Nella seduta del 20-21 gennaio 2016, il Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili ha approvato la traduzione ufficiale in lingua italiana degli International Valuation Standards, come emanati dall’International Valutation Standards Council (IVSC), di cui il CNDCEC è un componente dal 2012.
Si conclude così l’impegno preso dal Consiglio nazionale di rispondere all’esigenza di rendere la normativa internazionale in materia di valuations disponibile per i commercialisti anche in lingua italiana. Così come già fatto per i principi internazionali di revisione ed i principi di contabilità per il settore pubblico, il Consiglio ha scelto di contribuire alla riflessione tecnica sul tema delle valutazioni fornendo al pubblico uno strumento utile per il confronto a livello internazionale.
Per quanto riguarda il modus operandi, nel progetto si è ritenuto di coinvolgere non solo i commercialisti, ma anche le altre professioni interessate, in una riflessione congiunta che mira a raccordare tra loro i diversi saperi ed i molteplici attori coinvolti in questo specifico ambito di attività. Per questo motivo, nell’accreditarsi come translating body presso l’IVSC per la traduzione e la pubblicazione degli IVS nella versione del 2013, il CNDCEC è stato affiancato dal Consiglio Nazionale dei Geometri.
Il linguaggio proposto dagli IVS è spesso riconducibile al “mondo” IAS/IFRS, sulla cui terminologia il settore traduzioni del CNDCEC ha acquisito ampia esperienza con precedenti lavori. Tuttavia, spesso ci si è trovati di fronte ad una significativa criticità, dovuta al fatto che i metodi ed i criteri di valutazione descritti negli standard interessano anche ambiti non sempre di diretta rilevanza per la professione del commercialista, rendendo necessarie approfondite ricerche.
Il compito è stato reso più complesso dalla necessità di confrontarsi con il lavoro dell’Organismo Italiano di Valutazione – di cui anche il CNDCEC fa parte – che ha pubblicato nello scorso luglio i Principi Italiani di Valutazione (PIV), ispirati agli IVS medesimi.
Come conciliare la terminologia estratta dall’ambito internazionale con quella definita in ambito nazionale, facendo attenzione a non inficiare la fedeltà della traduzione? Come trasporre nell’ordinamento giuridico italiano concetti da esso avulsi, quali, solo per fare un esempio, il ‘superior interest’ ed il ‘subordinate interest’? E quale orientamento adottare, considerando che la terminologia della valutazione in italiano è utilizzata in modo non sempre uniforme in documenti diversi tra loro per finalità ed origine? Si prenda l’esempio della traduzione del termine tecnico ‘highest and best use’, un’espressione inglese che si è di fatto diffusa e viene utilizzata correntemente in molti testi tecnici sull’argomento scritti da esperti italiani. Questo è uno di quei casi in cui sarebbe legittimo chiedersi se sia preferibile ricorrere (e così piegarsi) ad un anglicismo ovvero optare per una traduzione soddisfacente in lingua italiana. Anche per questo si è rivelato fondamentale ed insostituibile il confronto non solo all’interno della professione, ma anche con gli altri professionisti e organismi interessati.
A conclusione del processo di traduzione, sono pubblicati sul sito del Consiglio nazionale i testi per essere sottoposti a pubblica consultazione, come da prassi del CNDCEC per quanto riguarda le traduzioni degli standard internazionali.
Arrivato quindi alla conclusione con la decisione del CNDCEC in seduta plenaria, il progetto di traduzione degli IVS consentirà di mettere presto a disposizione dei commercialisti e degli altri operatori un valido strumento per facilitare un esame dettagliato dei principi internazionali di riferimento. Tale opportunità risulta particolarmente utile in questo momento, in quanto permette di approfondire l’analisi delle disposizioni dei principi italiani di valutazione anche alla luce della normativa internazionale.
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