Un momento dell’intervento di Pasquale Saggese a Telefisco 2022
L’Agenzia delle Entrate ha avuto un ruolo fondamentale nel periodo emergenziale, in particolare nella gestione dei contributi a fondo perduto che, a parte le iniziali difficoltà, sono stati erogati con tempestività ai contribuenti. Lo stesso direttore Ernesto Maria Ruffini ha però confermato l’esistenza di difficoltà da parte dei contribuenti e dei professionisti nel relazionarsi con gli uffici dell’Agenzia, in particolare nella gestione della rilevante mole di comunicazioni di irregolarità inviate negli ultimi mesi e per la gestione dei contraddittori.
“È evidente”, ha affermato il coordinatore dell’Area fiscalità della Fondazione Nazionale di ricerca dei Commercialisti, Pasquale Saggese, nel corso del suo intervento a Telefisco 2022, “che il blocco delle notifiche degli atti dell’amministrazione finanziaria dovuto alla pandemia ha generato un imbuto nella gestione delle pratiche. Bisogna quindi prendere atto che per smaltire efficacemente il collo di bottiglia che si è venuto a creare occorrono misure straordinarie, come straordinaria è la situazione da gestire. Occorre pertanto mettere a disposizione dell’Agenzia tutto il necessario per far fronte a tale impegno straordinario, a partire dal reclutamento del personale da destinare ai servizi ai contribuenti, ma anche mettendo mano a una rimodulazione dello smart working, ferma restando la sempre migliore e più diffusa implementazione dei servizi telematici”. Saggese ha sottolineato la necessità di un intervento urgente “perché anche quel 10-13% indicato da Ruffini di pratiche che non trovano tempestivo riscontro con Civis deve essere messo in condizione di poter interloquire con gli Uffici dell’Agenzia”. Più in generale, per un più proficuo rapporto tra fisco e contribuenti, l’esponente della Fondazione nazionale della categoria professionale ha affermato che sarebbe necessario “un preventivo coinvolgimento dei commercialisti nella fase di predisposizione delle norme fiscali, e un’opera di sfoltimento e di razionalizzazione normativa”. Saggese ha poi ringraziato il Mef per l’invito rivolto al Consiglio nazionale dei Commercialisti a formulare proposte di modifica del calendario fiscale, “un primo, importante passo”, ha detto, “che speriamo possa aprire una fase nuova di maggiore ascolto e sia di auspicio per un più equilibrato rapporto Fisco-contribuente”.
Riforma fiscale e professionisti
Nel corso del suo intervento alla manifestazione del Sole 24 Ore, Saggese si è soffermato anche su alcuni aspetti della riforma fiscale. “Il Disegno di legge delega attualmente all’esame del parlamento”, ha precisato, “non dedica particolare attenzione al comparto delle professioni, fatto salvo un riferimento al sistema di tassazione duale dei redditi derivanti dall’impiego del capitale anche nelle attività di lavoro autonomo, oltre che in quelle di impresa. La riforma è stata tuttavia anticipata, con la legge di bilancio 2022, dalla riduzione delle aliquote Irpef, dal riconoscimento dell’assegno unico universale e dall’esclusione dall’Irap delle attività svolte in forma individuale. Tutte misure queste che, rivolgendosi anche al mondo professionale, avranno sicuramente un impatto positivo già a partire dal 2022”.
Ciò nonostante, c’è un aspetto che secondo Saggese meriterebbe di essere rivisto: è la logica sottostante all’esclusione da Irap delle sole attività individuali “che tende a disincentivare implicitamente le aggregazioni professionali, o meglio, a incentivare lo scioglimento delle attività svolte informa associata”. Logica che si rinviene, ad esempio, anche nell’esclusione dal regime forfettario degli studi associati e delle società tra professionisti. “Sarebbe invece utile”, ha sostenuto il ricercatore della FNC, “concepire misure che, in analogia a quanto previsto per il settore imprenditoriale, favoriscano le aggregazioni professionali o, quantomeno, non finiscano per penalizzarle ingiustificatamente. Ciò nell’interesse del mercato, che richiede servizi sempre più qualificati e specializzati”. La riforma potrebbe costituire inoltre l’occasione per colmare la lacuna normativa ancora oggi esistente sul regime fiscale delle società tra professionisti. Lacuna, ha ricordato Saggese, “a cui ha posto sinora rimedio la prassi dell’Agenzia delle Entrate, ma che la Cassazione ha disatteso in alcune sue recenti pronunce”. Ma occorre soprattutto, ha proseguito, “una norma di interpretazione autentica che sancisca il principio di neutralità fiscale delle operazioni di conferimento e apporto degli studi individuali o associati nelle società tra professionisti, al fine di garantire al comparto delle professioni condizioni di parità di trattamento con il mondo imprenditoriale e quindi di eliminare gli ostacoli all’utilizzo di uno strumento – la Società tra professionisti – sinora poco utilizzato proprio per la mancanza di una norma di salvaguardia sulla neutralità fiscale delle operazioni straordinarie”.
La manovra e le imprese
Il quadro che emerge dalle misure nella manovra relative alle imprese “è fatto di chiaroscuri, come è naturale per una legge di bilancio che si sviluppa su 404 pagine di Gazzetta ufficiale e su ben 120 metri di lunghezza lineare, con interventi della più svariata natura”. Tra le misure in ambito fiscale, ha ricordato Saggese, “vanno sicuramente nella giusta direzione: la soppressione dell’Irap per ditte individuali e lavoratori autonomi, che unitamente alla riduzione dell’Irpef si spera possa costituire il primo passo di un processo di graduale riduzione della pressione fiscale”. Positivi anche gli interventi di stabilizzazione fino al 2024 dei bonus edilizi ordinari, la proroga fino al 2025 dei crediti d’imposta del Piano Transizione 4.0 e il rinvio di un anno dell’entrata in vigore di sugar e plastic tax.
Gli aspetti di maggiore criticità riguardano invece la soppressione o comunque il forte ridimensionamento del meccanismo del patent box, il più rapido décalage degli incentivi alla ricerca e all’innovazione, l’annunciato ridimensionamento della possibilità di cessione dei crediti derivanti dai bonus edilizi che, ha evidenziato Saggese, “frenano di molto l’appeal della misura”. Negativo anche il dietrofront sulla rivalutazione e il riallineamento di alcuni beni immateriali, “segno tangibile delle perduranti difficoltà di pianificazione fiscale nel nostro Paese. Un aspetto, questo, che è senza dubbio decisivo per migliorare la competitività e l’attrattività del sistema sul quale è necessario che si cominci al lavorare seriamente se si ha davvero a cuore la crescita del nostro Paese”.
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