Un momento del dibattito
Sostanziale semplificazione normativa, riorganizzazione dei codici tributari e del calendario fiscale e un piano di pagamento straordinario dei debiti di natura fiscale e contributiva. Sono alcune delle proposte presentate dal Consiglio nazionale dei commercialisti in un dibattito sul futuro del sistema tributario, svoltosi oggi a Roma, al quale hanno partecipato Emiliano Fenu (Movimento 5 stelle), Maria Cecilia Guerra (PD – per un’Italia democratica e progressista), Maurizio Leo (Fratelli d’Italia), Luigi Marattin (Azione – Italia Viva – Calenda) e Armando Siri (Lega). Per il presidente dei 120 mila commercialisti italiani, Elbano de Nuccio, “chiunque si troverà a gestire il dossier fiscale dopo il 25 settembre e anche a prescindere dalle diverse proposte avanzate nel corso della campagna elettorale, non dovrebbe rinunciare a lavorare a questi obiettivi prioritari, senza i quali”, afferma, “da un lato il nostro fisco non imboccherà in maniera convincente la strada di un corretto rapporto tra amministrazione finanziaria, contribuenti e professionisti intermediari, dall’altro non si riuscirà a dare un contributo concreto a imprese e famiglie in difficoltà estrema, in un periodo che si annuncia economicamente difficilissimo”.
“L’architettura del nostro sistema fiscale”, ha spiegato, “risale agli inizi degli anni ’70. Nel mezzo secolo che è seguito, questo assetto normativo è stato contornato da una miriade di provvedimenti, sovente estemporanei e basati su esigenze di gettito contingenti o sulla volontà di agevolare alcuni comparti, spesso in conseguenza di promesse elettorali”. “Il complesso delle norme che governa la materia tributaria”, ha proseguito “è divenuto “un ginepraio molto spesso inestricabile, foriero di contenzioso e di iniquità”. Per i commercialisti va “varata una riforma tributaria organica, che superi l’enorme bibliografia legislativa, e affronti in modo ordinato e coordinato le regole alla base delle diverse aree di tassazione. Un obiettivo, peraltro, previsto anche dal PNRR”. Da qui la richiesta di predisporre uno o più Codici tributari dedicati agli schemi generali di applicazione di tutti i tributi, alle singole imposte e al processo tributario. Corollario alla reale semplificazione da attuare è una revisione complessiva del calendario fiscale. “Fino agli anni ’90 inoltrati”, ha sottolineato, “le campagne dichiarative terminavano, al massimo, nei mesi di maggio/giugno, mentre oggi si protraggono, sostanzialmente, lungo gran parte dell’anno”.
De Nuccio ha poi lanciato la proposta di un piano di pagamento straordinario dei debiti fiscali e contributivi supportato da garanzia pubblica. “La situazione in cui versano imprese, lavoratori e famiglie”, ha spiegato, “sempre più in difficoltà nel far fronte ai propri debiti tributari e contributivi pregressi, ci impone di puntare a agevolare il pagamento di quanto dovuto”. L’idea è che lo Stato garantisca le banche e le altre istituzioni finanziarie per finanziamenti finalizzati alla rateizzazione di tributi e contributi dovuti. I finanziamenti avrebbero una durata non superiore a 15 anni, con la possibilità di avvalersi di un preammortamento fino a 36 mesi con copertura pari al massimo al 70% dell’importo finanziato. L’erogazione del finanziamento dovrebbe essere accompagnata dalla predisposizione da parte di un commercialista di uno specifico piano di rientro che attesti la capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni. “Così facendo”, ha sostenuto de Nuccio, “si potrebbe ridurre la tensione finanziaria delle imprese e metterle in sicurezza garantendo loro la continuità aziendale e la salvaguardia dei posti di lavoro”. La proposta prevede anche un meccanismo premiale del tipo “chi paga prima, paga meno”. Chi riesce a rientrare dai propri debiti in modo più veloce, ottiene uno sconto in termini di sanzioni e di interessi da corrispondere. “Il che”, ha sottolineato, “si traduce in un vantaggio per lo Stato, che può così incassare molto più velocemente i propri crediti e, al tempo stesso, per i contribuenti che si vedono ridotti i debiti a loro carico”
Tra le proposte avanzate dai commercialisti, anche una riforma complessiva dell’IRPEF, con una revisione dell’attuale curva di tassazione che privilegi il lavoro andando ulteriormente a sgravare i redditi medi (da 15 a 50.000 euro), che equipari i livelli di tassazione tra lavoro dipendente e autonomo a garanzia dell’equità orizzontale del prelievo e preveda una soglia di esenzione più alta dell’attuale, maggiorata per i giovani. Necessaria per la categoria anche una profonda revisione delle deduzioni e detrazioni fiscali e l’eliminazione di tributi di modesta entità e scarso gettito, nonché il superamento definitivo e generalizzato dell’IRAP.
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