La missione dei commercialisti italiani a New York ha rappresentato l’ultimo tassello di un intero mosaico che, nel corso di questo mandato del Consiglio nazionale di categoria, ha voluto ampliare – e non poco – il raggio d’azione dell’area di attività internazionale, affiancando ai rapporti istituzionali anche dei veri e propri progetti operativi e degli strumenti utili per tutti gli iscritti.
Lo sbarco negli Stati Uniti, infatti, è arrivato dopo il percorso itinerante delle tappe del Road Show dei commercialisti, che ha toccato diverse città di tutto il territorio nazionale ed ha sensibilizzato i colleghi sulle numerose specificità legate al processo di internazionalizzazione delle imprese; dopo aver siglato protocolli d’intesa ed accordi quadro con i maggiori interlocutori attivi nel settore dell’internazionalizzazione, per avviare collaborazioni formative ed informative; dopo aver curato, in collaborazione con la Banca Popolare di Sondrio, la pubblicazione di una Guida all’internazionalizzazione, da divulgare principalmente tra le aziende, per sottolineare le prerogative professionali che i commercialisti sono in grado di fornire loro nell’approccio ai mercati esteri.
Un’iniziativa organizzata, come già quella dello scorso anno negli Emirati Arabi Uniti, con il prezioso contributo dei componenti della commissione Internazionalizzazione del CNDCEC.
La missione ha avuto una durata complessiva di 4 giorni e, fin da subito, tutti i partecipanti hanno avuto percezione del sistema con il quale si stavano interfacciando, così dinamico e molto differente da quello nel quale quotidianamente operano i commercialisti. Aver scelto di soggiornare nel cuore di Manhattan, e precisamente nella coloratissima e sfavillante Times Square, ha contribuito a proiettare tutti i partecipanti nello spirito più autentico della Grande Mela.
Il cocktail di benvenuto, tenutosi nella prima giornata della missione, presso la sede del prestigioso studio Grassi&Co, situato al ventunesimo piano del 488 in Madison Avenue, ha dato immediatamente prova dell’ospitalità e del sentimento di accoglienza che i professionisti d’oltreoceano – così come le varie Istituzioni nei giorni a seguire – hanno riservato a tutta la delegazione italiana che ha partecipato alla missione.
La seconda giornata, che ha coinciso con la prima dei lavori convegnistici, si è svolta nella sala del Consolato Generale d’Italia, al 690 di Park Avenue, ed ha visto i colleghi partecipanti alla missione impegnati ad ascoltare il benvenuto del console Francesco Genuardi ed i numerosi interventi che si sono alternati – alcuni in lingua italiana ed altri in inglese, ma tutti di altissimo livello – che hanno toccato gran parte dei temi fondamentali legati al sistema USA da tenere in considerazione da parte di chi è interessato ad interagire con questo Paese.
Oltre ad argomenti di solito più congeniali ai commercialisti, come quelli squisitamente fiscali e societari – per i quali c’è stata comunque una precisa e puntuale disamina da parte di relatori, che hanno fornito anche esempi pratici su peculiarità da considerare ed errori da evitare se si volesse affrontare un investimento negli Stati Uniti – sono stati illustrati sia la composizione e la dinamica del PIL degli USA sia i settori dell’economia maggiormente trainanti e competitivi per le aziende italiane, così come non sono mancati interventi sull’attrazione degli investimenti americani per lo sviluppo delle aziende italiane.
Dal punto di vista dell’operatività, è stato poi particolarmente apprezzato il contributo del presidente ed amministratore delegato di Central South Carolina Alliance, Mike Briggs, che ha fotografato le principali caratteristiche dello stato del South Carolina, con le possibilità di investimento e gli incentivi attualmente disponibili a favore degli investitori.
Notevole interesse hanno suscitato anche gli interventi del direttore ICE New York, Maurizio Forte, sul Made in Italy negli USA; del segretario generale della Camera di Commercio Italiana negli USA, Federico Tozzi, sul supporto fornito dalla Camera alle imprese italiane; del managing director di IBS North America LLC, Alessio Gambino, sulle opportunità per le aziende italiane negli Stati Uniti d’America.
La seconda giornata di lavori è iniziata con la visita allo studio legale Herzfeld&Rubin P.C, dove, ad attendere l’intera delegazione italiana, c’era l’avvocato Gisella Levi Caroti che ha fatto visitare lo studio ai partecipanti, presentendo loro uno dei suoi fondatori, l’avvocato Herbert Rubin. Lo studio, che svolge attività legale da oltre 60 anni e dà attualmente impiego a circa 200 persone, è ubicato nel cuore del distretto finanziario di Manhattan ed occupa due piani di un grattacielo affacciato sul fiume Hudson.
La delegazione si è poi spostata nella sede dell’associazione degli avvocati di New York City, dove, nel corso della mattina, si è svolto un seminario caratterizzato da due parti: una di approfondimento legale, curata da alcuni avvocati dello Studio legale Herzfeld&Rubin, ed un’altra dedicata all’evoluzione della professione nel contesto internazionale.
Per la parte legale sono intervenuti l’avvocato Gisella Levi Caroti, che ha esposto le principali caratteristiche legali dei contratti di distribuzione e vendita che coinvolgono le controparti Italia-Usa; l’avvocato Emanuele Bardazzo, che ha trattato le principali differenze fra le società americane, con particolare riferimento alle corporations, alle limited liability companies e alle parnterships ed ai loro aspetti di forza e debolezza; l’avvocato Manuela Muttoni, che ha illustrato le diverse tipologie di visto per entrare negli Stati Uniti con un approfondimento sui visti legati ad attività di business.
Alla parte del seminario sulle sfide future della professione hanno, invece, partecipato il vicepresidente di AICPA, Mark Koziel, l’amministratore delegato ed il direttore di IFAC, rispettivamente Fayez Choudhury e Russel Guthrie.
L’AICPA (American Institute of Certified Public Accountants) è un’associazione composta da più di 418mila membri, residenti in 143 nazioni, che rappresenta la professione degli “accountants”, mentre l’IFAC *(International Federation of Accountants) è l’associazione che rappresenta oltre 175 associazioni di contabili in oltre 143 nazioni, circa 3 milioni di “accountants”, di cui anche il CNDCEC fa parte.
I lavori della missione sono poi proseguiti nel pomeriggio ed il giorno seguente con i workshop che hanno riguardato sia utili approfondimenti di temi trattati già nel corso dei seminari (come gli aspetti generali e legali del sistema fiscale e contabile americano per le aziende italiane interessate al “doing business”, nonché le peculiarità del sistema bancario) sia argomenti più specifici, come quello del mercato immobiliare americano o dei possibili scenari post elezioni.
Quest’ultimo è uno dei tanti aspetti che hanno contribuito a donare all’intera missione un’atmosfera particolarmente sentita: trovarsi nella città di New York esattamente nel giorno in cui è stato eletto il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America e poter osservare in diretta le reazioni collegate alla scelta che il popolo americano aveva appena fatto è stata un’esperienza apprezzata da tutti.
Dal confronto “a caldo” avuto con i vari interlocutori si è potuta apprezzare ancora di più la particolare dinamicità di questo complesso sistema economico. Sebbene non sia stato possibile approfondire, per questioni di tempo, tutti i possibili scenari che potrebbero verificarsi da qui ai prossimi mesi, alcune considerazioni molto interessanti sono state immediatamente colte su come, ad esempio, potrebbe cambiare la politica fiscale o la politica estera degli USA nel prossimo futuro, e soprattutto su quali conseguenze potrebbero avere questi cambiamenti nei rapporti con il nostro Paese o, più in generale, con l’Europa.
Considerazioni su cui tutti i partecipanti hanno potuto confrontarsi anche durante una cena in battello a conclusione della missione, che ha suggellato, insieme all’altissimo contenuto scientifico, il successo dell’iniziativa. Poter osservare da vicino lo *skyline di New York con tutte le sue sfavillanti luci, avvicinarsi alla Statua della Libertà per ammirarne la magnificenza, navigare nelle acque dell’Hudson e dell’East River ha rappresentato un momento di grande aggregazione per tutti, contribuendo a rafforzare un sentito spirito di appartenenza alla categoria.
Alla prossima missione!
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