Nei primi tre mesi del 2019 sono state aperte 196.060 nuove partite Iva ed in confronto al corrispondente periodo dello scorso anno si registra un aumento del 7,9%.
È quanto emerge dal report relativo al trimestre gennaio-marzo 2019 redatto dall’Osservatorio sulle Partite Iva.
La distribuzione per natura giuridica mostra che il 77% delle nuove aperture di partita Iva è stato aperto da persone fisiche, il 18,5% da società di capitali, il 3,5% da società di persone; mentre la quota dei “non residenti” e “altre forme giuridiche” rappresenta complessivamente l’1% del totale delle nuove aperture.
Rispetto al primo trimestre del 2018, si registra un notevole aumento di avviamenti per le persone fisiche, salito del 14%, dovuto alle crescenti adesioni al regime forfetario, mentre le forme societarie presentano significativi cali: meno 17,2% per le società di persone e meno 8,5% per le società di capitali.
Analizzando nel dettaglio, nel periodo in esame, 104.456 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari a più della metà del totale delle nuove aperture, precisamente il 53,3%, con un aumento di adesioni di ben il 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’andamento è influenzato dalle modifiche normative introdotte con la legge di bilancio 2019, che ha elevato a 65.000 euro il limite di ricavi per fruire del regime forfetario con l’introduzione anche di alcune agevolazioni contributive per coloro che aderiscono. Tali modifiche hanno quindi avuto un duplice effetto, da un lato hanno determinato un aumento complessivo delle aperture di partita Iva, dall’altro una ricomposizione delle aperture a favore della natura giuridica “persona fisica” e a sfavore delle forme societarie.
Riguardo alla ripartizione territoriale, il 45% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22% al Centro e quasi il 33% al Sud e nelle Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno 2018 mostra un generalizzato incremento di avviamenti: i più notevoli sono localizzati in Valle d’Aosta, dove si registra una crescita del 26,9%, Calabria, dove l’aumento è del 16% e in Liguria, regione nella quale le nuove aperture crescono del 12,6%. Tra le regioni, solamente in Abruzzo si registra una lieve flessione, pari al meno 1,8%.
In base alla classificazione per settore produttivo, le attività professionali risultano il settore con il maggior numero di aperture di partite Iva, esattamente il 20,2% del totale, seguito dal commercio con il 17,8% e dalle costruzioni, che rappresentano il 9,1% delle nuove aperture.
Rispetto al primo trimestre del 2018, tra i settori principali i maggiori aumenti si notano nell’istruzione, in crescita del 22,9%, nelle attività professionali, che segnano un più 19,2% e nei servizi alle imprese, aumentati del 16%. Gli unici settori con calo di avviamenti sono l’agricoltura, che vede le aperture diminuire del 4,9% e l’alloggio e ristorazione, settore nel quale invece registrano il meno 2,1%.
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità, uomini al 62,1% e donne al 37,9%.
Il 45,7% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 32,2% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, tutte le classi di età registrano incrementi di aperture: il più consistente è l’aumento del 39,3% della classe più anziana.
Analizzando il Paese di nascita di coloro che avviano una Partita Iva, s registra come il 14,7% delle aperture è operato da un soggetto nato all’estero.
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