Dal 28 settembre al 5 ottobre. Con un comunicato giunto in serata, al termine dell’ennesima giornata caotica sul fronte spesometro, le Entrate hanno alla fine annunciato la nuova scadenza per l’adempimento. “In considerazione dei disagi sopravvenuti — si legge nella nota dell’Agenzia — saranno ritenute tempestive le comunicazioni relative ai dati delle fatture presentate entro il 5 ottobre 2017. Inoltre, gli uffici dell’Agenzia, ove riscontrino obiettive difficoltà per i contribuenti, valuteranno la possibilità di non applicare le sanzioni per meri errori materiali e/o nel caso in cui l’adempimento sia stato effettuato dopo il 5 ottobre, ma entro i 15 giorni dall’originaria scadenza”. Da martedì 26 settembre il servizio web delle stesse Entrate al momento fuori servizio sarà ripristinato “con l’eccezione di alcune funzionalità sulle quali sono in corso ancora interventi da parte di Sogei volti a ripristinare al più presto il servizio completo. In particolare non sono ancora attive le seguenti funzionalità: modifica dei dati fattura attraverso interfaccia web; la visualizzazione delle notifiche di esito delle sole fatture elettroniche, delle comunicazioni trimestrali Iva e quelle relative ai corrispettivi; la precompilazione dei dati all’interno della funzionalità di generazione dati fattura”. Immediata la replica del Consiglio nazionale dei commercialisti.
“Pur apprezzando l’iniziativa del Direttore Ruffini che, nei limiti dei suo poteri, sta cercando di gestire scelte, problemi ed errori generati da altri – afferma il presidente nazionale della categoria, Massimo Miani – resta il fatto che questa nuova, ennesima proroga è, esattamente come le altre, assolutamente insufficiente. Gli enormi problemi che il nuovo spesometro sta generando sono sotto gli occhi di tutti”. Era stato proprio il Consiglio nazionale dei commercialisti nei giorni scorsi, ricorda Miani, “in un rapporto di leale e trasparente collaborazione, a segnalarli per tempo all’amministrazione finanziaria, a partire dai problemi legati alla privacy che hanno indotto alla chiusura del sito delle Entrate. Avevamo sperato che potessero essere risolti con maggiore celerità. Così non è stato e molto tempo è stato perso per un adempimento la cui complessità, del resto, avevamo denunciato da tempo”. Per queste ragioni, ha affermato ancora Minai, “chiediamo che sia ora il Governo a provvedere ad una più efficace soluzione di questa situazione, con scelte più radicali, a partire dalla revisione dell’istituto”.
Lo stesso Miani aveva inviato nel pomeriggio una lettera al ministro dell’economia, Padoan. “La situazione creatasi in questi giorni relativamente al nuovo spesometro – scrive Miani – è di estrema gravità, inaccettabile e non degna di un Paese civile. Nei giorni scorsi, oltre a ribadire la necessità di un provvedimento immediato che disponesse un congruo differimento scadenza (quanto meno al 15 ottobre), abbiamo chiesto di considerare questo primo invio di natura sperimentale, nonché la disapplicazione delle sanzioni per le violazioni eventualmente commesse, con possibilità di correzione degli errori anche oltre il termine di scadenza, come peraltro preannunciato dallo stesso viceministro, Luigi Casero. Qualora un provvedimento ufficiale in tal senso non venisse urgentemente adottato, ci vedremo costretti, nostro malgrado, a non rispondere, come professionisti, delle sanzioni che eventualmente verranno irrogate ai nostri clienti per eventuali ritardi e omissioni negli invii delle comunicazioni. Non possiamo certo essere noi a rispondere delle inefficienze di un sistema, ad oggi, inadeguato”. “Occorre un segnale forte da parte delle Istituzioni – scrive Miani – affinché siano ripristinate le condizioni minime di rispetto dei contribuenti e dei professionisti, in conformità ai principi dello Statuto dei diritti del Contribuente”. “Il Consiglio Nazionale, unitamente ai 131 Ordini territoriali della categoria, valuterà inoltre – prosegue Miani – di intraprendere eventuali azioni per manifestare più concretamente il disagio e la disapprovazione dei Commercialisti e dei loro clienti”.
Da mesi il Consiglio nazionale dei commercialisti denuncia con forza le principali problematiche relative a questo adempimento, soprattutto in termini di complessità. “Avevamo paventato – scrive il leader dei commercialisti – che l’enorme mole di dati richiesta, circa venti miliardi all’anno, avrebbe comportato elevati rischi di blocco dei servizi di trasmissione e di gestione delle ricevute.”
“Ci troviamo ora – sottolinea Miani – a tre giorni di distanza dalla scadenza (insufficientemente prorogata per già tre volte), con tutte le problematiche ancora non risolte: il servizio web di trasmissione telematica dell’Agenzia delle Entrate è sospeso da venerdì sera ed ancora oggi (lunedì) non è stato riattivato; le ricevute di accettazione o scarto dei file trasmessi, che dovrebbero essere disponibili in pochi minuti, sono recapitate mediamente dal sistema soltanto dopo tre o quattro giorni dall’invio dei file. A ciò si aggiunga, la grave violazione della privacy dei contribuenti che è emersa negli ultimi giorni, essendo stato riscontrato che il sistema telematico non garantisce la riservatezza dei dati inviati”.
“Una situazione – conclude Miani – inaccettabile, non degna di un Paese civile come il nostro, per la quale è doveroso porre immediato rimedio, quale minimo segno di rispetto nei confronti dei contribuenti e dei professionisti obbligati. I commercialisti, in particolare, non sono più disponibili a lavorare in queste condizioni di estremo disagio, di perdurante incertezza e di costante affanno, senza che la Pubblica Amministrazione abbia fatto la propria parte mettendo a disposizione gli strumenti necessari per la regolare e diligente esecuzione degli adempimenti richiesti”.
Responsabile Ufficio stampa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili
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