“L’anno giudiziario che stiamo inaugurando vede le Commissioni tributarie ancora alle prese con le misure organizzative e di sicurezza imposte dalla pandemia, nonostante da pochi giorni siamo finalmente usciti dallo stato di emergenza nazionale. Il nostro auspicio è che si torni presto alla normalità, con il superamento delle difficoltà che questa fase ha imposto, e che sia ripristinata, quanto prima, la trattazione delle udienze pubbliche in presenza”. E’ quanto affermato dal Commissario straordinario del Consiglio nazionale dei commercialisti, Rosario Giorgio Costa, all’inaugurazione all’anno giudiziario tributario. Costa ha anche sottolineato “la virtuosa e indispensabile presenza di commercialisti e avvocati all’interno delle commissioni tributarie, un dato di cui la riforma della Giustizia tributaria, più volte annunciata e non ancora non realizzata, dovrà tenere conto”.
“Il 2021, così come il precedente – ha affermato – è stato un anno difficile nel quale si sono però registrati i primi segnali di un ritorno alla normalità, come testimoniato dal fatto che, accanto alla legislazione emergenziale, è tornato centrale il dibattito sul tema della riforma della Giustizia tributaria. La trattazione delle udienze pubbliche con modalità a distanza si è andata diffondendo, nonostante in molte Commissioni tributarie si registrino ancora problemi di adeguamento della rete internet e delle dotazioni informatiche necessarie. Una volta messa definitivamente in soffitta la modalità “cartolare” coatta di trattazione delle udienze, che a nostro avviso resta una deviazione irragionevole rispetto al principio del «giusto processo», l’unica alternativa alla trattazione delle udienze pubbliche in presenza non può che essere l’udienza con collegamento da remoto in videoconferenza, laddove quest’ultima sia esplicitamente richiesta dalle parti”.
Sulla riforma della Giustizia tributaria, Costa ha sostenuto “la necessità di preservare la natura speciale della giurisdizione tributaria e di ridefinire i criteri di selezione dei giudici tributari, in modo da garantire una loro maggiore specializzazione anche attraverso la previsione dell’obbligo di formazione continua, salvaguardando, beninteso, le professionalità acquisite dagli attuali giudici tributari e la virtuosa presenza dei professionisti nelle Commissioni tributarie con un adeguato periodo transitorio”. Costa ha poi sottolineato “un aspetto senza il quale nessuna riforma della Giustizia tributaria potrà mai dare pienamente gli effetti sperati, ossia la ormai non più rinviabile necessità di intervenire sulla riduzione della pressione fiscale che costituisce il principale presupposto per una “tregua” dal punto di vista normativo da cui soltanto potrà derivare un sistema fiscale più semplice, chiaro e coerente che possa finalmente garantire maggiore stabilità e certezza normativa e, con essa, maggiore prevedibilità delle sentenze, con positivi effetti anche in termini di riduzione del contenzioso”.
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