“Prendiamo atto con soddisfazione di aver quanto meno evitato la riproposizione a distanza di 13 anni dell’inutile norma che obbliga una partita IVA individuale ad avere due conti correnti distinti, ma non possiamo non rimarcare come questa manovra si interessi del mondo del lavoro autonomo solo in termini di sottrazione di risorse a favore di altri comparti”. Lo afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani.

“L’abolizione del regime di flat tax al 20% per le partite IVA individuali con fatturati tra 65.001 e 100.000 euro – prosegue Miani – nell’istante in cui non viene sostituita da altre misure a favore delle partite IVA più congeniali al nuovo Governo, denota una scelta di fondo che mette nel mirino non tanto i regimi di flat tax, quanto i lavoratori autonomi. Crediamo che su questo il Governo debba riflettere e correggere il tiro”.

Miani chiede al Governo di “correggere il tiro anche sulle norme che rendono sempre più complicato per tutti i contribuenti e i professionisti che li assistono, non solo per gli evasori, l’esercizio del sacrosanto diritto di compensare crediti e debiti fiscali, con tanto di moltiplicazione di sanzioni anche su modelli F24 da pochi euro”.

 

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