Con decreto dello scorso 14 gennaio, il Ministero della giustizia ha istituto sette gruppi di lavoro finalizzati alla elaborazione degli schemi di decreto legislativo nelle diverse materie identificate nell’ambito della riforma del processo civile (Legge 26 novembre 2021, n. 206 “delega al governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata”).

L’auspicio è che in sede di attuazione della riforma e di formulazione dei decreti delegati venga posto rimedio all’apparente esclusione dei commercialisti dalla negoziazione assistita in materia di controversie di lavoro.

Dalla disamina dei criteri di delega, infatti, sembra ricavarsi un’ingiustificabile disparità rispetto ai soggetti abilitati ad assistere i datori di lavoro nella risoluzione delle controversie alternative a quelle giudiziali. Limitandosi al dato letterale della legge delega, la nuova negoziazione assistita coinvolgerebbe avvocati e consulenti del lavoro, in mancanza di una espressa menzione dei commercialisti.

L’esclusione della nostra categoria appare quantomeno contraddittoria in considerazione della abilitazione all’esercizio della professione di consulente del lavoro garantita dall’art. 1 della Legge 12/79, che equipara i consulenti del lavoro ai commercialisti ed agli avvocati.

Così, in mancanza di opportune scelte di politica del diritto, finalizzate alla armonizzazione delle competenze dei professionisti impegnati nella consulenza del lavoro, si acuirebbe una linea di tendenza preoccupante per la nostra professione che, alla luce del ruolo svolto dai commercialisti nell’area professionale giuslavoristica, necessita di un ripensamento politico.

Merita supporto, dunque, la richiesta inoltrata dai Commissari del CNDCEC al Ministro Cartabia affinché nei gruppi di lavoro costituiti per l’attuazione della riforma del processo civile siano integrati componenti designati dal Consiglio nazionale, data la rilevanza della materia e le specifiche competenze che per legge sono riconosciute ai suoi iscritti nelle diverse aree della riforma.

I commercialisti presidiano con comprovata capacità l’intreccio di relazioni tra lavoratori, organizzazioni di impresa, enti strumentali della pubblica amministrazione e soggetti del mercato. La loro idoneità a gestire le dinamiche del lavoro nel rapporto e nel mercato richiede il loro riconoscimento affinché ne siano salvaguardate le prerogative professionali, motivo per il quale sollecitiamo e riponiamo fiducia nell’operato del legislatore delegato.

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