Il presidente del Consiglio, Mario Draghi
“Estendere anche ai professionisti il credito di imposta per l’acquisto di energia e gas, nonché gli altri incentivi che, senza giustificato motivo, sono attualmente ancora riservati alle imprese”. È la richiesta formulata dal Presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, in una lettera inviata oggi al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Ministro dell’Economia, Daniele Franco e a quello dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.
“Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti”, scrive de Nuccio, “ha sempre espresso il suo apprezzamento per le misure volte a sostenere la ripresa economica e la produttività delle imprese. L’ampliamento della platea dei soggetti beneficiari dei crediti d’imposta alle sole imprese non energivore introduce tuttavia una rilevante disparità di trattamento nei confronti del comparto delle professioni che, al pari di quello imprenditoriale, risulta fortemente penalizzato dai notevoli rincari dei costi dell’energia”. “Nel vasto e frammentato panorama degli incentivi economici introdotti dal legislatore negli ultimi anni”, aggiunge, “è spesso accaduto che i professionisti siano rimasti impropriamente esclusi dalle agevolazioni, creando squilibri e svantaggi competitivi nel mercato concorrenziale dei servizi professionali. Riteniamo invece necessario stabilire, in via generale, il principio dell’uguaglianza tra imprese e liberi professionisti ai fini dell’accesso agli incentivi economici, in conformità ai principi del diritto europeo che sanciscono la piena equiparazione dei due comparti. Con circa 1 milione 400 mila unità, l’aggregato dei lavoratori autonomi e professionisti costituisce il 6,3% degli occupati in Italia e il 27,1% del complesso del lavoro indipendente. Al settore è ascrivibile una rilevante quota di prodotto interno lordo, stimata al 12,2% del PIL nazionale, cui si associa il contributo di ricchezza in termini di competenze, innovazione, occupazione e crescita culturale del Paese che il lavoro libero professionale comporta”.
I commercialisti segnalano poi “alcune rilevanti criticità che riguardano l’intero quadro normativo. “Il decreto-legge n. 50/2022”, spiegano, “al fine di agevolare i potenziali destinatari degli aiuti, ha previsto la possibilità di richiedere ai fornitori, entro 60 giorni dalla scadenza del periodo per il quale spetta il credito di imposta, una comunicazione riportante il conteggio incrementale della componente di costo energetica e il relativo credito di imposta. Tale termine per quanto attiene al secondo trimestre 2002, sarebbe spirato il 29.08.2022. Sovente rileviamo che i fornitori non stanno evadendo le richieste pervenute oltre tale data e ciò, seppur suffragato da una diposizione di legge, non appare coerente con la ratio della norma volta a sostenere gli operatori economici che versano in gravi difficoltà, semplificandone l’operatività”. “Chiediamo”, conclude de Nuccio, “di prendere in considerazione una modifica delle norme che imponga ai fornitori di produrre i dati richiesti prescindendo dal momento in cui la richiesta medesima viene inoltrata. Tenuto conto delle affatto semplici modalità di determinazione del credito di imposta, si chiede di prorogare al 31 marzo 2023 i termini per la compensazione dei crediti di imposta previsti dalle disposizioni che si sono succedute”.
Per Salvatore Regalbuto, Consigliere nazionale dei commercialisti con delega all’area fiscalità, “è necessario superare queste criticità attraverso un atteggiamento pro-attivo delle imprese fornitrici di energia e gas che, peraltro, sono destinatarie di ingenti profitti e alle quali è doveroso chiedere la massima collaborazione per aiutare i loro clienti ad ottenere i benefici previsti dalla legge”. Regalbuto aggiunge anche che “la proroga del termine per le compensazioni al 31 marzo è un provvedimento necessario e di assoluto buon senso considerata la complessità e frammentarietà del quadro normativo di contesto”.
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