La riforma dell’Ordinamento professionale dei commercialisti sotto i riflettori della politica. Dopo l’approvazione, avvenuta nei giorni scorsi da parte del Consiglio nazionale, il nuovo testo è stato presentato oggi ufficialmente ad una nutrita rappresentanza di parlamentari di maggioranza e opposizione. In un incontro svoltosi a Roma presso la sede di Piazza della Repubblica, il numero uno della categoria, Elbano de Nuccio, ha illustrato nel dettaglio le principali novità della riforma, spiegando innanzitutto come essa nasca dall’esigenza di aggiornare “un testo che a vent’anni dalla sua emanazione e a sedici dalla sua concreta attuazione ha mostrato di avere diversi punti di debolezza” oltre ad essere ormai “obsoleto” perché concepito prima che il contesto di rifermento subisse modificazioni rapide e profonde.

UNA RIFORMA CHE PARLA AL PAESE

Dalle parole di de Nuccio è emersa con chiarezza la duplice finalità dell’intervento riformatore. Se da un lato esso punta a “rendere la categoria protagonista del cambiamento e la professione più attuale e competitiva”, dall’altro mira a rendere la figura del commercialista più “riconoscibile” per la collettività, a fornire “ancora maggiori garanzie” ai clienti e a rafforzare la sua funzione al servizio del sistema economico del Paese.

A proposito delle novità in tema di oggetto della professione, il numero uno del sottolineato come le previsioni dell’art. 1 bis non pregiudicano l’esercizio di ogni altra attività attribuita ai commercialisti e agli esperti contabili da leggi e/o da regolamenti e l’esercizio delle attività professionali da parte di altri professionisti iscritti in albo, salvo che la legge non ne riservi l’esercizio ai commercialisti o agli esperti contabili. Precludono invece lo svolgimento delle attività professionali di Dottore Commercialista e di Esperto Contabile a chi non possiede le competenze specifiche acquisite a seguito del superamento dell’esame di Stato di abilitazione all’esercizio della professione e dell’iscrizione all’Albo.

AGGREGAZIONI E SPECIALIZZAZIONI

Importante lo sforzo messo in atto per disciplinare l’esercizio della professione in forma associata o societaria. “In un contesto nazionale e internazionale sempre più complesso e competitivo”, ha detto, “le aggregazioni sono un fattore critico di sopravvivenza e non solo di successo. Dotare la Categoria di nuovi strumenti per l’esercizio collettivo della professione significa fornirle la possibilità di strutturarsi per rispondere meglio alle richieste del mercato e del sistema economico nazionale ed internazionale”.

“Dopo anni di confronto sul tema”, ha aggiunto, “arrivano finalmente anche per i commercialisti le specializzazioni”. Il conseguimento del titolo di specialista non comporterà riserva di attività professionale, ma consentirà agli iscritti una maggiore visibilità e riconoscibilità da parte dei cittadini. Nasceranno dunque percorsi formativi qualificati a cui il legislatore riconoscerà valore. “Andare “oltre” le competenze tradizionali, esplorare nuovi ambiti di attività, essere utili ad una società che cambia e richiede conoscenze verticali: le specializzazioni sono un’esigenza del mercato professionale e una tappa fondamentale per la crescita della Categoria”, ha affermato.

INCOMPATIBILITA’ E ASSICURAZIONE

Novità significative anche sul fronte delle incompatibilità con l’esercizio della professione.  Con il nuovo testo, i casi di incompatibilità sono stati ridotti. Sono ad esempio esclusi pur in presenza di attività di impresa nel caso di socio illimitatamente responsabile di società che esercitano un’attività commerciale qualora il rapporto tra il volume di affari dell’attività d’impresa e quello dell’attività professionale sia inferiore al 20%;  quando l’oggetto della attività è limitato esclusivamente all’amministrazione e gestione di beni, personali o familiari, ad attività di mero godimento o conservative; per un tempo definito a seguito dell’acquisizione ereditaria dell’impresa; qualora il professionista rivesta la carica di amministratore sulla base di uno specifico incarico professionale e per il perseguimento dell’interesse di colui che conferisce l’incarico, nonché in presenza di società di servizi strumentali o ausiliari all’esercizio della professione.

L’art. 29 del testo riformato prevede che il Consiglio nazionale possa stipulare forme collettive di assicurazione per la responsabilità civile derivante dall’esercizio dell’attività di commercialista uniformi per tutti gli iscritti all’Albo e con oneri a carico del proprio bilancio. Una novità che secondo de Nuccio “rappresenta una importante garanzia per tutti i nostri clienti”.

I GIOVANI AL CENTRO

La categoria ha da anni un “tema” giovani. Diminuiscono i tirocinanti, emerge una “crisi di vocazioni” e tra le nuove leve la professione perde appeal. Partendo da queste considerazioni, sostenute peraltro da una serie di analisi realizzate negli ultimi anni dalla Fondazione di ricerca della categoria, con il nuovo testo si è deciso di ridurre i tempi di accesso all’esercizio della professione. Il tirocinio per l’accesso alla Sezione A dell’Albo potrà essere svolto interamente durante il corso di laurea magistrale. Ciò significa che per arrivare all’esame di Stato ci vorrà un anno in meno. Per quanto riguarda l’accesso alla sezione B, invece, sei mesi del tirocinio potranno essere svolti durante l’ultimo anno del corso di laurea triennale. Passi avanti vengono fatti anche in merito al trattamento economico dei tirocinanti. Per loro è previsto che, con un apposito contratto, può essere riconosciuta un’indennità o un compenso per l’attività svolta per conto dello studio, commisurati all’effettivo apporto professionale dato nell’esercizio delle prestazioni.

UN SISTEMA ELETTORALE PIU’ DEMOCRATICO

“Riduzione delle distanze tra iscritti e governance nazionale, maggiore democraticità, più partecipazione” e, allo stesso tempo, “tutela del “ruolo insostituibile di garanzia” svolto dagli Ordini locali, “presidio della categoria sui territori”. Sono le motivazioni alla base della scelta del “sistema misto ponderato”, il nuovo meccanismo elettorale scelto per l’elezione del Consiglio nazionale in virtù del quale il risultato sarà determinato al 50% dal voto degli iscritti e al 50% da quello dei consiglieri degli Ordini territoriali, espresso telematicamente. “Superiamo una sistema  autoreferenziale, apriamo le porte alla partecipazione dei nostri centoventimila iscritti che hanno il diritto di scegliere chi li rappresenta, manteniamo la funzione degli Ordini locali, evitando contestualmente il rischio di derive populiste”, ha spiegato de Nuccio, il quale ha anche sottolineato la conferma delle quote di genere e l’introduzione delle quote riservate agli under 45, ai quali è garantita la presenza in lista di due candidati .

L’ATTENZIONE DELLA POLITICA

Il testo approvato dal Consiglio nazionale dovrà ora approdare in Parlamento. Dai politici presenti all’iniziativa promossa dal Consiglio nazionale sono arrivate domande e richieste di chiarimento su giovani, compensi, aggregazioni e anche un appello all’unità della categoria. Il tutto in un clima di attenzione dal quale è emersa la disponibilità ad individuare un percorso parlamentare che porti all’approvazione della riforma.

 

 

 

 

 

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