La Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha pubblicato il volume di Benigno Pizzuto “Shared Value ed Enterprise Value. Evidenze empiriche e costruzione di un sustainability discounted cash flow model”. Il volume, scaricabile gratuitamente dal sito della Fondazione, è il risultato della ricerca svolta nell’ambito della Borsa di studio “Responsabilità di impresa e rendicontazione” intitolata alla memoria del commercialista prof. Giovanni Castellani, assegnata dalla Fondazione Nazionale di Ricerca dei Commercialisti nell’ambito della sua attività istituzionale di ricerca su materie di interesse dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Giovanni Castellani credeva fortemente in un’etica che non fosse puramente contemplativa, ma che si traducesse in prassi idonee a coniugare riflessione e azione. Seguendo il Suo approccio pragmatico, la ricerca intende ricondurre l’etica aziendale alla definizione di una strategia pienamente sostenibile il cui valore economico diventi “concreto” e quantificabile, nella consapevolezza che, usando le sue parole, “va riconosciuto il primato della morale sull’economia, considerando il profitto e la produzione della ricchezza come mezzi e mai come fini della convivenza collettiva”.
Giovanni Castellani
La ricerca di Pizzuto approfondisce la natura della relazione fra “shared value” ed “enterprise value”, muovendo dall’assunto (da verificare) che le iniziative di sviluppo sostenibile realizzate dall’azienda ne determinino un incremento del valore. Contestualizzati sinteticamente gli elementi concettuali, teorici e terminologici, l’indagine si sviluppa tramite un’analisi empirica svolta su un campione di aziende volta a indagare l’eventuale correlazione tra i due fenomeni (sostenibilità e valore aziendale). Obiettivo di tale approccio è fornire uno strumento operativo che, sulla base dei dati analizzati, possa introdurre, anche attraverso l’utilizzo di variabili proxy, i sustainability issues nella valutazione dell’azienda: in particolare, il modello proposto, denominato “Sustainability Discounted Cash Flow” (SDCF), è stato elaborato partendo dai dati relativi a un campione di società quotate nel mercato nazionale nell’ottica di supportare la valutazione del capitale economico delle imprese non quotate. Fine ultimo del lavoro è contribuire, nella pratica, allo sviluppo della Sustainable Economy e, nello specifico – mutuando un ragionamento apparso nell’articolo “The Sustainable Economy” di Chouinard, Ellison e Ridgeway, pubblicato nell’Harvard Business Review nell’ormai lontano ottobre 2011 –, alla transizione da una “Sustainability 3.0” (dove ora ci troviamo), in cui “le considerazioni sull’impatto pervadono tutto il processo decisionale delle aziende”, a una “Sustainability 4.0”, in cui piuttosto che chiedersi “come possiamo realizzare un profitto?” o “come possiamo minimizzare il nostro impatto?”, i manager vedranno nella sostenibilità, semplicemente, “il modo di fare impresa”.
L’elaborato consta idealmente di due parti. La prima si apre con una breve ma essenziale rassegna sulla letteratura in materia di Sustainable Economy, cui seguono poi l’esposizione dei presupposti del ragionamento e l’esplicazione degli elementi costitutivi che giustificano la proposizione di un modello valutativo di Sustainability Discounted Cash Flow; essa si chiude con il tentativo, non agevole, di approfondire la relazione fra “Corporate Social Performance”, “Corporate Financial Performance” e costo del capitale. La seconda parte esamina empiricamente la relazione esistente fra enterprise value e Corporate Social Performance (la cui variabile proxy più diretta, nel nostro contesto, è individuata nel “rating etico”) delle società quotate italiane; qui si approfondisce poi, nello specifico, la relazione fra costo del capitale, indicatori di performance finanziaria e rating etico delle quotate italiane.
Lo scopo della ricerca è duplice: concorrere a fornire elementi empirici che investighino la connessione (assecondandola o negandola) tra la realizzazione di strategie aziendali incentrate sulla sostenibilità e incremento del valore aziendale; e proporre un modello di valutazione aziendale che contempli la quantificazione di tale eventuale relazione.
CNDCEC
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