La Consob, Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, Autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari, ha diffuso il suo quattordicesimo bollettino che contiene un report sulle società quotate e l’intermediazione finanziaria in Italia nel 2018.
Analizzando lo scorso anno, il rapporto curato dalla divisione studi di Consob sottolinea come la capitalizzazione delle società di diritto italiano con azioni ammesse alle negoziazioni su mercati regolamentati o su sistemi multilaterali di negoziazione italiani sia diminuita del 17,6% per effetto della riduzione dei prezzi di mercato e il rapporto fra capitalizzazione e PIL sia passato dal 34,4% a fine 2017 al 28,2% a fine 2018. Il numero di società quotate italiane è salito invece da 325 a 344, per effetto di nuove ammissioni a quotazione e delle revoche su MTA (+3), su AIM (+18) e su MIV (-2).
I dati contabili consolidati delle società non finanziarie quotate su Mta mostrano, rispetto ai dati relativi all’anno precedente, un aumento dell’utile netto (+5,6%) ascrivibile all’incremento del valore aggiunto e alla riduzione degli oneri finanziari. Le banche quotate hanno registrato un calo dell’utile netto (-8,9%) dovuto principalmente all’azzeramento dell’utile delle attività operative cessate al netto delle imposte, nonostante l’incremento del risultato della gestione finanziaria e assicurativa. Le assicurazioni quotate hanno evidenziato un incremento dell’utile netto (+49,5%) imputabile sostanzialmente alla riduzione di costi e oneri.
Il controvalore degli scambi di azioni di società quotate italiane su mercati regolamentati e sistemi multilaterali di negoziazione italiani ed esteri è aumentato del 4,3% rispetto al 2017 riguardando in particolare gli scambi su piattaforme di negoziazione estere. Il controvalore delle mancate consegne (fail) nella fase di regolamento è risultato pari al 3,8% del controvalore complessivo degli scambi su Mta (3,2% nel 2017).
Il controvalore nozionale degli scambi di derivati azionari ha segnato un incremento del 20,2% che ha riguardato tutti gli strumenti derivati, a fronte di un calo degli scambi dei derivati su azioni. A fine 2018 il controvalore nozionale delle posizioni aperte sui derivati azionari risultava superiore del 25,3% rispetto al dato di fine 2017. Il controvalore nozionale degli scambi di derivati su merci ha registrato una flessione del 64,8% che ha riguardato i covered warrant su merci pur a fronte di un incremento degli scambi del future sull’energia elettrica. A fine 2018 le posizioni aperte sul future sull’energia elettrica risultavano in calo del 57,1% rispetto al dato di fine 2017.
A fine 2018, le posizioni nette corte su azioni quotate italiane risultavano pari all’1,2% della capitalizzazione totale (1,8% a fine 2017); per le società del settore finanziario tale dato risultava pari al 1,8% della capitalizzazione di settore (2,2% a fine 2017).
Nell’anno si è registrato un calo del controvalore degli scambi di titoli di Stato italiani (-14,0%) sulle piattaforme di negoziazione italiane, dovuto in prevalenza alla diminuzione degli scambi su MTS (-12,9%). Analogamente, si è registrata una notevole contrazione del controvalore degli scambi di obbligazioni di emittenti italiani diverse dai titoli di Stato (22,5%), a causa di una flessione generalizzata degli scambi sulle piattaforme di negoziazione italiane. Inoltre, il report sottolinea come si sia registrato un aumento del controvalore degli scambi di ETF e strumenti finanziari derivati cartolarizzati (+11,8%), riconducibile in particolare all’aumento degli scambi di exchange traded facilities (+15,4%).
A fine anno i margini costituiti dagli aderenti al sistema di controparte centrale relativo ai mercati regolamentati italiani risultavano superiori del 41,6% rispetto al valore di fine 2017.
Nell’anno passato inoltre si è registrato un aumento delle emissioni di obbligazioni di banche italiane rispetto al 2017, che ha riguardato le offerte pubbliche sul mercato domestico (+2,2%) e le offerte private a investitori istituzionali (+3,6%).
A fine anno il controvalore degli strumenti finanziari detenuti presso intermediari italiani a fronte della prestazione di servizi di investimento e di gestione del risparmio risultava diminuito del 6,8% rispetto al dato di fine 2017.
Anche i volumi di attività relativi alla prestazione di servizi di investimento sono complessivamente diminuiti nel 2018 (collocamento di strumenti finanziari -19,9%, esecuzione ordini -12,6%, ricezione e trasmissione di ordini -19,3%, negoziazione in conto proprio -1,5%). I premi lordi derivanti dal collocamento di prodotti assicurativi a prevalente contenuto finanziario distribuiti in Italia da intermediari italiani hanno fatto registrare un calo (-6,7%), dovuto alla flessione dei premi relativi alla distribuzione di polizze unit linked (-10,3%).
A fine 2018 inoltre, il patrimonio gestito da intermediari italiani risultava in leggera flessione rispetto alla fine del 2017 (-2,3%), per effetto del calo del patrimonio riferibile alle gestioni patrimoniali su base individuale istituite in Italia (-2,1%), agli OICR aperti di diritto italiano (-7,2%), ai fondi pensione e altre forme pensionistiche istituiti in Italia da società diverse da imprese di assicurazione (-2,1%), pur a fronte dell’aumento del patrimonio riferibile a fondi chiusi di diritto italiano (+16,0%). In leggera riduzione il patrimonio degli OICR aperti esteri collocati in Italia (-4,3%).
La raccolta netta del 2018 per gli OICR aperti di diritto italiano è stata positiva per 2,3 miliardi di euro.
In conclusione lo studio di Consob esamina I dati contabili delle SGR di diritto italiano, che mostrano una sensibile riduzione dell’utile netto rispetto al 2017 (-38.9%), dovuta sostanzialmente al calo delle commissioni attive e degli utili da partecipazioni. Invece l’utile netto delle SIM risulta cresciuto del 7,9%, principalmente per l’aumento delle commissioni attive e del risultato netto dell’attività di negoziazione.
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