Alessandro Allamprese, ODCEC Padova
Andrea Cecchetto, ODCEC Vicenza
Strumenti per la professione per supportare le Pmi: nuove tecnologie, innovazione e temporary management. Sono questi i temi al centro del convegno regionale che si terrà l’11 settembre a Cortina d’Ampezzo, cui hanno aderito Confindustria Veneto, Il Sole 24 Ore, Cuoa Business School, Api Vicenza e Confartigianato Belluno. Si tratta della tappa bellunese dell’iniziativa regionale organizzata da Confprofessioni Veneto, Proservizi, Unione Giovani Commercialisti di Vicenza e di Venezia.
Nel libro Il coraggio di cambiare, raccolta dei discorsi di Sergio Marchionne alla Bocconi (a cura di Alberto Grando), ad una domanda relativa alle azioni da porre in essere per crescere e innovare, il manager parla di come eliminare i vincoli passati valorizzando tutte le esperienze per creare stimoli: la migliore cosa da fare è rimuovere tutti i dirigenti che rappresentano il passato. Si tratta di una risposta secca e diretta, nel suo stile. A nostro modo di vedere è un invito esplicito a cambiare la routine, anche negli studi, ad abbandonare modelli e approcci consolidati, ma ancorati ad un passato che non è più replicabile.
Nel numero del 3 settembre de Il Sole 24 Ore, un articolo del direttore esecutivo di Aidaf (associazione primaria di imprese familiari italiane) ha evidenziato le azioni intraprese e da intraprendere in pieno periodo-covid. Una di queste azioni – l’accrescimento della dimensione anche attraverso operazioni di acquisizione – nasce dalla consapevolezza che “quando c’è mare grosso, le imbarcazioni più grandi sono quelle che resistono”. Nell’ottica degli studi professionali occorre riconsiderare, quindi, anche la struttura e la dimensione dello studio, per capire se l’approccio al mercato sinora impostato sia anch’esso da rivedere.
Il processo di innovazione interno ai nostri studi, altro tema centrale, ha bisogno di azioni concrete per divenire realtà. Uno degli scriventi ha in questi anni portato avanti un processo di ridefinizione del proprio studio professionale. Sulla base di questa esperienza, elenchiamo alcuni consigli, senza alcuna pretesa di esaustività.
- Per prima cosa occorre prestare molta attenzione a differenziare l’ampliamento dei servizi (si pensi ai servizi 231, privacy, etc.) all’interno dello studio professionale dall’innovazione vera e propria. Innovazione che deve essere intesa come introduzione nel mercato di “nuovi” servizi distanti dalle aree classiche dello studio e possibilmente difficilmente replicabili nel breve periodo. Il vantaggio competitivo diventa un fattore fondamentale in questo tipo di processo.
- I nostri clienti sono un ottimo banco di prova per muovere i primi passi e vedere se le nostre proposte sono recepite dal mercato.
- Il processo di innovazione non può essere delegato ma deve essere seguito direttamente dai titolari dello studio. Ciò comporta il venir meno del coinvolgimento diretto nell’operatività dell’attività classica dello studio. Per innovare e introdurre un nuovo servizio sono necessarie molte energie e tempo.
- Errore ed Innovazione per certi versi sono quasi sinonimi. Soprattutto quando con l’innovazione si traccia una strada nuova, è difficile non fare errori. Spesso l’errore all’interno degli studi è mal digerito mentre in un processo di innovazione diventa quasi un’opportunità di crescita perché aiuta a trovare la giusta direzione.
- Innovare e quindi fornire servizi nuovi vuol dire anche introdurre aree per lo più sconosciute all’interno dello studio come il marketing e l’area commerciale nelle quali partiamo quasi da zero.
- Così come l’innovazione deve essere portata avanti dai titolari dello studio, allo stesso modo deve coinvolgere tutto il team perché da questo si alimenta.
- Bisogna ormai pensare che la fornitura di servizi innovativi avvenga attraverso l’utilizzo di piattaforme che mettano in contatto clienti e fornitori di servizi. Diventa quindi necessario importare o utilizzare in outsourcing importanti competenze di tipo informatico.
- Altro aspetto importante da valutare e comprendere è che un processo di innovazione richiede importanti investimenti. Se abbiamo già accennato a quelli legati al tempo da investire non sono da sottovalutare quelli legati alle competenze da acquisire in svariate aree.
- Da ultimo, un processo di questo tipo richiede una visione per capire come sarà la nostra società fra qualche anno e come la nostra idea impatterà nell’economia non tanto ora ma negli anni a venire. Bisogna quasi immaginare il futuro. Potrebbe accadere che alcune fasi possano essere implementate o industrializzate con tecnologie che non sono ancora disponibili ma che lo saranno a breve.
Queste tematiche saranno sviluppate nel convegno di Cortina dell’11 settembre e saranno anche al centro della tavola rotonda di novembre, a Verona, nel corso della quale i due gruppi di lavoro regionale di commercialisti e avvocati esporranno una sintesi delle esperienze raccolte.
Di seguito il link alla pagina interamente dedicata al progetto regionale: https://proservizi.it/generazioni-professionali-a-confronto-aspetti-valutativi-organizzativi-contrattuali-strategici/
