Qual è il rapporto tra la Camera di commercio, di cui lei è consigliere delegato ai Liberi professionisti, e la Consulta delle professioni, guidata dal presidente dei commercialisti Bruno Piccioni?
Con il presidente Piccioni condivido la visione sull’importanza dell’apporto dei professionisti alla risoluzione delle problematiche che coinvolgono i cittadini e le imprese. Insieme, per esempio, abbiamo deciso di affrontare il tema che riguarda la sburocratizzazione dei processi della Pa, avvalendoci delle professionalità presenti all’interno della Consulta. Si tratta di un argomento che accomuna tutti i professionisti. Non solo le professioni tecniche, coinvolte soprattutto nelle autorizzazioni edilizie e nei permessi di costruire, ma anche gli operatori economici, e quindi anche i commercialisti, che devono essere messi nelle condizioni di agevolare i propri clienti. Noi professionisti non vogliamo fare le comparse, ma essere parte attiva del sistema.
Qual è la vostra proposta per rendere più snelli i processi della Pa?
Sulla base del principio di sussidiarietà previsto dall’art. 118 della Costituzione, la Camera di commercio ha proposto la creazione di una Agenzia di validazione, con l’adesione degli Ordini professionali, per migliorare il rapporto tra i cittadini e la Pa. All’Agenzia potranno rivolgersi coloro che hanno bisogno di un parere sulla correttezza normativa di un progetto, ottenendo un visto di validità prima di inoltrare il documento alla Pubblica amministrazione. Ferme restando le funzioni amministrative attribuite ai Comuni, con questa proposta vogliamo agevolare il funzionario pubblico che riceve così il progetto già validato. Si tratta di un grande passo avanti soprattutto per i Comuni più piccoli dove, all’interno dell’ufficio tecnico, c’è a volte difficoltà a lavorare le pratiche per mancanza di risorse umane ed economiche. Inoltre, la realizzazione di questa proposta permetterà una lettura omogenea delle norme edilizie da parte di tutte le amministrazioni della provincia.
Ci può parlare dei rapporti tra i commercialisti e le professioni tecniche per le attività a sostegno della internazionalizzazione delle imprese?
Un secondo progetto riguarda la creazione di uno sportello della Camera di commercio in Africa per aiutare, attraverso la consulenza fiscale, le imprese che vogliono investire in quel continente. Si tratta di un mercato che sta avendo un grande sviluppo e tante imprese italiane stanno già lavorando in Senegal, Mali e Congo. Ma mentre una grande azienda è ben strutturata per aggredire un mercato estero, una realtà più piccola ha bisogno di un riferimento sul luogo. Inoltre, chi va all’estero non deve limitarsi a vendere un prodotto, ma deve esportare anche il proprio know out per la formazione e la valorizzazione dei lavoratori locali. Lo sportello della Camera di commercio aiuterà gli imprenditori anche in questo.
Qual è il contributo dei commercialisti allo sviluppo dell’economia del territorio?
Rimini sta vivendo un’esperienza unica che è stata presa a modello nazionale. Parlo del piano strategico della città, un documento di principi e di idee condiviso da tante associazioni e dagli Ordini professionali, in cui si ragiona su obiettivi a lunga distanza per la rigenerazione di tutta la città dal punto di vista dell’urbanizzazione e della socializzazione. In questo contesto, i commercialisti possono essere utili per captare finanziamenti a livello comunitario e per seguire la normativa fiscale che interessa la rigenerazione urbana e della costa.
Giornalista professionista, addetta stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, redattrice di Press Magazine
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