I Comitati pari opportunità degli Ordini territoriali dei commercialisti esprimono il proprio cordoglio per la morte di una ragazza nella città iraniana di Qom e denunciano “la drammatica situazione delle donne iraniane”. In una nota, alla quale aderisce anche il Consiglio nazionale della categoria, sottolineano come “la morte per avvelenamento di una donna a Qom, di cui in questi giorni hanno dato notizia i media internazionali e che è stata ammessa dallo stesso viceministro della salute, Younes Panahi, è l’ennesimo caso di femminicidio in un Paese in cui è ormai esplicito l’obiettivo di imbavagliare le donne, al pari di quanto accade nell’Afghanistan dei talebani”.
“Sono almeno 200 le bambine e le ragazze avvelenate con lo scopo di chiudere per sempre le scuole femminili”, scrivono i comitati pari opportunità, ricordando anche come “solo qualche settimana fa un semplice ballo romantico è stata la causa della condanna a 10 anni e 6 mesi di reclusione per Astiyazh Haghighi e per il suo fidanzato Amir Mohammad Ahmadi, entrambi poco più che ventenni”. Nella nota si ricordano anche la “persecuzione subita da Sara Khadim al-Sharia, campionessa iraniana di scacchi, per aver paertecipato nei mesi scorsi in Kazakistan al campionato mondiale a volto scoperto. Innumerevoli sono i casi di violenza contro le donne iraniane e contro gli uomini, padri e fratelli, che sposano le ragioni della difesa delle libertà fondamentali delle donne. Violenze che purtroppo sfociano in una strage continua ed inarrestabile di giovani vite”.
“Le commercialiste e i commercialisti italiani si oppongono a questa carneficina: quella che si sta combattendo in Iran è una lotta per i diritti inalienabili delle donne e degli uomini. Di fronte a questa situazione più forte deve farsi sentire la voce della comunità internazionale e deve crescere la mobilitazione dell’opinione pubblica”.
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