Si è svolta oggi a Roma, presso il centro congressi dell’Hotel Roma Life, la prima assemblea dei presidenti degli Ordini dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili dell’era Miani. Sul palco, insieme al presidente nazionale di categoria Massimo Miani, c’erano il vicepresidente Davide Di Russo, il segretario Achille Coppola ed il tesoriere Roberto Cunsolo.
Assemblea che, dopo il periodo transitorio, è tornata ad essere quella prevista dall’ordinamento professionale di categoria ed aperta quindi solo ai presidenti – e non più anche ai vicepresidenti – per l’approvazione del bilancio preventivo 2017.
Dopo i ringraziamenti ai past president Gerardo Longobardi per “il lavoro svolto negli anni della sua presidenza” e a Claudio Siciliotti “per le molte cose buone che ha fatto per la categoria”, Massimo Miani ha illustrato la sua relazione davanti ad una platea rappresentata dai presidenti di 121 Ordini territoriali con un discorso a 360° sui progetti a medio e lungo termine che vedranno coinvolta la categoria per renderla competitiva ed al passo con i tempi.
Per questo motivo, Miani ha sottolineato l’importanza di imparare a lavorare uniti per trasmettere un messaggio unitario ai 118mila iscritti all’Albo. “Ora è il momento di mettere da parte le contrapposizioni del periodo elettorale – ha detto – perché solo uniti potremo raggiungere i risultati ai quali ambiamo”.

Miani ha poi parlato del programma di mandato, caratterizzato essenzialmente dalla volontà “di sviluppare la professione che sta attraversando un momento di crisi, come del resto lo stesso sistema economico italiano. I nostri sforzi devono tendere a progettare un futuro diverso perché sarebbe un errore strategico enorme limitarci solamente alla difesa di quello che già abbiamo”.
L’obiettivo è naturalmente non solo quello di creare nuove opportunità di lavoro per chi è già iscritto all’Albo, ma anche attirare nuove leve in un momento in cui il numero dei giovani praticanti è diminuito notevolmente.
“Nell’era del fisco telematico e della fatturazione elettronica – ha spiegato Miani – dobbiamo diventare protagonisti di questo nuovo cambiamento. Per anni abbiamo contribuito alla riduzione dei costi dell’amministrazione finanziaria con un risparmio per le casse dello Stato che, tra il 2006 ed il 2011, ha raggiunto i 2 miliardi di euro. A fronte di questo, i nostri studi hanno dovuto invece sostenere maggiori costi per personale, software e hardware. Dobbiamo allora fare tesoro degli errori passati di fronte a questo cambiamento in campo fiscale poiché l’85% degli iscritti svolge attività relative alla contabilità ed al fisco”.
Per tornare ad essere protagonisti è fondamentale l’interlocuzione con le Istituzioni affinché i commercialisti vengano coinvolti fin dalla fase di stesura delle norme, senza subirne passivamente l’applicazione. Per questo motivo, il presidente Miani, a partire da Telefisco fino ad una serie di incontri presso il MEF, ha iniziato ad avanzare richieste in questo senso che hanno portato i risultati sperati grazie al coinvolgimento del Consiglio nazionale ai tavoli istituiti sull’antiriciclaggio, sul fisco digitale e sull’interpretazione delle nuove norme fiscali. “Dobbiamo interpretare il cambiamento – ha proseguito Miani –, capire qual è la nostra funzione e chiedere il riconoscimento del ruolo di certificatori per il quale abbiamo già avuto modo di interloquire con il MEF e l’Agenzia delle Entrate”.

Il presidente è poi tornato sul tema delle SAF, un suo cavallo di battaglia fin dalla precedente consiliatura quando ricopriva la delega a Università e Tirocinio. Specializzazioni fondamentali non solo per la crescita delle competenze.
“Strettamente connesso alle scuole di alta formazione – ha detto – è quello della proliferazione di albi che hanno svuotato di competenze la professione ed hanno creato problemi anche dal punto di vista della formazione. Ora che abbiamo strutturato le SAF, possiamo chiedere il riconoscimento giuridico delle specializzazioni attraverso la modifica dell’ordinamento per fermare questo processo e riportare all’interno del nostro mondo ordinistico tutta una serie di funzioni”.

Un altro ambito su cui Miani vuole investire è nell’attività di lobby a livello europeo per non subire, anche in questo caso, le norme a cose fatte come nel caso dell’antiriciclaggio. “Per questo motivo – ha detto Miani – abbiamo istituito una nuova delega alle Politiche comunitarie per lo sviluppo della professione per concentrarci sull’Europa e sulle norme europee. Nell’antiriciclaggio, per esempio, lavoriamo nell’ambito di un recinto dettato proprio dall’UE, ma per il quale cerchiamo comunque di riportare a casa i massimi risultati”.

Il presidente dei commercialisti ha poi sottolineato “l’importanza del riconoscimento del ruolo dei controlli nelle società che si evidenzia con la reintroduzione del collegio sindacale nelle srl nel decreto sulla riforma delle discipline della crisi d’impresa e dell’insolvenza, attualmente al Senato” per spostare poi l’attenzione “sulla proposta fatta dal Consiglio nazionale al governo per reintrodurre i parametri di riferimento, soprattutto per le attività professionali di interesse pubblico”.
Un altro tema toccato riguarda le attività della Fondazione ADR Commercialisti, il cui Consiglio si è insediato nella giornata di ieri, che potrà sviluppare nuove opportunità di lavoro per gli iscritti. A questo proposito, per Miani, è fondamentale intervenire sul testo del ddl che riforma le discipline della crisi d’impresa e dell’insolvenza approvato dalla Camera e ora al Senato. “Il testo – ha spiegato Miani – presenta una norma che ammette alla procedura solo gli OCC registrati presso le camere di commercio, escludendo quelli iscritti al Ministero della Giustizia in cui rientrano quelli dei commercialisti. Ci faremo sentire anche su questo per recuperare pure questa funzione”.

Il presidente si è poi soffermato a lungo sulla necessità di modificare l’ordinamento professionale per dare nuove opportunità ai commercialisti in un momento in cui il ministro della Giustizia dimostra attenzione verso il mondo delle professioni. “L’ordinamento è stato scritto nel 2005 ed è entrato in vigore nel 2008 – ha detto –. Dieci anni sono tanti, il mondo cambia ed una modifica si rende assolutamente necessaria. Il Consiglio nazionale farà una serie di proposte sulle quali si confronterà con gli Ordini territoriali”. Parliamo, tra l’altro, della disciplina delle incompatibilità con l’obiettivo di ampliare la sfera delle attività esercitabili, dell’organizzazione territoriale degli Ordini sulla falsariga delle macro-aree delle SAF per raccogliere le istanze dei territori, della modifica del sistema elettorale, della formazione professionale continua. Senza dimenticare la necessità di investire in tecnologie ed infrastrutture per migliorare il lavoro quotidiano degli Ordini.
Miani ha dedicato l’ultima parte della sua relazione, culminata in una standing ovation dei presidenti locali, alla necessità del Consiglio nazionale di puntare sull’attività di ricerca attraverso la sua Fondazione nazionale non solo per produrre documenti di rilievo scientifico utili per i commercialisti ed i loro stakeholder, ma anche per stimolare interventi legislativi a favore della categoria.

L’assemblea è proseguita con l’approvazione del bilancio preventivo 2017, da parte dei presidenti degli Ordini, dopo la sua illustrazione ad opera del tesoriere Roberto Cunsolo. Nella seconda parte della giornata, invece, i lavori sono stati caratterizzati dagli interventi dei presidenti locali, coordinati dal segretario Achille Coppola, che hanno accolto l’appello all’unità di Massimo Miani, intervenendo in modo costruttivo sui temi sollevati e sollecitati dal presidente nazionale.

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