“Non esiste alcuna proposta che voglia mettere un Daspo per i commercialisti nei confronti dei quali esistono già delle sanzioni e delle segnalazioni all’Ordine”. Lo dice il sottosegretario al Mef del M5s Alessio Villarosa, che sembra così chiudere, almeno per il momento, la polemica nata dopo che alcune testate avevano anticipato la misura allo studio del Governo. “Non viene da noi questa proposta”, afferma Villarosa, “e non capisco perché venga attribuita al governo” ricordando come proprio questa mattina ha incontrato i rappresentanti dei commercialisti sugli Indicatori sintetici di affidabilità su cui “abbiamo entrambi proposte in campo che torneremo a verificare nei prossimi giorni”.
In mattinata il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani aveva affermato che “Il Daspo ai commercialisti che rilasciano attestazioni per crediti fiscali inesistenti è una misura inutile per il semplice fatto che già ora i commercialisti che così si comportano sono soggetti non solo a sanzioni amministrative, ma anche a responsabilità penali, perché anche di recente la Corte di Cassazione ha affermato che la condotta integra il reato di “dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici”, punibile da 1,5 a 6 anni di reclusione ex art. 3 del DLgs. 74/2000”.
“Come liberi professionisti a cui lo Stato chiede attività di controllo e presidio, gravandoci di stringenti responsabilità anche penali – aveva proseguito Miani – restiamo francamente sconcertati da un approccio enfatico che lascia intendere che fino a oggi queste responsabilità non ci fossero. Come cittadini e contribuenti, manifestiamo invece preoccupazione, perché non è certo con norme inutili a uso e consumo di titolo di giornale che si possono trovare i 7 miliardi che attualmente mancano all’appello nella NaDef. Restiamo come sempre a disposizione delle istituzioni e della politica – conclude Miani – ma chiediamo rispetto”.
Le critiche dell’opposizione
Sulla vicenda arrivano anche i duri commenti dell’opposizione. In una nota congiunta i deputati della Lega Massimo Garavaglia, già viceministro dell’Economia, Massimo Bitonci, già sottosegretario del governo Lega-5 Stelle e Alberto Gusmeroli vicepresidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, affermano che “è a dir poco vergognosa la proposta del governo giallorosso di una Daspo ai commercialisti, che vengono equiparati ai delinquenti. È assurdo l’atteggiamento di un governo, che pensa di recuperare 7 miliardi di coperture per disinnescare l’aumento dell’Iva, sulle spalle di professionisti, che già sono soggetti a sanzioni amministrative e responsabilità penali nel caso in cui rilascino attestazioni per crediti inesistenti. Siamo a fianco di una categoria già pesantemente impegnata nel far fronte alle assurdità degli Isa, eredità di Renzi, che ora il governo vuole anche far passare per collaborazionisti degli evasori. L’evasione fiscale si riduce se si semplifica il sistema e si riduce la tassazione”.
Di analogo tenore anche le dichiarazioni del responsabile economico di Forza Italia, Renato Brunetta, il quale sottolinea come “l’istituzione del Daspo, vale a dire sospensione piena dall’ordine professionale, è di per sé delegittimante: i commercialisti non possono essere, allo stesso tempo, controllori con funzioni di presidio alla lotta all’evasione fiscale, e controllati da uno Stato etico che non riconosce il loro ruolo professionale. Se questo serve per recuperare 7,2 miliardi di euro dalla lotta all’evasione fiscale, ci troviamo per l’ennesima volta di fronte ad un Governo di sinistra-sinistra che, pur di fare cassa, non tutela i corpi intermedi”.
Altrettanto critica la presa di posizione di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. “Vogliono il Daspo per i commercialisti che fanno attestazioni infedeli”, ha detto, “ma non ascoltano la stragrande maggioranza dei commercialisti onesti quando dicono che gli ISA sono una follia vessatoria peggio degli studi di settore, che la pressione fiscale in Italia è fuori controllo e spesso crea purtroppo evasione di sopravvivenza da parte delle aziende, soprattutto piccole, che la quantità di passaggi burocratici in cui sbatte chi vuole solo lavorare e dare lavoro è inaccettabile, che lo Stato in Italia è troppo spesso il primo nemico di chi intraprende. Appaltano ai commercialisti funzioni di presidio nella lotta anti-evasione, già li puniscono severamente quando sbagliano, ora vogliono anche decretarne la morte civile. Ma non ascoltano mai la loro voce, la voce di chi è a contatto ogni giorno con l’economia reale, anzi fanno il contrario. È uno Stato arcigno e masochista”.
Riserve, infine, vengono espresse anche dalle fila della maggioranza. In una nota la senatrice Donatella Conzatti, capogruppo di Italia Viva (la nuova formazione capitanata da Matteo Renzi) in Commissione bilancio afferma di “capire e condividere lo sconcerto espresso dal presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti e degli esperti contabili Miani per le funamboliche ipotesi di Daspo ai commercialisti, a fronte di condotte per le quali questi ultimi sono già sottoposti a sanzioni amministrative ed anche penali”. “Si tratta”, aggiunge, “di spettacolarizzazioni gratuite che nulla aggiungono alla importante lotta all’evasione e molto tolgono alla serietà del dibattito. In ogni caso, con Italia Viva, cose simili non potranno mai diventare qualcosa più di un titolo di giornale”.
Responsabile Ufficio stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
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