatti, nel 2017 è risultato pari a 11,1% in aumento di 1,8 punti rispetto al 2016. Sempre nel 2017, il Roe misurato per le società di capitali da Cerved è risultato pari a 9,9%. L’analisi del Roi evidenzia, inoltre, un deciso miglioramento nel 2017 rispetto al 2016. Infatti, le società con un Roi positivo crescono di 3,2 punti percentuali, incremento dovuto per gran parte dalle società con un Roi superiore a venti punti percentuali.
“Le competenze professionali nelle attività tipiche del dottore commercialista devono potersi adattare alla realtà delle imprese in continua evoluzione – spiega Achille Coppola, consigliere segretario dei commercialisti codelegato all’Attività di impresa –. Comprendere le profonde trasformazioni in atto nei diversi comparti produttivi rappresenta, pertanto, un momento essenziale per adeguare l’offerta del professionista alle mutate esigenze della domanda e migliorare il livello di servizio complessivamente offerto alla clientela. La ricerca di nuove opportunità professionali non può non tener conto dei sistemi produttivi, della loro articolazione settoriale e territoriale, della nuova domanda di servizi che ne deriva e dell’esigenza dei professionisti di specializzarsi anche in funzione dei cluster d’impresa oltre che per materie professionali”.
Allegati
Giornalista professionista, addetta stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, redattrice di Press Magazine
CNDCEC
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fisco
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