Al fine di garantire un nuovo e più incisivo rilievo al tema delle pari opportunità, nel febbraio 2015 è stata ricostituita presso il CNDCEC la Commissione parità di genere.
Insediatasi lo scorso 10 marzo, l’organismo si pone come obiettivo il raggiungimento della parità professionale tra le iscritte all’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
La Commissione e il Comitato Pari Opportunità erano già stati costituiti dal CNDCEC nel febbraio 2009. Nello stesso momento, il Consiglio aveva sollecitato i vari ordini territoriali a dotarsi di organismi analoghi.
Nell’ottobre del 2010, in occasione del Congresso nazionale di Napoli, è stato organizzato un workshop molto partecipato tutto dedicato al tema della parità di genere. Consapevole dell’importanza dell’entrata delle donne nei consigli aziendali, il CNDCEC ha poi assunto
una posizione netta rispetto al DDL n. 2482 che regolava la presenza femminile nei consigli di amministrazione e nei collegi sindacali.
Nel maggio 2011, a Roma, si è inoltre tenuta la prima Conferenza nazione dei comitati pari opportunità per dare voce alle rappresentanti dei 45 comitati sorti nel frattempo presso gli ordini territoriali. La stessa iniziativa di coordinamento si è poi ripetuta nel maggio 2012.
Con l’entrata in vigore della L. 12. 07. 2011 n. 120 (G.U. 28/07/2011 n. 174), è stato introdotto il principio della parità di genere ai fini dell’accesso agli organi di amministrazione e controllo delle società quotate in mercati regolamentati e di quelle non quotate ma controllate da pubbliche amministrazioni.
La commissione ha inoltre presentato un’istanza nei confronti dell’Agenzia delle Entrate con la richiesta di non applicare accertamenti basati sugli studi di settore alle professioniste per l’anno della maternità e per quello successivo. Seguendo lo stesso principio, nel regolamento per la formazione professionale continua è stato approvato l’esonero dall’obbligo di formazione nell’anno della gravidanza ed è stata prevista la facoltà, nei due anni successivi al parto, di acquisire fino a 30 crediti formativi annuali attraverso attività di formazione a distanza, anziché i 15 crediti riservati a tutti gli iscritti.
Sono state apportate inoltre diverse modifiche al codice deontologico nel rispetto del principio di parità, inclusa quella di genere, prevedendo la punibilità con le sanzioni disciplinari previste dalla legge.
Già prima dell’effettiva applicazione della normativa sulle quote di genere, il CNDCEC ha pubblicato sul proprio sito un elenco di curricula di commercialiste interessate ad accettare incarichi previsti dalla legge n. 120/2011. Ma già dal 2012 il Consiglio (in collaborazione con le università e con il coinvolgimento di Consob, Abi, Confindustria e Anci) aveva istituito un gruppo di lavoro per la creazione di un percorso formativo specialistico volto alla valorizzazione del profilo in base al merito prescindendo dal genere.
Nel 2015, dunque, i lavori della Commissione parità di genere sono ripresi con la riapertura della web form per l’inserimento dei curricula che, a oggi, ne registra ben 2.190.
Sulla scia del lavoro già svolto, la Commissione si propone di monitorare l’effettiva parità di genere tra i dottori commercialisti ed esperti contabili operanti nelle diverse realtà locali e di elaborare proposte volte a favorire effettive condizioni di parità nell’accesso all’attività professionale. L’organismo raccoglierà inoltre eventuali segnalazioni di manifestazioni, anche indirette, di discriminazione e promuoverà incontri di formazione sulle pari opportunità.
La commissione si pone come obiettivo l’individuazione di forme di sostegno volte a
promuovere la crescita professionale delle commercialiste e la creazione di una cultura
di rappresentanza femminile negli organi istituzionali e associativi anche tramite l’attuazione di riforme e regolamenti che disciplinano l’ordinamento professionale.
A incoraggiare il i membri della commissione sulla parità di genere le parole di Papa Francesco, che durante udienza generale del 22 aprile scorso si è espresso in favore delle donne affermando la necessaria ridiscussione del tema della Genesi biblica della “costola d’Adamo”: «l’immagine della costola» ha esordito nel suo discorso il Pontefice «non esprime inferiorità e subordinazione, ma uomo e donna sono della stessa sostanza e sono complementari». Bergoglio si è poi soffermato ad analizzare i pericoli che generano «diffidenza e divisione»: «il rapporto tra uomo e donna è spesso insidiato da mille forme di prevaricazione e di assoggettamento».
L’invito per gli uomini, da parte del Pontefice, è di tornare a sognare, perché solo quando lo fanno possono trovare la dignità della differenza.
Ed è appunto nella dignità della differenza che intende operare la Commissione sulla parità di genere.
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