Cambio di logica fiscale sui casi di “mancato utilizzo”, ripartizione del carico fiscale tra utilizzatori e proprietari, modalità di riscossione dell’imposta comunale, deducibilità dell’Imu dalle imposte sui redditi. Sono le proposte avanzate oggi dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili nel corso dell’audizione, presso la Commissione Finanze della Camera, nell’ambito dell’esame della proposta di legge per l’istituzione dell’imposta municipale sugli immobili (nuova IMU).
“La proposta di legge – ha affermato Maurizio Postal, consigliere del CNDCEC codelegato alla Fiscalità –, che opera un accorpamento della TASI nell’IMU, è un intervento di semplificazione rilevante, che il Consiglio nazionale ha più volte auspicato e recentemente ribadito come prioritaria”. I Commercialisti, però, vogliono cogliere questa occasione non solo per razionalizzare la disciplina esistente, ma anche per apportare alcune importanti modifiche.
“ln un’ottica di maggiore equità è necessario interrogarsi sull’adeguatezza di un sistema di tassazione che penalizza la mancata utilizzazione di un immobile – ha spiegato Postal –. Per questo motivo, riteniamo necessario modificare un impianto disciplinare che prevede lo stesso identico carico fiscale IMU per un medesimo immobile utilizzato o non utilizzato, e che sottopone a IRPEF, nella misura del 50%, il reddito degli immobili ad uso abitativo non locati situati nello stesso Comune nel quale si trova l’immobile adibito ad abitazione principale, anche se assoggettati a IMU”.
Parzialmente connesso al precedente tema del necessario cambio di logica fiscale sui casi di mancato utilizzo, è quello della equa ripartizione del carico fiscale tra utilizzatori e proprietari degli immobili. “L’accorpamento della TASI nell’IMU – ha continuato il consigliere del CNDCEC – dovrebbe essere attuata con modalità tali da ripartire in modo più adeguato il carico fiscale tra l’utilizzatore e il proprietario per non trasformare l’IMU in una “superpatrimoniale” che penalizza una volta di più i proprietari degli immobili che restano inutilizzati, rispetto a quelli degli immobili che trovano un loro utilizzo”.
Un’altra richiesta dei Commercialisti riguarda la possibilità di operare una piccola riduzione dell’imposta o la possibilità di differire il versamento per gli immobili situati nei Comuni che non abbiano ancora predisposto, dal 2021 in avanti, le procedure previste nella proposta di legge per rendere disponibili ai contribuenti i modelli di pagamento precompilati. “Una riduzione del 5-10%, con un tetto massimo di 50 euro, a titolo compensativo per il contribuente che dovrà calcolare da solo l’imposta dovuta o la possibilità di differire il versamento di 30 o 60 giorni rispetto alla scadenza, senza sanzioni e interessi, risulterebbe un utile sprone per i Comuni a predisporre i modelli precompilati e un segno di rispetto per i contribuenti”, ha continuato Maurizio Postal.
Infine, poiché la proposta di legge stabilisce che la nuova IMU è deducibile dalle imposte sui redditi nella misura del 60%, secondo i Commercialisti è necessario coordinare il testo con gli interventi del Decreto Crescita per effetto dei quali è già previsto nei prossimi anni un aumento della soglia di deducibilità dell’IMU che supera il limite del 60% e, a partire dal 2023, arriva al 100%.
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Giornalista professionista, addetta stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, redattrice di Press Magazine
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