Giovanna Greco

Avviare una riflessione sul futuro dei tribunali minori destinati ad essere soppressi, per valutare attentamente costi e benefici di questa soluzione. È la proposta che arriva dalla Consigliera nazionale dei commercialisti, Giovanna Greco, che ha avuto oggi un incontro – accompagnata dal presidente dell’Ordine dei commercialisti di Lanciano, Ermando Bozza – con il Vice capo di gabinetto del Ministero della Giustizia, Guido Romano. Nel corso dell’incontro, sottolinea la consigliera nazionale, “abbiamo affrontato nello specifico i casi dei quattro tribunali minori abruzzesi di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, la cui soppressione è finora stata rinviata dopo gli eventi sismici degli scorsi anni. Sulle realtà di Lanciano e Vasto, poi, abbiamo presentato uno studio preliminare sugli effetti che la loro chiusura produrrebbe sui territori di riferimento. Effetti negativi che dovrebbero spingerci a ragionare sulla praticabilità di soluzioni alternative alla chiusura, tanto più che la Regione Abruzzo si è già detta disponibile a sostenere i costi della loro eventuale permanenza in attività”. “È chiaro – aggiunge Greco – che l’individuazione di soluzioni altre per i tribunali abruzzesi rappresenterebbe un caso pilota da esportare eventualmente in altre realtà territoriali italiane investite dallo stesso problema”.

Dallo studio relativo agli effetti che la chiusura dei tribunali di Lanciano e Vasto emerge, spiega l’esponente dei commercialisti, “un impatto significativo su un territorio che possiede delle specificità di tipo geografico e di articolazione del rapporto tra superficie e densità di popolazione, in forza delle quali la gravitazione delle attività di giustizia su di un fulcro decentrato rappresentato dal Tribunale di Chieti piuttosto che sulla baricentrica posizione degli Uffici Giudiziari lancianesi e vastesi, si riverbererebbe essenzialmente nella quintuplicazione dei chilometri (20.577.398 piuttosto che 4.065.907 Km.) e la triplicazione dei tempi di percorrenza da impiegarsi in ragione di anno (310.601 ore piuttosto che 107.614 ore) cui consegue l’esatta quintuplicazione dei costi per la collettività (8.693.951 piuttosto che 1.736.799 Euro), anche per quanto attiene all’impatto ambientale (2.405 Ton.CO2), al carico viario (implementato almeno del 400%) ed alla sicurezza della circolazione. Si tratta di una sostanziale diseconomia”. “Non è difficile immaginare – ha concluso – che a ipotesi simili si giungerebbe anche studiando gli effetti derivanti dalla chiusura di altri tribunali minori in altre parti d’Italia. Per questo lanciamo l’appello ad avviare su questo tema un confronto privo di soluzioni preconfezionate e a valutare attentamente, caso per caso, i reali interessi economici, sociali e ambientali dei territori”.

 

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