Avviare un percorso di informazione e orientamento all’interno delle università italiane per aumentare l’appeal nei confronti della professione e puntare sulla formazione specialistica senza dimenticare una giusta remunerazione ai tirocinanti. È un intervento a tutto tondo quello del presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, al Festival dell’Economia di Trento dove ha partecipato al panel “Libere professioni e nuovi talenti” con la presidente dell’Ordine dei commercialisti di Trento e Rovereto, Raffaella Ferrai, e il presidente del Consiglio nazionale del notariato, Giulio Biino.
Il progetto: roadshow nelle università e formazione specialistica
Dall’ultimo rapporto statistico della professione emerge che lo scorso anno il Registro dei praticanti ha perso l’8,4% degli iscritti. “Le cause di questa situazione – afferma de Nuccio – derivano dall’aver interrotto i legami con le università, che rappresentano il vero vivaio delle professioni. Se saremo presenti in maniera forte, visibile e comprensibile nelle aule universitarie, avremo più giovani negli studi professionali”. Per questo motivo, partirà a breve un progetto pilota realizzato dal Consiglio nazionale in collaborazione con la Cassa di previdenza dei dottori commercialisti. L’operazione si svilupperà su due livelli. “Da un lato realizzeremo dei roadshow all’interno delle università per i giovani avviati verso la laurea magistrale in Economia per far conoscere la funzione del commercialista da un punto di vista tecnico e sociale – continua de Nuccio. Dall’altro, la Cassa di previdenza finanzierà i percorsi di studio di quei colleghi che vorranno seguire corsi di formazione specialistica per i quali formalizzeremo una specifica convenzione con il Ministero dell’Università per ottenere titoli giuridicamente riconosciuti. L’intervento è rivolto a chi è già all’interno del circuito ordinistico come praticante per iscriversi nella sezione A dell’albo unico o come professionista già iscritto”.
La presidente Ferrai, il presidente Biino e il presidente de Nuccio
Formazione e specializzazione fattori di sopravvivenza
La formazione di qualità serve soprattutto in un contesto particolarmente dinamico qual è l’attuale mercato delle professioni. “Oggi non si può più fare il commercialista vivendo di rendita con la propria conoscenza – spiega il numero uno dei commercialisti italiani –. Il bagaglio conoscitivo va aggiornato non solo quotidianamente, ma addirittura più volte al giorno. Il compito del Consiglio nazionale, quindi, è quello di garantire agli iscritti di essere aggiornati e competitivi all’interno di un mercato professionale che non è solo nazionale, ma sempre più internazionale. L’aggiornamento diventa essenziale, la specializzazione è un fattore di sopravvivenza perché senza formazione e specializzazione si è fuori dal mercato. Dalla lettura della legge delega fiscale e parlando di cooperative compliance, il tax control framework, emerge con chiarezza la necessità di acquisire competenze tecniche specifiche assolutamente specialistiche perché quella attività non può essere svolta da un fiscalista generico, ma da un fiscalista che acquisisce competenze trasversali che riguardano il controllo di gestione, la normativa fiscale e la conoscenza aziendale.
Le opportunità per la professione
Quali sono le prospettive di un laureato in Economia che intende iniziare l’attività di commercialista? Secondo il presidente de Nuccio, “oggi siamo di fronte ad una prateria di opportunità da cogliere e l’impegno di questo Consiglio nazionale è quello di rendere note queste attività, acquisendo al contempo quelle competenze specialistiche necessarie per esercitarle. La sostenibilità, per esempio, è un’attività professionale che presenta enormi potenzialità e che richiede competenze trasversali di carattere aziendalistico e fiscale. Stesso discorso per il tema della finanza sostenibile e del rapporto con il sistema finanziario. L’approvvigionamento delle fonti finanziarie dell’azienda, infatti, passa attraverso un percorso di ESG compliance per cui l’azienda sostenibile potrà accedere più facilmente ai finanziamenti, ottenendo oneri di finanziamento più bassi rispetto ad una azienda ordinaria. Per fare questo, però, è necessario che si avvalga di un commercialista che abbia conoscenza della normativa in ambito di sostenibilità. Anche l’internazionalizzazione offre grandi opportunità in termini di accompagnamento delle imprese verso i mercati esteri.
La remunerazione ai praticanti
Anche la giusta remunerazione ai praticanti degli studi professionali è stata oggetto di riflessione da parte del Consiglio nazionale. “Abbiamo condotto una battaglia per ottenere la legge sull’equo compenso per i professionisti ed è giusto che venga riconosciuto un equo corrispettivo anche ai giovani che lavorano all’interno degli studi professionali – ha concluso de Nuccio –. Nell’ambito della rimodulazione dell’ordinamento professionale, valuteremo la possibilità di normare il compenso dei praticanti, ma il meccanismo di retribuzione dovrà passare anche attraverso un sistema di sostegno diretto o indiretto al professionista per evitare che gli studi, soprattutto i più piccoli, si vedano ulteriormente oberati e magari scelgano di non prendere più praticanti”.
Giornalista professionista, addetta stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, redattrice di Press Magazine
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