Il nuovo Fisco alla luce della recente attuazione della delega fiscale è stato uno dei temi al centro dell’attenzione del Congresso nazionale del CNDCEC, svoltosi a Milano il 15 e 16 ottobre scorsi. Una delega che, come è noto, non prevedeva una generale riforma del sistema fiscale ma soltanto specifici ed autonomi interventi, più che altro di tipo “manutentivo”, nei più svariati ambiti della fiscalità.
In un anno e mezzo di tempo, sono stati undici i decreti legislativi giunti al traguardo, all’incirca la metà degli interventi programmati. Un’attuazione soltanto parziale che restituisce comunque al Paese un Fisco con regole più certe e coerenti sistematicamente, con un fil rouge – che ha tenuto insieme i vari interventi normativi – rappresentato dal tentativo di migliorare il dialogo tra Fisco e contribuenti in un quadro di reciproca e leale collaborazione, a partire dalle modifiche alle forme di interlocuzione preventiva del contribuente con l’Amministrazione finanziaria.
Molte delle novità introdotte vanno nella giusta direzione e, comunque, si intravede lo sforzo di cambiare passo o, quanto meno, di provarci.
In estrema sintesi, questo è stato il giudizio che il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Gerardo Longobardi, ed il consigliere nazionale delegato alla fiscalità, Luigi Mandolesi , hanno dato del sistema fiscale come ridefinito in seguito agli interventi di attuazione della delega fiscale.
La due giorni milanese è stata, peraltro, l’occasione per porre all’attenzione delle istituzioni e della pubblica opinione, oltre che il bilancio di quanto è stato fatto, anche quanto, ad avviso del Consiglio nazionale, c’è ancora da fare, riaffermando in tal modo il profilo propositivo e collaborativo della nostra Professione.
Profilo che, nei suoi primi quindici mesi di vita, il Consiglio ha fatto valere in tutte le sedi istituzionali in cui è stato audito o comunque invitato a partecipare. A partire dal Tavolo tecnico sulle semplificazioni fiscali, istituito dal viceministro alle Finanze, Luigi Casero, od ancora nell’ambito del Tavolo tecnico per la predisposizione della legge di stabilità 2016, anch’esso istituito presso il MEF, ed al quale, per la prima volta, sono stati chiamati anche i Commercialisti, senza dimenticare le costanti interlocuzioni con i vertici dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia.
È stato formulato dunque un articolato “pacchetto” di proposte che vanno dalla semplificazione degli adempimenti contabili e dichiarativi al miglioramento del rapporto di reciproca e leale collaborazione tra Fisco e contribuente, con lo sguardo sempre rivolto ad un maggior rispetto dei principi di chiarezza, certezza, coerenza e prevedibilità delle norme tributarie.
Con particolare riferimento al tema delle semplificazioni, il CNDCEC ha ritenuto prioritaria la definizione di un nuovo calendario delle scadenze fiscali, con tempi certi e meglio distribuiti nel corso dell’anno, che consenta ai contribuenti ed ai professionisti che li assistono di effettuare gli adempimenti in modo tempestivo e corretto nonché, per i secondi, con la dovuta diligenza professionale.
Al fine di assicurare, in ogni caso, tempi congrui per gli adempimenti, è stata altresì proposta una sorta di “clausola di salvaguardia” che, in conformità ai principi dello Statuto del contribuente, stabilisca la proroga automatica di 60 giorni dei termini di dichiarazione e versamento nei casi di ritardo nella pubblicazione dei software applicativi e/o dei provvedimenti attuativi della disciplina necessari per l’adempimento.
Sarebbe un importante segno di civiltà, assolutamente necessario, come testimoniato dalla recente vicenda della proroga dei termini per la voluntary disclosure intervenuta soltanto un giorno prima della scadenza originaria, nonostante gli allarmi più volte lanciati dalla nostra Professione.
Sempre in tema di tempistica degli adempimenti, altro problema che contribuenti e Commercialisti si trovano, sempre più spesso, ad affrontare è rappresentato dal recente proliferare di comunicazioni e di richieste da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Il riferimento va, ad esempio, alle nuove comunicazioni per favorire l’adempimento spontaneo del contribuente (la c.d. tax compliance), che quest’anno, in sede di prima applicazione della disciplina, sono state recapitate a ridosso della pausa estiva ad oltre 200.000 soggetti, con evidente difficoltà nella “lavorazione” delle stesse.
A queste si aggiungono poi i più “classici” preavvisi di irregolarità, avvisi bonari, questionari e le altre richieste di informazioni e di documenti da parte degli organi di controllo, che, qualora recapitati nel mese di luglio, comportano le medesime difficoltà di gestione, in un periodo già di per sé tradizionalmente “caldo” per i Commercialisti, stretto com’è tra le scadenze di versamento relative al modello Unico ed ai tributi locali ed i calcoli relativi agli studi di settore.
Trattandosi di una situazione ormai piuttosto ricorrente, si è proposto di risolvere definitivamente il problema per via normativa, prevedendo la sospensione feriale, dal 1° al 31 agosto, dei termini amministrativi a carico del contribuente che si applicherebbe, dunque, a tutte le comunicazioni, richieste ed avvisi sopra detti.
Con una norma di interpretazione autentica è stato, poi, chiesto di chiarire definitivamente che la sospensione feriale dei termini vale anche in caso di accertamento con adesione, con la conseguenza che il termine per la proposizione del ricorso, in caso di mancata definizione dell’accertamento, risulta sospeso di ulteriori trenta giorni qualora i novanta giorni ordinari previsti per l’adesione cadano in detto periodo feriale.
Sul fronte dei versamenti, è stato chiesto il ripristino della facoltà per i soggetti non titolari di Partita IVA di presentare i modelli F24 in forma cartacea presso gli sportelli bancari o postali. Le restrizioni introdotte, a partire dal mese di ottobre 2014, appaiono, infatti, troppo penalizzati per un adempimento fondamentale come quello in oggetto.
Tra gli adempimenti ritenuti superflui, in quanto inutile duplicazione di obblighi a carico dei contribuenti, è stata proposta poi l’eliminazione o, quanto meno, il drastico “snellimento” del modello 770 semplificato, considerato che i dati in esso contenuti sono, in gran parte, già comunicati all’Agenzia delle Entrate con le nuove Certificazioni Uniche, da trasmettere entro il 7 marzo di ogni anno.
Al riguardo, il disegno di legge di stabilità 2016 (A.S. n. 2111) prevede l’integrazione dei dati da comunicare con le Certificazioni Uniche proprio al fine di “alleggerire” il modello 770 semplificato. Considerato che viene mantenuto fermo il termine del 7 marzo per la trasmissione di dette Certificazioni all’Agenzia delle Entrate, lasciando quindi una sola settimana dal termine di effettuazione dei conguagli da parte dei sostituti d’imposta, è stato proposto, al fine di scongiurare le criticità operative che tale tempistica comporta, il differimento al 15 marzo del predetto termine di trasmissione delle Certificazioni Uniche (facendo eventualmente slittare dal 15 al 20 aprile la data della messa a disposizione da parte dell’Agenzia del modello 730 precompilato).
Per non gravare i sostituti d’imposta di adempimenti che non avrebbero alcuna utilità ai fini della precompilazione del modello 730 da parte dell’Agenzia delle Entrate, è stato inoltre proposto di limitare l’obbligo di invio telematico all’Agenzia delle sole Certificazioni riferite a soggetti ammessi all’utilizzo della dichiarazione precompilata e non anche di quelle relative, ad esempio, ai lavoratori autonomi abituali, esclusi invece dal modello 730.
In alternativa, è stato proposto il differimento del termine di trasmissione telematica di queste ultime Certificazioni, in modo da lasciare ai sostituti tempi congrui per l’effettuazione dell’adempimento, evitando di “scaricare” su di essi il “peso” ed i costi della semplificazione in atto del modello 770.
Tra gli adempimenti superflui di cui è stata chiesta l’eliminazione vi sono altresì la comunicazione dei beni aziendali in godimento a soci o familiari, considerata la sua scarsa utilità ai fini dei controlli da parte dell’Agenzia, nonché i modelli Intrastat relativi agli acquisti di servizi generici, che non sono contemplati dalla normativa comunitaria.
Un ventaglio di proposte, dunque, piuttosto articolato che ci si augura possa trovare attenzione e riscontro già nella prossima legge di stabilità. Per un Fisco effettivamente più equo, trasparente ed orientato alla crescita.
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