“Un gesto di rispetto, un segnale concreto di attenzione alle diverse stagioni della vita professionale”. Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, definisce così le modifiche al regolamento della formazione professionale continua approvate oggi “che puntano a semplificare, alleggerire e avvicinare le regole alle reali esigenze degli iscritti”. Tra le novità più significative l’esonero totale dall’obbligo formativo per i professionisti che abbiano compiuto 65 anni nel corso del triennio di riferimento. La misura riguarda l’intero ammontare dei crediti richiesti — 90 nel triennio — e rappresenta un “riconoscimento concreto al valore di un’intera carriera spesa con dedizione nella professione”.
Il testo sarà trasmesso al Ministero della Giustizia per il parere vincolante e, se approvato, entrerà in vigore il 1° gennaio 2026.
Rilevante anche l’introduzione di una misura pensata per chi concilia carriera e famiglia: i genitori di bambini tra uno e sei anni potranno beneficiare di una riduzione di 45 crediti formativi nel triennio, da fruire a scelta tra madre e padre. “Un passo avanti che dà forma normativa a ciò che per molti è una fatica quotidiana”, commenta de Nuccio.
Il regolamento aggiornato inserisce inoltre la materia delle “pari opportunità” tra gli ambiti obbligatori di aggiornamento, in linea con i principi di inclusione e uguaglianza che, per il presidente della categoria “oggi più che mai devono orientare le professioni ordinistiche”.
Rivisti infine anche i criteri per l’autorizzazione dei soggetti erogatori di formazione, con l’obiettivo di innalzare la qualità dell’offerta formativa.
“Con queste modifiche – commenta Liliana Smargiassi, consigliera nazionale delegata alla materia – rispondiamo a bisogni reali, spesso trascurati: da un lato il giusto riconoscimento a chi ha speso una vita nella professione, dall’altro il sostegno a chi si trova a bilanciare lavoro e genitorialità. L’introduzione della materia “pari opportunità” rappresenta inoltre un atto di coerenza con i valori fondanti della nostra categoria”.
“Queste scelte confermano un approccio fatto di ascolto e responsabilità. Perché la professione vive nella realtà quotidiana dei colleghi, e proprio lì il Consiglio nazionale sceglie di essere presente. In un tempo che spesso impone obblighi svuotati di senso, questa riforma restituisce valore all’essenziale”, conclude de Nuccio.

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