Il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte
Dopo la nota congiunta dei giorni scorsi di tutti gli Ordini e i collegi professionali e dopo che ieri il presidente dei commercialisti, Massimo Miani, era tornato sul tema con una dura presa di posizione, la protesta contro l’esclusione dei liberi professionisti dall’accesso al credito a fondo perduto previsto dal Dl “Rilancio” si arricchisce di una nuova puntata. I Consigli nazionali dei Commercialisti e dei Consulenti del lavoro diserteranno infatti la riunione convocata sul tema per domani presso l’Agenzia delle Entrate. All’incontro, convocato dal direttore Ernesto Maria Ruffini, sono state invitate, assieme a Commercialisti e Consulenti del lavoro, le rappresentanze del mondo dell’impresa, del commercio, dell’agricoltura, dell’edilizia e degli artigiani.
“L’incredibile esclusione dei liberi professionisti dalla norma del Dl Rilancio sui contributi a fondo perduto”, scrivono in una nota congiunta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, e quello dei Consulenti del lavoro, Marina Calderone, “ci impone di disertare la riunione convocata dal direttore della Agenzia delle Entrate Ruffini. Le nostre due categorie, assieme a tutte le professioni ordinistiche italiane, si batteranno in ogni modo affinché si ponga rimedio a questa inaccettabile discriminazione perpetrata ai danni di un settore trainante dell’economia italiana. Centinaia di migliaia di lavoratori, senza alcuna spiegazione logica, vengono esclusi da un importante provvedimento in una fase in cui, come tutto le realtà del mondo del lavoro, stanno patendo pesantemente gli effetti della crisi”. “Proprio in questi mesi di emergenza Coronavirus”, proseguono Miani e Calderone, “le attività delle nostre due professioni sono state giudicate “essenziali” dal Governo. Non abbiamo mai smesso di essere al fianco di imprese e contribuenti in settimane di grande difficoltà per il Paese. Ma è opportuno sottolineare come i nostri studi siano in sofferenza come le aziende. La politica non può ignorare questa realtà. La norma sull’accesso ai crediti a fondo perduto va modificata in sede di conversione parlamentare del Dl Rilancio”.
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