Il Consiglio Nazionale dei Commercialisti esprime grande soddisfazione per il parere reso dal Ministero dell’Interno con nota n. 0010313 del 5 novembre 2015, con il quale si precisa che l’esclusione di ogni remunerazione – prevista ex art. 5, co. 5, d.l. 78/2010 – per il titolare di incarichi presso la p.a. che rivesta al contempo una carica elettiva in enti locali non si applica agli incarichi di revisione.
Si tratta, dichiara il Presidente nazionale della categoria, Gerardo Longobardi “di un’interpretazione che sosteniamo da sempre e sulla quale abbiamo instaurato con il Ministero un sereno confronto, che evidentemente ha dato i suoi frutti”. “C’è l’auspicio, a questo punto – prosegue Longobardi – che anche la magistratura contabile, alla luce del chiarimento ministeriale, si convinca ad applicare la norma in senso non rigorosamente letterale, lasciando fuori dal relativo perimetro gli incarichi che il titolare di carica elettiva acquisisca presso altre amministrazioni nell’ambito della propria attività libero professionale”.
“Lo spazio interpretativo c’è – spiega il Vice Presidente dei commercialisti, Davide Di Russo – e lo abbiamo da tempo evidenziato: è vero che la disposizione fa riferimento a qualsiasi incarico, inclusa la partecipazione a organi collegiali di qualsiasi tipo; ma è anche vero, come ha correttamente puntualizzato dal Ministero dell’Interno, che l’art. 5, co. 5, è ispirato dalla finalità di ridurre il costo degli apparati politici, e quindi deve intendersi riferito unicamente a costi e spese per incarichi conferiti dall’amministrazione in relazione alla carica elettiva. Il divieto di remunerazione dunque non può operare rispetto a incarichi di revisione, che certo non sono annoverabili tra i costi “politici”; ovviamente, però, deve trattarsi di incarico conferito da amministrazione non coincidente con quella nella quale il professionista rivesta la carica elettiva (ipotesi ormai di scuola, considerata l’introduzione del meccanismo elettivo per la selezione del revisore negli enti locali).
“L’auspicio – afferma Giancarlo Verde, direttore centrale della finanza locale del Ministero dell’Interno – è che questo nostro parere possa ora contribuire ad aprire un momento di riflessione su questo tema da parte della magistratura contabile. Esiti interpretativi diversi, infatti, potrebbero configurarsi per i revisori come un ostacolo allo svolgimento della loro professione. Un effetto certo non voluto dalla legge”.
“Da parte del Ministero dell’Interno – conclude Verde – c’è la massima attenzione alla revisione negli enti locali. Una materia sulla quale abbiamo attivato una proficua e fattiva interlocuzione con il Consiglio nazionale dei commercialisti, con il quale c’è piena sintonia come dimostrato anche dalle iniziative formative sul tema che abbiamo messo in campo assieme”.

Responsabile Ufficio stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili

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