Il premier Giuseppe Conte
“I lavori in corso per la conversione in legge del Decreto Cura Italia e per la predisposizione dei nuovi Decreti di aprile ci impongono di ribadire al Governo la necessità di misure fiscali coraggiose che non solo rispondano concretamente al rapido deterioramento della situazione economico-finanziaria di famiglie, imprese e lavoratori, ma che riescano ad essere anche effettivamente conformi alle finalità che si dichiara di voler perseguire”. È quanto afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani. La categoria torna dunque a lanciare l’allarme sulla tenuta del quadro economico nazionale, come già fatto ripetutamente in queste settimane.
La recente proroga al 13 aprile 2020 delle restrizioni all’apertura delle attività economiche e delle limitazioni agli spostamenti delle persone, oltre alle urgenti decisioni in materia di liquidità e tutela del lavoro, convince infatti sempre più i commercialisti dell’assoluta necessità di intervenire senza indugio:
- ampliando a tutte le categorie la sospensione dei versamenti almeno fino al prossimo mese di settembre, a cominciare da quelli relativi alle dichiarazioni IRPEF, IRES, IRAP e IVA;
- inserendo tra i pagamenti sospesi anche di quelli derivanti da avvisi bonari, accertamenti con adesione e altri istituti deflativi del contenzioso nonché da transazioni fiscali, accordi di ristrutturazione dei debiti o piani del consumatore;
- ammettendo la compensazione dei crediti 2019 relativi a imposte dirette e IRAP anche prima della presentazione della relativa dichiarazione e riducendo la misura degli acconti relativi alle medesime imposte;
- sospendendo il blocco delle compensazioni in presenza di debiti scaduti di importo superiore a 1.500 euro e il blocco dei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche in presenza di debiti scaduti di importo superiore a 5.000 euro, nonché i pignoramenti presso terzi;
- estendendo l’esonero dalla ritenuta d’acconto ai compensi percepiti dai professionisti fino a settembre 2020, includendo anche quelli con dipendenti o collaboratori;
- concedendo la facoltà di considerare il 2020 un periodo di non normale svolgimento dell’attività ai fini degli ISA;
- sterilizzando la disciplina sulle società di comodo e in perdita sistematica;
- riproponendo la moratoria sulle sanzioni relative alla tardiva trasmissione delle fatture elettroniche e dei corrispettivi telematici;
- prolungando la sospensione dei termini processuali almeno a tutto il mese di giugno;
- sospendendo i termini di decadenza dalle agevolazioni tributarie”.
“Quanto alla maggiore conformità delle norme alle finalità dichiaratamente perseguite – afferma ancora Miani –, occorre immediatamente intervenire, se davvero si hanno a cuore le sorti dei contribuenti in difficoltà, sulla norma che proroga di due anni i termini di riscossione e accertamento in scadenza nel 2020. Se è vero infatti, come afferma la relazione di accompagnamento al Decreto Cura Italia e ribadito dall’Agenzia delle entrate nella circolare emanata ieri, che tale norma intende favorire i contribuenti in difficoltà per l’emergenza in atto, evitando la notifica di atti impositivi nei loro confronti altrimenti necessaria, tale obiettivo sarebbe più giusto realizzarlo prorogando non i termini di notifica in favore dell’erario, bensì i termini di proposizione del ricorso a favore dei contribuenti o, quanto meno, limitando la sospensione dei termini di prescrizione e decadenza ad un periodo corrispondente alla durata della sospensione dell’attività degli Uffici degli enti impositori”.
“Se il Governo non riterrà di provvedere in tal senso – conclude il presidente dei Commercialisti –, non ci si potrà più nascondere dietro alle pur dichiarate “buone intenzioni” e tutti potranno constatare, malgrado tutto, quali siano state le finalità realmente perseguite dalla norma, a dispetto di ciò di cui i contribuenti avrebbero invece effettivamente bisogno in questo periodo di assoluta emergenza”.
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