Il lavoro del commercialista nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale: scenari, opportunità e rischi” è il documento realizzato dal Consiglio nazionale dei commercialisti nell’ambito dell’area di delega Innovazione e digitalizzazione degli studi professionali e delle imprese, curata dal consigliere Fabrizio Escheri, e presentato oggi al Congresso nazionale della categoria a Torino, nel corso della sessione plenaria dedicata all’IA.

Consapevole dell’impatto rivoluzionario dell’intelligenza artificiale (IA) sul futuro della professione, il Consiglio nazionale ha istituito tre commissioni di studio ad hoc che hanno redatto il documento con il supporto dell’IA: Intelligenza artificiale e bilanci, presieduta da Robert Braga dedicata alle implicazioni dell’IA sulla contabilità e sul bilancio; Intelligenza artificiale e AdE, presieduta da Andrea Fradeani e dedicata all’impiego dell’IA in ambito tributario; Intelligenza artificiale e giustizia, presieduta da Floriana Carlino e dedicata all’utilizzo dell’IA in ambito giudiziario, con particolare riferimento alla giustizia predittiva nel processo tributario.

Il consigliere nazionale dei commercialisti Fabrizio Escheri

 

È stato chiesto all’intelligenza artificiale, nello specifico al “motore” di IA generativa oggi più noto ChatGPT, di compilare i primi quattro paragrafi (il testo ottenuto viene presentato con alcune piccole modifiche, essenzialmente formali e di layout). Nel dettaglio, è l’intelligenza artificiale a presentarsi (paragrafo 1), a indicare sia le sue applicazioni nella professione del commercialista (paragrafo 2) sia i rischi e le opportunità del suo impiego (paragrafo 3), a discutere delle implicazioni etiche del suo utilizzo (paragrafo 4). Il quinto e ultimo paragrafo, invece, contiene le conclusioni che sono state però redatte in modo tradizionale ovvero dagli esseri umani.

“Il documento ha l’obiettivo di introdurre i colleghi ad un argomento dall’impatto rivoluzionario sul futuro della professione, particolarmente complesso soprattutto in considerazione delle peculiarità che lo contraddistinguono quali la tecnicità, la pervasività e la poliedricità – afferma il consigliere Fabrizio Escheri –. Il documento è stato redatto con il supporto dell’IA anche per farne toccare con mano le potenzialità e i limiti di impiego. Una provocazione? Anche, ma l’obiettivo principale è fornire un esempio di cosa può fare l’IA, cercando peraltro di “sfatare” alcuni timori e fake. L’idea che ci siamo fatti è che l’intelligenza artificiale, almeno quella generativa, possa considerarsi ad oggi un valido supporto al nostro lavoro, in grado di moltiplicare esponenzialmente e a costi irrisori la nostra produttività come un collaboratore che, peraltro, crescerà nelle competenze e capacità molto rapidamente, ma che bisogna del vaglio e del “valore aggiunto” del professionista”.

L’uso dell’intelligenza artificiale nell’attività professionale non è però scevra da dubbi o preoccupazioni. “Il principale dubbio – continua Escheri – è quello relativo alle implicazioni etiche, considerando pure il rispetto dei diritti fondamentali. Non nascondiamo, inoltre, come l’IA ridurrà progressivamente i compiti più routinari e basilari della professione. Una cosa ci sembra però chiara: siamo innanzi ad una rivoluzione che non può essere fermata, deve essere invece regolamentata o, meglio, governata, affinché resti uno strumento di supporto, magari sempre più importante, per la nostra attività. Detto in altri termini e con riferimento alla nostra professione: un’intelligenza artificiale che non offra consulenza, bensì che fornisca informazioni e soluzioni per offrirne (noi) di migliori; un’intelligenza artificiale che non scelga, ma offra dati per farci scegliere; un’intelligenza artificiale che rappresenti un valido, instancabile ed economico collaboratore, come un copilota in grado di migliorare le nostre vite (professionali) e liberare tempo per la nostra creatività”.

“Infine, il contenuto dei primi quattro paragrafi, ottenuto in pochi minuti di elaborazione, contiene inevitabilmente sviste e semplificazioni – conclude il consigliere dei commercialisti – . Siamo ben consapevoli che i risultati ottenuti saranno presto obsoleti considerando tanto l’evoluzione tecnologica, quanto l’ampliamento della base dati di apprendimento dell’IA. Sull’impatto rivoluzionario dell’intelligenza artificiale sul futuro della professione arriveranno, nei prossimi mesi, ulteriori documenti da parte delle nostre commissioni: saranno più tradizionali, nel senso di umani, e di ben diversa profondità”.

Please follow and like us:
Pin Share
Leggi anche

STAI CERCANDO