Ampliare le opportunità di lavoro per i commercialisti iscritti all’Albo, sviluppare nuove professionalità e diffondere l’educazione finanziaria tra consumatori e investitori. Sono i fini del nuovo documento di ricerca “Il commercialista e la consulenza finanziaria agli investimenti”, pubblicato da Consiglio e Fondazione nazionali dei commercialisti.
Il documento, curato da un apposito gruppo di lavoro dell’area Finanza Aziendale sulla base di importanti approfondimenti svolti da specifici gruppi di lavoro degli Ordini dei commercialisti di Torino e Firenze, ha esplorato presupposti normativi e metodologie operative necessari ai commercialisti che intendano erogare servizi di consulenza in ambito finanziario.
L’elaborato evidenzia le potenzialità connesse all’ampliamento della consulenza finanziaria indipendente in Italia, sulla base delle caratteristiche quantitative e qualitative del risparmio nel nostro Paese, e descrive le possibili modalità di erogazione delle prestazioni da parte degli studi professionali dei commercialisti, sia per le prestazioni ritenute libere sia per quelle riservate.
“Uno dei principali obiettivi dell’attuale Consiglio nazionale – sottolinea il suo presidente Massimo Miani – consiste nell’identificare nuovi ambiti di lavoro e nell’ampliamento di nuove professionalità per i commercialisti. Nell’area di delega relativa alla finanza ciò è stato perseguito, da un lato, approfondendo tematiche connesse all’esigenza delle imprese di migliorare il proprio accesso al credito e, dall’altro, valorizzando le conoscenze che solo un commercialista ha dell’imprenditore e della sua situazione patrimoniale e familiare complessiva”.
“L’elaborato – affermano i consiglieri delegati all’area Finanza Maurizio Grosso e Lorenzo Sirch – effettua una completa illustrazione della normativa sulla consulenza finanziaria, inclusiva del recente avvio della sezione Consulenti Finanziari Autonomi, già popolata da alcuni colleghi, presso l’Organismo Consulenti Finanziari (OCF), e illustra le modalità pratiche di svolgimento dell’attività di consulenza finanziaria indipendente (pagata solo dal cliente e quindi anche denominata fee only) in un Paese, gli USA, all’avanguardia nella prestazione di tale tipologia di consulenza”.
“L’intero documento – concludono Grosso e Sirch – intende contribuire alla diffusione dell’educazione finanziaria, identificata dall’OCSE come il processo attraverso il quale i consumatori/investitori possono migliorare la propria comprensione di prodotti e nozioni finanziarie e, tramite l’informazione, l’istruzione e la consulenza oggettiva, possono sviluppare le capacità e la fiducia necessarie per diventare maggiormente consapevoli dei rischi e delle opportunità finanziarie, effettuare scelte informate, comprendere a chi chiedere consulenza e mettere in atto altre azioni efficaci per migliorare il proprio benessere finanziario”.
Allegati
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