Si intitola “La continua evoluzione del diritto concorsuale: una nuova proposta di Direttiva UE”, il documento pubblicato oggi dal Consiglio e dalla Fondazione nazionali dei commercialisti, predisposto dall’area di delega “Gestione della crisi d’impresa e procedute concorsuali, alla quale sono delegati i consiglieri Cristina Marrone e Pierpaolo Sanna.
Nell’introduzione al documento si sottolinea come “il diritto concorsuale è in continuo movimento e assestamento, alla ricerca delle più efficaci modalità di approccio alla variegata realtà economica che deve preservare e regolare. Tale continuo sforzo di adattamento ha creato negli ultimi due decenni un profluvio di nuove norme, spesso seguite a breve distanza da correttivi che ne controvertevano in qualche modo lo spirito, messo a dura prova dalla constatazione di inefficacia o impraticabilità al mondo economico e produttivo di taluni rimedi. A tale panorama italiano, allargando lo sguardo, si è negli anni accompagnata la constatazione di un necessario crescente coordinamento europeo di queste tematiche, di forte impatto sul sistema economico unionale”.
In questo quadro sono nato i presupposti “per l’introduzione della nuova Proposta di direttiva della Commissione Europea, del 7 dicembre 2022, relativa all’armonizzazione di taluni aspetti del diritto in materia di insolvenza anche al fine di effettuare un fine tuning che risolva la distonia tra il sistema economico, sempre più integrato negli scambi tra imprese che operano in diversi Stati membri, e i singoli sistemi legislativi nazionali di regolamentazione dei rapporti economici sottostanti”. Proprio l’analisi di questa proposta di direttiva e gli effetti che una sua approvazione potrebbe produrre sono al centro dell’analisi dei commercialisti.
“L’attuazione delle disposizioni della Proposta – scrivono – quando l’iter di approvazione sarà concluso, se recepito, avrà rilevanti ripercussioni sull’attività del gestore della crisi che potrà avere più strumenti di recupero dell’attivo a mezzo di azioni revocatorie, recuperatorie o risarcitorie, dal lato di advisors e degli attestatori che dovranno rapportarsi ad un quadro di difficile comparabilità tra piani di risanamento in continuità e le concrete alternative liquidatorie, potenzialmente valorizzate dall’introduzione di questi nuovi strumenti. È inoltre interessante ragionare sull’impulso a un sempre maggiore attivismo preventivo degli amministratori e su come tale volontà si possa intersecare nel nostro sistema vigente con gli adeguati assetti”.
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