Un tema che, soprattutto dopo la crisi finanziaria degli ultimi anni, ha assunto una rilevanza crescente. Si tratta della Pianificazione dei patrimoni, alla quale Consiglio e Fondazione nazionali dei commercialisti hanno dedicato un documento appena pubblicato. Lo studio, intitolato “Il Wealth Planning. Strumenti a tutela del patrimonio”, curato dal Gruppo di lavoro “Area Finanza aziendale” del Consiglio nazionale, nasce anche dalla collaborazione proficua con l’Associazione italiana Private Banking (AIPB), che rappresenta istituzionalmente gli intermediari deputati alla gestione dei patrimoni. In questo ambito i commercialisti svolgono un importante ruolo di consulenza e di accrescimento delle conoscenze delle famiglie italiane.

Una collaborazione, quella con AIPB che, sottolineano  i commercialisti, “è stata preziosa e fruttuosa, in quanto l’Associazione rappresenta l’intera filiera del settore e tale sinergia consente di dare vita a un vero e proprio network interdisciplinare, in grado di mettere le proprie competenze distintive e complementari al servizio dello sviluppo e dell’allargamento della cultura del wealth planning presso famiglie e imprenditori. La sfida comune è aiutare le famiglie italiane a preservare e fare crescere la loro ricchezza privata e, nel caso delle famiglie imprenditoriali, di accompagnarle nelle scelte necessarie per assicurare la continuità aziendale, salvaguardando l’attività da eventuali rischi connessi a eventi potenzialmente destabilizzanti”.

Nella presentazione del documento, si sottolinea come Il servizio di Private Banking, che tradizionalmente si rivolgeva a famiglie ed individui con patrimoni significativi, ha attualmente esteso il proprio raggio di azione anche a soggetti che detengono asset di valore meno rilevante, che pure possono presentare esigenze di investimento complesse e variegate.

Scopo del documento è quello di fare luce sulle diverse opzioni a disposizione dell’imprenditore e della sua famiglia in relazione alle esigenze di pianificazione e protezione del patrimonio, che necessitano di un supporto qualificato e competente.

“Dalla mera ricerca di rendimenti finanziari alla volontà di tutela dei familiari, dal desiderio di diversificazione dei rischi alle necessità di passaggio generazionale dell’azienda”, affermano Maurizio Grosso e Lorenzo Sirch, Consiglieri nazionali con delega alla finanza aziendale, “un ruolo imprescindibile è senza dubbio ricoperto dal commercialista, che rappresenta un punto di riferimento e una figura di fiducia, che unisce un livello adeguato di competenza alla conoscenza delle vicende imprenditoriali e familiari dei soggetti ai quali si rivolge l’attività di consulenza. In particolare, il commercialista, nella gestione professionale del patrimonio, segue un processo che, partendo da una fotografia del patrimonio globale, si snoda attraverso l’individuazione, insieme al cliente, degli obiettivi di medio-lungo periodo, e attraverso l’identificazione, con il supporto di un team di professionisti (notai, avvocati, consulenti finanziari, ecc.), degli strumenti più idonei di gestione e l’esecuzione di un piano di amministrazione/protezione/passaggio generazionale del patrimonio stesso”.

“La decisiva funzione del consulente”, proseguono Grosso e Sirch, “deve essere supportata da competenze di livello molto elevato ed eterogeneo, per fornire, insieme ai consulenti finanziari, una value proposition riconosciuta e apprezzata. Obiettivo del commercialista deve essere quello di assurgere al ruolo di one-stop shop nell’ambito dei servizi di consulenza offerti. In questa prospettiva gli strumenti per la pianificazione e protezione del patrimonio, con particolare attenzione alle realtà aziendali e ai diversi tipi di soluzione societaria, potranno risultare molto importanti per la categoria, oltre che per i nostri clienti”.

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